Trasmissioni dal faro N.11-A.M.Farabbi: PETER RUSSEL – THIS IS NOT MY HOUR

L’eredità dell’opera e della traduzione

Il caldo dilata le tempie fino alla liquefazione. La geometria delle rondini riga gli azzurri invisibilmente. Amo questi gialli estivi che si accendono fino alla combustione.

Così scrivevo a Peter Russel undici anni fa. Lui, ironicamente, mi rispondeva: il caldo sì ma l’inferno no: stava letteralmente bruciando vivo nel suo soggiorno offerto dal Comune di S. Caterina Villarmosa in Sicilia. Lì c’eravamo conosciuti, incrociati per un premio di poesia, entrambi premiati. Di quella notte ricordo il suo fermarmi, le sue parole, il celeste dei suoi occhi, acuti, comunicativi, magnetici. Volle il mio indirizzo. Dopo una decina di giorni mi arrivò la sua lettera, la prima di una sciame. Mi chiedeva cortesemente, ma con fermezza autoritaria, di tradurre la sua opera: che io scegliessi pure tra un regno e l’altro dei suoi inediti. Toccare la poesia di un’altra lingua, di un’altra creatura, allora come ora, mi fa tremare, sento di ferire l’interità dell’opera, la sua origine, per uno scarto inevitabile. Mi bacchettò. Mi ordinò di farla perché la poesia necessita di traduzione, di allacciare gli argini, niente viene ferito se permane la qualità del ponte.

Dopo una notte insonne, all’alba, immediatamente gli scrissi, accogliendo a cuore aperto il suo libro, Elemental Discours. Da quel mattino lavorai a picco, incessantemente, esclusivamente, per un anno e mezzo. Con trame di reciproca corrispondenza. Tutto è qui, ancora inedito, steso tra gli assi della mia scrivania.

Credo nell’opera di Peter Russel, nella sua qualità originale, nella sua colta filigrana lirica, tessuta di mito, simbolo, storia, spiritualità senza chiesa, poeti del mondo (tra cui l’amatissimo Pound, Dante, Milton, Yeats), Corano e Bibbia, sfondando i soliti canoni occidentali, i soliti confini culturali, attingendo alla tradizione non solo occidentale. Mi ha sempre meravigliato la forza straordinaria di questo piccolo (nella sua minuta figura) grande uomo, la sua energia potente, ogni volta risorta dalle ceneri, grazie anche al suo amore assoluto per la poesia. Per la sua poesia.

Come dunque non gioire sorpresa del lavoro serio, profondo, accurato di Raffaello Bisso su alcuni sonetti di Peter Russel?

PETER RUSSEL, THIS IS NOT MY HOUR, Studio e traduzione dai Sonnets, (con traduzione a fronte), a cura di Raffaello Bisso, 2010, Il foglio Clandestino, 12 euro http://www.edizionidelfoglioclandestino.it”www.edizionidelfoglioclandestino.it

Il libro si presenta vestito di rosso, con austera eleganza, segnato da due lettere dell’alfabeto sanscrito, arricchito dalle foto del poeta (bicchiere, sigaretta, un popolo di libri), dalla riproduzione di testi con note manoscritte dello stesso Russel (mi sono commossa e non ho resistito nel tornare ancora alle mie carte). Nella significativa introduzione di Leonello Ribatti, si svela la natura dell’opera nelle sue molteplici qualità, fornendo al lettore chiavi, affiancamenti, luci per cogliere questi sonnetti all’interno dell’arco creativo del poeta inglese (Bristol, 16 settembre 1921 – Ospedale di San Giovanni Valdarno, 22 gennaio 2003). Altrettanto fondamentale è la nota del curatore Raffaele Bisso che rivela l’intima officina del proprio lavoro nel peso di quella responsabilità di affidamento, verso cui personalmente sono ancora in debito. Chiari passaggi sulla traduzione rendono giustamente visibile la difficoltà di restituire il ritmo dell’originale. Vengono proposte risoluzioni di vicinanza, di approssimazione (nel senso di farsi prossimi), sempre, tuttavia, efficaci.

Ciascun sonetto si completa con necessari affondi critici che offrono vie e prospettive di lettura. Inoltre, l’utile bibliografia, l’apporto delle note di Marco Baldini, cenni essenziali sull’autore concludono il volume.

Non si può non ricordare l’eremo-casa-biblioteca nel mulino de “La Turbina”, ultima dimora di Peter Russel, come se fosse uno spazio organico, tutt’uno con il corpo poetico e fisico di Peter. Il comune di Pian di Scò lo ha acquistato, gestendo l’Associazione Peter Russel, nel compito di promuovere il lascito del poeta e diffondere la sua opera.

Auguro a questo libro ogni fortuna, che vada di mano in mano, di occhio in occhio, sia verso chi conosce già la poesia di Russel, sia tra chi la ignora.

Mi perdoni che non scrivo sono quasi cieco. Scriveva così nei suoi ultimi biglietti. Uno dei quali è riprodotto nel libro. Un altro è qui al mio fianco.

Invito alla sua poesia:

Poetry for me is not just what I do,

But what I am, perpetually, Days pass.

Past meets the future in a magic glass,

Fusion of history with the distant view

Of future yet unseen. I take my cue

From the imagination, steadfast as the stars.

The rest’s confusion. The life of man is crass,

Lived by the mass – nothing but “Much ado”.

Fancies and fictions do not interest me.

I dream with Reason close at hand

The images of Universal mind

Shepherded by the goddess quite peremptorily,

Mere fantasies or self-indulgence banned.

Imagination is the Unconfined.

Peter Russel

Pratomagno, 2 Aprile 1999

Sono poesia e non la faccio, e per sempre. E i giorni passano

mescolati nel vetro magico, il futuro e il passato: la storia fusa insieme all’avvenire, al non ancora visto. E suggerisce l’immaginazione, fedele e ferma: come le stelle. Il resto è confusione, e così vive la massa – “Molto rumore”, e cose basse, e basta.

Non mi interessano finzioni e fantasie. Ragione sempre pronta, in sogno le immagini della mente Universale, scortato dall’intransigente Dea che non concede sogni vani autoindulgenze. Inconfinabile è l’immaginazione.

THIS IS NOT MY HOUR, PETER RUSSEL

Studio e traduzione dai Sonnets (con traduzione a fronte), a cura di Raffaello Bisso

Il foglio Clandestino 2010

3 Comments

  1. non ho letto il libro e non conosco la poesia di Russel

    la presentazione contiene nodi così profondi e significati pieni da preludere ad una necessaria attenta lettura

    centrale la premessa della necessità della traduzione, vista come ponte, passaggio in eredità

    un’eredità che dilata le pareti sempre anguste, carenti di conoscenza verso il nostro vivere intorno al mondo
    altro da noi

    “Inconfinabile è l’immaginazione” contiene il messaggio di aprire e girare le nostre solite pagine, esercitando spirito critico per poter scegliere infine qualcosa che non abbia confini imposti

    Elina

  2. quello che non c’è, in questo libro, è la clientela, il trafficare attraverso le parole di un affitto di sé, spesso di un mercanteggiarsi. Non ci sono luoghi comuni nei luoghi in cui il quotidiano svolgimento della vita ci ospita.Non ci sono protettori, non ci sono incensatori, non ci sono falsi intendimenti.Non ci sono transatlantici o imperiali costruzioni, ma un nitido pensiero che va di passo in passo a trovare terra e in questa si fa pellegrinaggio, consapevole che la terra è una continuità, da qualunque punto si parta o si faccia meta.Un libro da intraprendere alla pari di un grande viaggio,all’interno di un corpo che non disegna frontiere. f

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.