Quando le persone si amano è proprio questo che le tiene unite, oltre il tempo, oltre le cadute fisiche e dello spazio si stende indelebile l’affetto e puoi percorrere un ponte fino a raggiungerle. Oggi, ricorrenza del compleanno di Paola Febbraro ( è nata a Marsciano, in provincia di Perugia, il 9 gennaio 1956), le facciamo festa preparando per lei una tavola piccola piccola e sulla tovaglia bianca dai colori netti lasciamo alcune sue poesie, quelle che lei ha regalato a noi come sue stagioni di fioriture.
cartesensibili
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Da “Stellezze” -Paola Febbraro , a cura di Anna Maria Farabbi-ed. Lietocolle
ACQUAFORTE
donne
intente a cesellare paragoni a dividere le pietruzze dalla terra a scambiarle per conchiglie
a sentirci anche il mare
donne dentro tracce di perimetri scoscesi antri panorami
di civiltà passate eppure bombardate
e ci sono io che trascino lo sgabello vuoto
il guscio di lumaca
tutto quello che ora voglio
essere stata.
*
Queste stanze che diventano locande
sono le mie poesie
le lascio con una leggerezza tale
da farmi godere
perché non si dice mai che si gode a sparire
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PETTINE
si dovrebbe poter rimanere più a lungo senza
sapere che fare
far cadere la testa nel grembo
lasciare che il ciclo si compia
forse è questo il grande impedimento il male del secolo
non poterci restare troppo a lungo
senza sapere che fare
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michal lukasiewiczt
da “La rivoluzione è solo della terra” Ed. Manni 2002 (Silloge vincitrice del Premio Giorgi 2002 – Le Voci della Luna).
7 gennaio 1997
bisogna imparare di nuovo
dove poggiare le cose dentro e fuori di noi
e bisogna imparare ad allontanare e ad avvicinare
sia cosa ci fa bene sia cosa ci fa male
e bisogna imparare ancora
ad avvicinare e ad allontanare
sia chi ci dà del bene che chi ci dà del male
14 gennaio 1997
*
Da Stellezze.
Febbraio 1999
Roma. Ora il cielo è molto grigio e basso
e i palazzi, le case hanno colori sbiaditi.
Scrivere, lasciare scritto, testimonianze di ‘ viaggi’, di
materie toccate ma anche ogni poesia…una mela, un
pettine, un cerino e ancora
una serie di poesie: una carta nautica, una carta topografica, istruzioni chimiche per miscelarsi a ciò che
ci sta attorno;
la prima parola o il primo verso che indica il punto da cui
cominciare un attraversamento…
C’è bisogno di una pioggia magica a Piazza Maggiore
a Bologna, una cascata di fiammelle. C’è bisogno di prodigi
a Bologna
hanno bisogno di sentirsi fulminati dalla loro individualità,
dalle stellezze
oltre il tempo resta una misura di vicinanza che ci fa abbracciare le parole e tenerle strette come raggi di presenza
si, cara Ferni, lo condividiamo con tutta l’anima perché risplendano in noi per lungo lungo tempo i versi emozionanti di un poetessa!
lucetta
grazie Lucetta,sono appena rientrata,un boccone e subito a vedere cosa accade qui,in rete. Lei è un pensiero che almeno accende un po’ di luce,il resto è così grigio e pesante! Ti abbraccio,grazie.ferni
E’ proprio così Elina cara, raggi che misurano una medesima distanza, anche adesso che lei è tra noi in altra dimensione. Grazie. f
per una singolare coincidenza (ma esistono le coincidenze?) oggi su fb ho linkato un mio vecchio post su Victor Cavallo, grande amico di Paola e che lei mi fece conoscere nel 2006.
vengo a prendere il link e lo ribloggo in cartesensibili, ci fa solo un grande piacere poter allargare la cerchia dei lettoridi paola.Grazie.f
ecco il link dell’articolo di cui Stefano Guglielmin scrive, poco spazio sopra questo commento, e che ringraziamo.
http://golfedombre.blogspot.it/2006/09/victor-cavallo.html
letto
con commozione e rispetto, anche da Stefano.
ti abbraccio Ferni, ma mi rannicchio per una abissale stanchezza interiore…
le apparenze mi stanno allontanando dal dolore, non dagli esseri umani e dalle loro parole, dal loro esistere.
ma a volte non reggo.
grazie di capire tanto, tutto
cri
Parole che entrano dentro l’animo…
Mi accosto anch’io a questa mensa apparecchiata a ricordare Paola e le sue parole forti e leggere. L’ho incontrata a Sasso Marconi e per un po’ ci siamo scritte, con la posta normale perchè lei non usava la posta elettronica. Che bello, così conservo il segno della sua mano…
Fiammetta
ora la copio,mi sono detta, la poesia appena riletta, e mentre la riscrivo mi sembra di essere la sua mano mentre da un punto di se stessa raggiunge gli altri, i luoghi, le cose che tutti abbiamo intorno e dentro. Grazie Fiammetta.f
la grande stanchezza di questo periodo mi porta a rileggere le parole di Paola e a capirle sempre meglio, più profondamente. E mi torna in mente una frase, come un insegnamento, che mi ripeto a volte quando la vita mi mette davanti ad eventi difficili: “..e bisogna imparare ad allontanare e ad avvicinare
sia cosa ci fa bene sia cosa ci fa male..”