ECUADOR: UN’IDEA SEMPLICE E RIVOLUZIONARIA

Il documentario di Laetitia Moreau, di cui si è riportata la prima parte, presenta un’idea davvero semplice  e rivoluzionaria, perché imbocca una strada diversa, una strada che pratica una scelta vitale.

Nel 2007,  l’Ecuador,  le cui risorse economiche dipendono dal petrolio, ha annunciato che è pronto a rinunciare allo sfruttamento dei campi più importanti: quelli del parco Yasuni, che ospita una ricca biodiversità ed è unico, secondo la classifica stilata dalla Riserva Mondiale della Biosfera dell’UNESCO.

In cambio, Rafael Correa, presidente di questo piccolo paese, presenta una compensazione finanziaria richiesta per il suo contributo alla lotta contro il riscaldamento globale. Offre un mercato in cui Nord e Sud avrebbero vinto: un primo passo nel post-petrolio, per potenziare il paese impoverito, per preservare la sua capitale naturale e  allargare un modello di sviluppo sostenibile.

Ma l’Ecuador è un paese povero, instabile, pieno di contraddizioni, perché vive grazie ai profitti del petrolio . Per convincere il mondo della validità dei suoi progetti  ha quindi fatto un tour… de force.

Dalla tribuna delle Nazioni Unite, a Quito, Berlino, Madrid, Oslo, Bruxelles, Parigi, Washington, così come Copenhagen, il film ripercorre la folle corsa di Correa e degli altri rappresentanti per convincere il mondo, ma anche il loro governo, sulla bontà di questa idea, che oltre ad essere semplice e rivoluzionaria, è fattibile.

Un film con forti questioni politiche e geopolitiche che disegna il ritratto di un paese la cui utopie e conflitti ci riguardano tutti, tutte le nazioni e i popoli del pianeta.

Le altre parti del documentario:

http://www.youtube.com/watch?v=ASCkVoAT9Vc&NR=1

http://www.youtube.com/watch?v=ArH4GEn06Ko&feature=related

http://www.youtube.com/watch?v=WT6GH7Db-_o&feature=related

1 Comments

  1. Altri, anzi, tutte le nazioni del pianeta,dovrebbero imboccare la stessa strada, per disinquinare, per ripulire terra e aria dai tantissimi veleni immessi nelle falde, nei mari, negli oceani e nei cicli delle piogge.Serve un impegno comune e globale per fare sì che più velocemente si disinneschi la bomba che noi stessi abbiamo collocato tra le nostre vite. Diane

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.