CRISTINA BOVE. UNA PER MILLE. Un’autotassazione dell’essere molti- Fernanda Ferraresso

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Raccontare, che siano vicende inventate o realmente accadute, in fondo è come persuadersi, e persuadere, che nulla è andato perso, delle nostre vite, della nostra fantasia, del nostro cuore.”

A dirlo è lei, Cristina Bove, l’autrice del libro e prima ancora autrice di una vita che ha più di mille figure e ancora più di  mille contro-figurazioni di ciò che è vivere, di ciò che nella morte, vissuta quotidianamente, si accende di quell’oltre che si è, attimo per attimo (s)conosciuto.
Trappole, le costruisce con grande ingegno l’autrice, per adescare e per afferrare ciò che all’occhio comune sfugge. Per ogni elemento una diversa esca, una ben progettata scena e la (bi)lancia, da cui non scappa nessuno dei suoi soggetti, senza mostrarsi e misurarsi alla luce della sua parola. E ciò che afferra è comunque sempre se stessa, in tutti i costumi e gli specchi lei si ritragga, la dimensione del sentire la rende ogni volta il centro del suo osservare, serbare, ridisegnare, aprire, nutrendo ora, nella memoria, quanto ha nutrito durante tutto l’arco della vita: la coscienza, la presenza, il dialogo con l’altra, l’altra sé che in se stessa alla pari del prossimo ha riconosciuto subito, pur nella molteplicità del suo affacciarsi, del suo proporsi. E c’è una carica, sempre esplosiva, che anche con l’ironia, dote propria dell’autrice, riesce a rendere enigmatica persino ciò che definiremmo tragedia. Tutto è dramma in Cristina e perciò ha luci taglienti, radenti, non è possibile stare in piedi, chi barcolla è destinato a dileguarsi, come un colore nell’acqua, come uno shift, di una scia luminosa nell’aria. Una per mille, un po’ come le tasse, elaborate al femminile però, che Cristina paga solo a se stessa, ora, dopo aver percorso piani e scivoli, dislivelli, angoli, botole, come a dire tutte le passioni, le paure, le contraddizioni, gli incontri e aver costruito in sé le chiavi di volta di costruzioni che andavano ampliandosi fino a perdere fondazioni e soffitti eppure stavano perfettamente in piedi, dentro le sue piante, in una infanzia maturata in tutti i soli che ha raccolto, in tutti gli esseri che ha accolto nella dimensione delle sue vite in mille e più storie, dentro quel teatro che, come ha riconosciuto, entrambe allestiamo e ricostruiamo nella testa e l’uomo nero è un demone, che cammina dietro le quinte, il trovarobe necessario per far assumere a ciascun essere una, mille forme e in questo modo essere, uomini, donne, bambini, luoghi, paesi, il cielo, la terra, addirittura tutto l’universo. 

E ora do i numeri! Un ambo secco per la ruota della vita:18-20, capitoli di un preventivo in cui Cristina dice di sé moltissimo, con una semplicità e una sicurezza nello spendersi che solo la teatralizzazione poetica riesce a maturare, fino al fondo della scena, quando cala la luce e si sa che andando via si resta comunque nel teatro, senza più posa. Li metto in vista e nel mio personale lotto vedo già una piccola impagabile vincita: conoscerla.

fernanda ferraresso

cristina bove

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Da Una per mille, Cristina Bove

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Cristina Bove, Una per mille- Edizioni Smasher 2013
Cristina Bove, Una per mille- FusibiliaLibri 2016

14 Comments

  1. Grazie mille, Ferni!
    come già sai, la commozione è tanta.
    quello specchio funziona ed è riscontro all’esistenza, è incontro tra colori e forme tra musiche e parole, ci vive dentro,a volte ci oltrepassa.
    ma sempre ci “riconosciamo”

    ti abbraccio
    cri.

  2. Afferrare ciò che all’occhio comune sfugge: per questo torno volentieri sulle pagine di “Una per mille” di Cristina Bove e sono riconoscente a Fernanda Ferraresso per la lettura che qui dà di dramma, dialogo e luci taglienti nell’essere plurale.

  3. grazie mille anche a te, Anna Maria, anima bella e amica,
    è bello ritrovarsi qui da Fernanda, dove la generosità è di casa.
    sono felice che ci siate, nella mia vita
    cri

  4. credo che tutto il testo sia una teatralizzazione della vita, per questo parlo di dramma, “drama”, perché storie che s’intrecciano in un dialogo fitto in Cristina, scena di quella vita per la quale assume in sé figure e controfigure, corpo di un personaggio che si (auto)moltiplica (s)componendosi e dandosi luogo nel dialogo. Un pro-nome a cui non serve nomarsi, al più minarsi!
    Un abbraccio a entrambe- f

  5. Cristina mi telefona ogni tanto, perché lei è amabile io invece molto chiusa e orsa. Ma entrambe abbiamo riconosciuto che per noi non esiste né distanza né tempo che porti ad una disgregazione di quanto sentiamo l’una nei confronti dell’altra, come fosse sempre un attimo fa che una delle due è uscita e poi rientrata dalla porta. f Ciao Marta

  6. Il titolo riflette l’impianto narrativo .Una storia che ci racconta di una donna che sa affrontare la vita con coraggio e passione, ma nel contempo ,ci inserisce in un universo, come dice Fernanda , ” ….mentre lo scopo dell’esistenza è portarsi sempre oltre, scoprire sempre nuove espressioni di vita…..realtà in continuo crearsi e mutare”L’autrice si manifesta vanificandosi e mentre parla di se stessa ,ci sta parlando anche di altri personaggi che balzano vivi dalle pagine .Cristina non finirà mai di stupirci! Grazie

  7. Recensione particolarmente sentita.
    La apprezzo molto.

    E vorrei esserci anche io con voi due.
    Grazie, Ferni.
    Grazie, Cri.

    Grazie a tutte le altre.
    E vorrei esserci con voi tutte.

    gb

  8. è vero e sorprendente quanto dice Ferni del comunicare tra noi, e io so per esperienza che quando questo accade altre forze conducono al riconoscimento dello spirito.
    ed è fonte di gioia e di meraviglia ogni volta.
    il pc, la rete, tutto ha concorso ad avvicinare e comunicare come mai si sarebbe potuto fare in passato, acceleratore di amicizie e incontri, offre la possibilità di proiettarsi in tante storie, in tante vite.
    ho imparato ad accogliere e ad abbracciare, virtualmente e materialmente. e questo lo devo a persone generose e instancabil, artiste speciali. come Ferni.

    ho trovato anime sorelle, talentuose (alcune sono qui presenti e le rigrazio con tutto il cuore).

    Marta, Maria, gb, un caro saluto.

    e grazie ancora a Ferni e a voi
    con un abbraccio immenso!

  9. Una lettura, quella di Fernanda, ispirata, che va a toccare tutti i punti fondamentali del libro, con cuore e logica che si esprime con coinvolgente espressività, a rendere le tante sfaccettature dell’opera di Cristina. Cristina ci ha fatto dono sincero della sintesi più vicina ai suoi frammenti interiori, così come si sono rivelati, durante la vita, durante il viaggio attraverso la scrittura; noi li raccogliamo facendoli nostri dove ci riconosciamo, dove partecipiamo, dove amiamo sorprenderci grazie alla costruzione letteraria, tutta protesa verso il massimo ascolto delle voci infinitesimali che ci abitano. Questo libro senza ergersi a maestro insegna l’ascolto, intraprenderne la lettura significa acuire le proprie sensibilità. Grazie a Cristina e a Fernanda.

    Doris

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