Persone libro e poesia per Forugh Farrokhzad

E’ morta nel mese di febbraio (14 febbraio 1967) Forugh Farrokhzad, la volevamo ricordare, per la voce che ha lasciato in molte persone, anche lontanissimo dalla sua patria. Ed è notevole ricordare che solo un numero estremamente limitato di donne iraniane ha ottenuto qualche riconoscimento, anche  estramente piccolo, in Iran, al di fuori della propria casa e  senza dover dipendere dalla relazione con un uomo, o da un patronato maschile. La più nota fra queste è la poeta Forugh Farrokhzad (1935-1967), la donna più famosa nella storia della letteratura persiana. Forugh Farrokhzad è nata a Teheran in una famiglia della classe media.Sette fratelli componevano il nucleo famigliare oltre i genitori. Ha frequentato le scuole pubbliche fino al nono grado, successivamente, ha ricevuto una formazione di cucito e pittura, e siè sposata quando aveva solo diciassette anni. Il suo unico figlio, il ragazzo la cui memoria ha trattato in “Una poesia per te”, è nato un anno dopo. In meno di due anni , il suo matrimonio è fallito, e Farrokhzad, dopo aver dovuto rinunciare al figlio, lasciato alla famiglia del suo ex-marito, ha  cercato di perseguire la sua vocazione per la poesia, vivendo da sola, senze dipendere da nessun uomo. Ha dato voce chiaramente ai suoi sentimenti , siamo alla metà degli anni ’50, ha parlato del matrimonio tradizionale, della condizione delle donne in Iran, e ha chiarito la sua situazione di moglie e madre, mostrando che non  è più possibile vivere ancora una vita come vorrebbero le convenzioni della tradizione, e questo lo afferma soprattutto  in poesie come “La prigioniera”, “The Wedding Band”, “Chiamata alle Armi ” e  ” a mia sorella “. Come poeta e donna divorziata a Teheran, Farrokhzad ha attirato molta attenzione e notevole disapprovazione. Ha avuto diversi rapporti, ma di breve durata, con alcuni uomini,  “Il peccato”  descrive uno di loro.Si può dire che la sua vita abbia trovato un po’ di conforto in un viaggio, durato  nove mesi, in  Europa, e nel 1958 ha incontrato Ebrahim Golestan (b. 1922), un controverso film-maker e scrittore con il quale ha instaurato un rapporto che durò fino alla sua morte in un incidente stradale, quando aveva appena 32 anni,  proprio nel mese di febbraio del 1967. A differenza di altri predecessori maschi ma anche di altre presenze femminili, Farrokhzad aveva una voce poetica che è stata e permane memorabile. La sua è una voce che continua a farsi sentire, là dove nessuna voce può essere sentita da tutti.

Suono, suono, suono,
Solo il suono rimane.

Ed è dono, che ancora oggi,  fa vedere dentro  ciascuno di noi.

Dono

Io parlo dagli abissi della notte.
Dagli abissi dell’oscurità io parlo
Dal profondo della notte.

O amico, se vieni a casa, porta per me una  luce
E unna piccola finestra,
da cui  guardare la gente del vicolo   felice.

Forugh Farrokhzad

.

L’iniziativa delle Persone Libro, che ha davvero pro-mosso la memoria di un libro famoso e la cui eco in me è vivissima, Fahrenheit 451 di Ray Bradbury,è degna di nota e sottolineatura perché le persone coinvolte si sono fatte ciascuna carico di portare in sè una poesia, o uno scritto , una traccia di un autore, e dicendolo agli altri si fa’ gesto tangibile  che traduce la comunione e la condivisione, scavalcando i vuoti del tempo, poichè è il sentire, il sensibile,  che vive in ciascuno di noi,che viene lanciato come un ponte e che unisce terre anche tra loro diverse. Trovo che ancora si dovrebbe allargare questo movimento spontaneo, che agisce  la forza della presenza.

f.f.- 20 febbraio 2011

.

Il peccato

Ho peccato, un peccato tutto riempito di piacere
avvolta in un abbraccio, caldo e ardente,
ho peccato tra due braccia
che erano piene di vita, virile, violente.

Nel luogo debole e silenzioso dell’isolamento
ho guardato nei suoi occhi che erano pieni di mistero
il mio cuore ha palpitato nel mio petto anche troppo fremente
per il desiderio che ardeva nei suoi occhi.

Nel luogo debole e silenzioso dell’isolamento
come mi sono seduta accanto a lui tutto l’interno in agitazione
le sue labbra si sono posate sulle mie labbra
ed io ho lasciato cadere i dispiaceri del mio cuore.

Ho sussurrato nel suo orecchio queste parole di amore:
Ti voglio, amico della mia anima
voglio che tu mi stringa tra le tue braccia
voglio che tu ti stringa a me, che sono folle damore per te.

Il desiderio è sgorgato nei suoi occhi
come del vino rosso sgorgato da una coppa
il mio corpo ha volato sopra al suo
nella morbidezza del letto soffice.

Ho peccato, un peccato tutto riempito di piacere
accanto a un corpo ora debole e languido,
sono consapevole di quello che ho fatto
nel luogo indistinto e silenzioso dell’isolamento.

Traduzione dall’inglese in italiano di Cristina Contilli

.

Josephine Sacabo

Altri testi dell’autrice sono rintracciabili al sito dedicatole:

http://www.forughfarrokhzad.org/index1.htm


4 Comments

  1. una nota tutta da leggere ed ascoltare
    mi hanno colpito, tanto da ascoltarli più volte, i video e, in particolare, stralci dalle lettere: “la mia terrificante vita interiore”
    ha un peso, una specifica misura, un senso manifesto la scelta di possedere una personale vita interiore che si dona malgrado
    “Il compito di redigere lo statuto del mio cuore
    Non è compito del locale governo di ciechi”

    da leggere ancora

  2. Giravo su internet e ho trovato questo post dove ci sono anche alcune mie traduzioni… oltre a Forugh Farrokhzad io ho tradotto alcuni anni fa anche testi di Nadia Anjuman e Mahnaz Badihian…
    Ciao, Cristina

    1. ciao Cristina, sono lieta di incontrarti in queste vie, verso il ponte del sale…Ottima segnalazione la tua che prendo subito al balzo:perchè non ci mandi qualcosa? L’indirizzo è cartesensibili@live.it. Spero di ricevere tue nuove. fernanda f.

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.