GROUNDoverTHIRTY-Veevera: La chiamano Indiana Jones. Lei è Sarah Parcak, un’archeologa moderna che scava col satellite la terra

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La si può certamente definire come una moderna Indiana Jones, questa archeologa vincitrice del Premio TED 2016. Il suo nome è Sarah Parcak e per individuare siti antichi perduti utilizza immagini satellitari. Il suo desiderio di ritrovare le nostre antiche tracce perdute nei sotterranei del pianeta certamente aiuterà anche a proteggere il patrimonio culturale mondiale. Ci saranno quasi certamente centinaia di migliaia di siti antichi ancora sconosciuti in tutto il mondoe lei, Sarah Parcak, vuole individuarli. Come archeologo satellitare analizza le immagini a infrarossi, raccolte ad una distanza anche notevole dal pianeta ma tali immagini raccontano, atraverso la superficie terrestre, dei  sottili cambiamenti comunque percettibili e se individuati da un’attenta osservazione segnano una presenza umana nascosta alla vista. L’obiettivo dunque è di rendere di nuovo visibile quanto la storia e le trasformazioni hanno reso un racconto invisibile e di offrire una nuova comprensione di quanto costituisce il nostro comune passato.

L’ispirazione le è venuta da suo nonno, un pioniere della fotografia aerea. Mentre frequentava il corso di Egittologia  all’università, lei ha effettuato una serie di scansioni della terra via satellite per ottenere informazioni su di essa attraverso telerilevamento e ha continuato a sviluppare una tecnica per elaborare i dati satellitari per trovare e osservare i siti di rilevanza archeologica dell’Egitto. Il suo metodo consente la scoperta di nuovi siti in modo rapido ed economico.

Parcak è professore presso l’Università dell’ Alabama a Birmingham,  ha fondato il Laboratorio per l’osservazione globale e ha scritto il primo testo sull’archeologia satellitare. È un Senior Ted Senior e un National Geographic Explorer,  è apparsa nei documentari BBC e Discovery Channel City Lost dell’Egitto e dell’Impero Persiano di Roma.

Il suo ultimo lavoro si sta concentrando sul saccheggio di siti antichi. Grazie alla mappatura satellitare dell’Egitto e al confronto nel tempo di molti siti , ha rilevato un aumento del 1.000 per cento del saccheggio dal 2009 nei maggiori siti antichi considerati. È stato così chiaro che quasi sicuramente artefatti antichi del valore di milioni di dollari vengono rubati ogni anno. Parcak spera che, attraverso la mappatura, siti sconosciuti possano essere protetti  e così facendo si possa slavare  la nostra storia, così riccamente ospitata nelle viscere della terra.Molti si sono occupati del suo lavoro indicando come, per esempio,il suo computer portatile riporti  immagini satellitari con migliaia di puntini neri, testimonianze di scavi in ​​Egitto, dove molti saccheggiatori hanno scavato alla ricerca di mummie, gioielli e altri oggetti digrande valore e richiesti dai collezionisti di tutto il mondo e poi pubblicizzati nei cataloghi delle aste e trafficati su eBay: un mercato nero criminale globale stimato in miliardi di dollari (fonte  New York Times).

Parcak usa la topografia della NASA per mappare  paesaggi in tutto il mondo. Analizzando le immagini satellitari e utilizzando algoritmi complessi, può vedere i sottili cambiamenti nella vegetazione, sotto la superficie terrestre, che possono indicare la presenza antica dell’uomo. Utilizzando la tecnologia a infrarossi, Parcak e la sua squadra hanno fatto rivoluzioni impensabili nel campo dell’archeologia. Oggi, si stima che solo il 10% circa della superficie terrestre sia stato esplorato. Ma con la visione dell’archeologa, migliaia di città antiche possono essere scoperte negli anni a venire. La scienziata infatti ha messo a fuoco, con il suo lavoro, l’enorme potenziale di connessione tra tecnologia e archeologia e l’espansione che ne può derivare relativamente ai gruppi di osservazione, delle diverse  comunità, che possono essere coinvolti. I satelliti sono diventati in questo modo uno strumento estremamente utile, in quanto mostrano agli archeologi dove guardare.

Parcak ha vinto un premio TED da 1 milione di dollari per i suoi successi e per i suoi programmi  futuri. Il suo desiderio è costruire una piattaforma di scienze per i cittadini in linea nella reta che potrà diventare uno strumento moderno per educare i futuri esploratori e aiutarli nel processo di scoperta e conservazione delle città antiche, la salvaguardia di un patrimonio culturale mondiale enorme, che appartiene a tutti noi. Il progetto è già stato lanciato e si chiama GlobalXplorer, ma necessita di aiuto aggiuntivo, soprattutto sotto forma di supporto finanziario. La piattaforma online che è stata predisposta è solo un inizio perché  Parcak ha grandi piani che prevedono la progettazione di un satellite specializzato per la ricerca archeologica. Se qualcuno avesse interesse a contribuire al progetto finanziariamente, può inviare una e-mail ed esplorare le possibilità a sua disposizione, oppure può anche inviare una email direttamente a lei.

Lei è molto preoccupata per il sabotaggio dei siti archeologici legato al mercato nero senza contare inoltre l’orrenda distruzione delle città antiche del Medio Oriente, attuata dai terroristi. La sua appassionata ricerca è comunque un punto fermo ed è evidente nel lavoro dell’archeologa che il suo progetto è tutto mirato a rafforzare le conoscenze della comunità umana, condividere le scoperte per tentare di comprendere chi siamo in senso storico e dunque chi  siamo oggi.

Veevera

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Riferimenti in rete:

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http://www.youth-time.eu/slideshow-personalities/sarah-parcak-a-modern-indiana-jones-powered-by-satellites

http://blog.ted.com/announcing-our-2016-ted-prize-winner-satellite-archaeologist-sarah-parcak/

http://www.globalxplorer.org/#new-page-3

http://tedxtalks.ted.com/video/TEDxYALE-Dr-Sarah-Parcak-My-Own;search%3ADr.%20Sarah%20Parcak%20describes%20her%20own%20twist%20of%20fate%20and%20how%20she%20became%20a%20Space%20Archaeologist.

Doing archeology from space: Sarah Parcak at TED2012

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