PASSAGGI CON FIGURE- Elianda Cazzorla: Madre

e. c. – monopoli- contrada padresergio  2018

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L’ho vista sull’uscio, alzando lo sguardo dalle zucchine. Le stavo tagliando sottili, per friggerle, come m’aveva insegnato. Farina e uovo in due piatti distinti. E l’ombra, nel suono rimasto impigliato tra le corde della tenda, continua a ondeggiare. Verde nel sole.
Lascio il coltello sul tavolo. Vorrei raggiungerla. Dove corre?
Esco di casa. Mi giro attorno. Nessuno, oltre la soglia. Solo una vaga presenza.
E strida di rondini dondolanti sul lungo filo della luce da un palo all’altro e lontano l’eco della tortorella in qualche anfratto invisibile. D’un tratto un fiato tra le foglie di ulivo.

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e. c.- ulivo giardino botanico capitanio- monopoli- contrada conghia 2018

 

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È lei? No. È il vento che attraversa le fronde e poi suona gli stecchi sulle chianche e solleva la polvere leggera. Lei è dentro la terra, cosa voglio? Eppure la sento. Continua, soffio di vita, portami la donna giovane morta per un arido desiderio del destino.

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e.c. -rivisitazione molo di pola 2018

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La vedo. Corre sul molo di una città lontana. Ride i sogni.
Vienimi incontro. Le dico. Stringi le braccia attorno al mio corpo. Prendimi. Mi sfugge, è bimba nei passi. Come può amarmi? Non sono ancora nata. Corre lontano.
Vento amico d’estate modula la danza dei rami del pepe anarchico, fa’ che lei si fermi tra le palline rosa in grappoli da sbriciolare nella ciotola del mare, fa’ che guardi le foglie sottili in aurea crescita per la luce del sole, fa’ che nel turbinio del tuo respiro mi venga incontro, fa’…

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e.c.- albero del finto pepe- monopoli,contrada padresergio 2018

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Eccola nel vestito di lino azzurro l’ultimo nella bara con i bottoni nuovi, nel fascio di margherite, gli occhi miei lucidi, quelle sue stelle nere serrate A una a una cadono le corolle del dolore nelle gocce di pianto. Stringo le dita a pugno nel ricordo.
Le tendo le braccia, vieni Madre metti i tuoi passi, dà il tuo tocco alle guance del mio cuore, accarezzale come quel giorno in cui andai sposa e prendesti il mio viso tra le tue mani e di rosa e porporina d’oro lo velasti e leggera mi sentii come nuvola di tulle.
Vieni Madre, stendi in ogni mia piega il tuo fard’amore.

Colorami. E non morire più.

Elianda Cazzorla

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e.cazzorla -sposa per strada, lione 2011

 

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