Sono stata, come faccio di frequente, a visitare il sito di un caro amico, Gaetano Bevilacqua, alle cui incisioni molto spesso faccio ricorso nell’impaginazione dei post, per la bellezza e la poesia delle immagini che crea, attraverso le sue acqueforti. Nell’ultimo giro di ricognizione, mi ha attratto particolarmente un libro, curato appunto dalle Edizioni dell’ombra, contenente tre poesie di Andrea Longega. Dopo aver chiesto il permesso, le pubblico per condividere con tutti i nostri lettori qualcosa che, personalmente, definisco “stato di grazia”, una purezza che contamina perché disarma, bellezza che canta e a cui non si resiste, in cui la voce del poeta segna l’aria, ne fa ponte per arrivare oltre la riva della vita, fino alla sponda dell’oscurità, che s’illumina per un sentire schietto, diretto.
f.f.-11 dicembre 2010.

cum cibo cum quiqui
(Plauto, Casina)
prima che fassa matina
parleme co la vostra
vóse prima, come fusse
la nòte de Nadal.
Conteme del mondo
(savè de la Elvira? de la so tuta
de cinilia?)
e de quelo che ne l’aria
e in mèzo ai rami
se tramanda.
**
Par chi xe tuta questa aqua
de la fontana? Par chi xe
tuta questa acqua che el vento
spande fora, su le pière
e su la tèra e che l’aria no suga
né el sol? Adesso che xe istà
de matina presto da casa ti la senti
l’aqua freda de la fontana
sola, nel silensio ciaro de la riva
e prima, de ogni umana fede
e congetura.
***
Cussì tante volte torno
col pensiero a ti
ma no ghe xe dialogo
– sì Elvira, propio come
in vita! – xe solo un mio vardarte
dentro na botéga
un sentir la to vóse
da staltra parte de la riva.
**
Riferimenti in rete:
http://gaetanobevilacqua.blogspot.com/
http://gaetanobevilacqua.blogspot.com/2010/09/edizioni-dellombra-andrea-longega-da.html
tre testi di poesia che nascono dal quotidiano certo,ma dove gli affetti nutrono la vita di un sentimento così profondo da non sentire la separazione con l’oltre.Oggi che tutto è mondano, non si sente più il mondo con questa interezza.silvia
solo belle,bellissime, di una delicatezza a cui non si è abituati, in questi tempi di malcostume, di mercato degli affetti, della compra vendita di immagini.Davvero bello questo libro, libretto solo per le misure,ma di grande impatto emotivo.
dall’altra parte della riva, nella stessa corsa della vita, un’acqua che scorre tra terra e cielo e tutti ci tiene insieme,tutti, anime corpi sogni e cose stelle animali,tutto lo stesso cosmo.Bellissime poesie.
Lisa Craver
per me che sono del sud,non è proprio tutto comprensibile.Ho cercato di intuire,ma mi piacerebbe avere una traduzione dal dialetto che qui vine utilizzato per creare una specie di riflesso sull’acqua, che immagino possa essere quella della laguna,ferma,magari con la luna,che contiene ancora il volto della persona che si ama ancora.Marzia
per chi è tutta quest’acqua
della fontana? perc hi è tutta questa vita,aggiungo, se poi la si sciupa,inquinandola,imbrattandola di guerre e sentimenti che seminano solo guerre e discordie.Bellissimo libretto di poesia d’amore,che altro?
La buona poesia è un’isola. L’isola questa volta è trasparente e veneziana…come un buon cristallo
ringrazio tutti a nome di Gaetano Bevilacqua, impegnato in una presentazione delle sue opere, e anche da parte di Andrea Longega che sapevo in viaggio.ferni
Tornato dal viaggio…sono io che ringrazio personalmente tutti e soprattutto Fernanda per aver scritto quello che vorrei sempre leggere riguardo la mia poesia. Il primo grazie va comunque alla bravura di Gaetano: nella foto non si coglie appieno la poesia della sua incisione, la sua delicata sobrietà e precisione. Grazie ancora, Andrea
Benvenuto Andrea, ora la porta è aperta,quando vuoi farci visita ci farà sempre piacere e se vorrai inviarci tuoi testi il nostro spazio e a disposizione. ferni
Parola e segno.
Trovare in una poesia il respiro di cui nutrire la trama dei segni da incidere non è cosa sempre facile. Si rischia, spesso, di relegare l’immagine che accompagna un testo ad un ruolo subalterno e meramente illustrativo. Il mio tentativo è di solito quello di creare un percorso parallelo e con Andrea è stato naturale tramutare il respiro avvertito nei suoi versi in segni che vibrassero di una propria autonomia, pur mantenendo una loro prossimità a quanto suggerito dalle immagini e dai suoni evocati. E’ stato naturale proporre una acquaforte che filtrasse con altri rimandi il distillato dei versi. Parola e segno, quindi. Ho immaginato la voce prima del mondo, cio’ che è preesistente all’umano, occupare il cielo del piccolo paesaggio, nella matrice di ottone che stavo disegnando, con una nube di conchiglie, di fossili che ne tramandasero l’eco (forse lo stesso eterno sussurro che udivo da bambino appoggiando l’incavo di una conchiglia all’orecchio). Un tappeto sonoro su cui si muovessero la memoria e l’umano dolore. E un puntinato volo che collegasse ciò che è terreno a ciò che sta oltre la riva, il confine. Parola e segno; segno e parola, allora. In questo, questo librino sta, in questa osmosi. Un luogo altro ove poesia e incisione, donando e ricevendo, vivono, almeno per me, di uno scambio continuo e di rimandi. Ed è tra i più riusciti che io abbia mai stampato. Di questo, come di essersi fatto presente con la sua voce e i suoi versi, ringrazio Andrea.
Un abbraccio e un ringraziamento tardivo a tutti,
Gaetano
questa via è una galassia che brilla, è un cosmo che si origina dal suo ora,un ora-colo da dentro l’incipit, quel fossile che è un suono-suolo segno disegno di un verbo che va e si fa riva in ogni essere.
Sintetizzo la tua vasta poesia, in queste parole rigide,rozze bozze,ma è il mare che devo tentare in poche righe di abbracciare, di raccogliere come tu fai accogliendolo nel labirinto del tuo o(re)cchio.
Grazie per quanto hai svelato, grazie per le luci che hai portato insieme ad Andrea. Un grande abbraccio a entrambi,ferni