LANDAYS- distici delle voci

Il lungo percorso relativo alla raccolta e alla diffusione dei landays (o landai) promosso da Vittoria Ravagli qui in cartesensibili rintracciabile in tutte le sue fasi seguendo i links di seguito riportati.

Tutti gli articoli pubblicati in cartesensibili relativi ai landais sono reperibili attraverso questo link
https://cartesensibili.wordpress.com/?s=landais

Tutti i Landays presentati a Bologna il 28 settembre 2013 in occasione della giornata dedicata a questo tema e altri ancora aggiunti più tardi nel tempo sono in Archivius di Cartesensibili

https://archivius926497896.wordpress.com/category/landays-distici-delle-voci/

*

Landays-distici delle voci

Ordini stupidamente di tacere,
non capisci che la voce della verità è più forte del tuo raglio

.

you order stupidly “shut up”
you don’ t understand the voice of truth is stronger than your bray

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Non è manipolando le frasi dei profeti
che la tua menzogna diverrà verità.

Francesca Diano

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Ci avete tolto l’aria
ma noi siamo le foglie che respirano

Antonella Barina

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Non scaglia ma leviga i sassi
la pazienza assaltata, li affila di luce.

Anna Maria Curci

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donne afgane 4.

Vita: sanno gli altri cos’è.
La mia pelle d’ebano ne è deturpata.
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Il mondo: luogo per vivere.
Per me è solamente luogo per morire.

Valeria Serofilli

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chi mi solleva in volo? chi si unisce al mio canto?
siamo già uno stormo d’ innumerevoli sorelle

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il nostro canto ti lava la fronte
sei accerchiato, anche tu liberato ci seguirai stupefatto

Annamaria Ferramosca

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donne afgane3.

Scrivo per non morire dentro.
Ascolta la mia voce, non lasciarmi sola.

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Nato da una donna come me
porta rispetto a tutte quelle che incontri.

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La violenza verso le donne
ti sarà restituita con gli interessi.

Deborah Mega

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La violenza dell’ostacolo non trattiene l’acqua
ma la fa scorrere più forte e più lieta

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Guardo questa notte e la vedo chiara
lacrime hanno lavato la tua oscurità priva di sguardo

.

Cado, mi rialzo, mi allontano
mentre tu rimani inchiodato alla macina del rancore

Lucia Guidorizzi

*

Vorrei impiccarti ai tuoi occhi
farti sentire l’odore della tua morte

.

forte tu sei col tuo bastone
debole io sopporto il tuo basto  te vecchio

.

rotta me di poesia io canto
la notte profonda sbeccata dal tuo uccello

.

da una mia ferita tu nasci
guardati uomo, fiorito sei il mio sangue
.

mai più figli  dal mio ventre
semina tu  la tua gramigna nel tuo sangue

.

non  falsa giustizia prometto
da secoli ti nasco ti cresco e  ti tumulo

.

è normale per te la guerra
ma spacca la guerra le vite le interrra

.

con pietre ancora mi uccidi
montagne altissime i corpi che vedi

.

uomini vengono la notte
in me non hanno seme come pioggia al sole

.

contami in tutte le altre
io che non ho nome sono per tutti terra

.

Un tempo mi giravi intorno
ora mi stringi una corda intorno al collo

.

in te manca memoria uomo
madre è sempre prima anche nell’ultima

.

sulle mani ho segnato rose
con tutte le spine pungolerò il tuo cuore

.

nomade la testa il cuore
ma nel sangue fitto e rosso sta il mio nome

.

gioco di mille carovane
il mio tempo è in tutte le altre sorelle

Fernanda Ferraresso

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donne-afghane-..

Vivevo nella tua menzogna fatta mia
finchè non mi si stramò la carne e capii

.

Di terra ricopro il mio velo.
Spunteranno radici da dea.

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Il male del tuo animo  indenne
pesa quanto il bene del mio dolore.

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Celo il corpo sotto il lino da me lavorato
è prigione da cui evado con gli occhi.

.

Strappo le vesti che mi catturano,
tu non puoi fermarmi ché non sai fare trama.

.

Gelo nell’animo senza amore
ma amore non è la tua frusta e la chiave che mi rinchiude.

.

Aprirò le braccia al cielo
da prenderne fili e nuvole, libera di combattere la paura.

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Cerco di impastare il cibo,tra semi e lacrime.
Ora non puoi tenermi, l’opera è solo mia.

.

Dal tuo seme incosciente
la mia scelta di rinascere

.

e prendo la luna insieme
ai miei passi liberati

Antonia Piredda

 .

donne afgane18

.

Oggi è un giorno di festa
Il mio nome canto, io canto il mio nome

 .

Dalla mia finestra nuvole
e vento mentre la luce segna le strade

Elena Latini

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Per le donne che hanno reso
vita e continuita’ al creato

 .

Intessuto di rosso e viola argentato
il mio landay oggi ho liberato.

 .

Per quelle sorelle che non hanno occhi
per ammirare e voglia di sognare

 .

Tappeto volante sul quale adagiare odi e canzoni
speranze vittorie sconfitte progetti
emozioni

 .

Frange lunghe come aquiloni ai quali appigliarsi
lasciarsi andare e imparare a volare

Beatrice Impronta

.

donne_afghanistan

.

Ti invito a sorprendermi
con la gentilezza che non sai d’avere

Vera D’Atri

*

Uccisa sorella ti sento:
mi entrasti in bocca, ti sento, col vento.

.

Voci da Occidente, rare.
Qualcuno ci pensa? ci conosce qualcuno?

.

Le mie mani si disfogliano
per l’inverno senza fine. Porta il canto
oltre Kandahar, pórtatelo
nella sacca delle sementi eretiche.

.

Sto appesa a testa in giù
pipistrello conosco gli echi del monte.

.

Sto nascosta nelle midolla
dell’arbusto – densa la vita, inesausta.

.

Ninno una bambina di neve
solo mia e libera. Non la disfa l’afa.

.

Nel cortile cresce un noce
mentre cullo la mente nel corpo offeso.

.

Guardo al sasso che m’insegna
che m’inazzurra che nel pensiero germina.

.

Mi possiedi nel buio di casa.
Solo nel buio sei il buio sai il buio solo buio.

.

Tu non sai. Io so. Tu non vedi.
Io vedo e pronunzio il mio giudizio.

.

Di sorella in sorella
fino ai confini un canto, un alito
di gelsomino.

Antonio Devicienti

*

Sono della tua stessa carne
perchè mi vendi al mercato come il bestiame?

.

Mi faccio di pietra e di marmo
non alzare le mani e neanche la voce

.

Attento, dalla testa rotta
escono le mie poesie più affilate

.

Figlia non sprecare le forze
impara la furbizia aggira la montagna

.

La tua voce prigioniera
grida dalla mia bocca il nostro dolore

Mariangela Ruggiu

.

.
donne-of-afghanistan.

 

Filati di fiamma a fiotti
irrimediabili riflettono il blu.

Rita Pacilio

*

ed io che mi faccio rumore
nell’altro che tace d’edema impastato
.

prendimi come velo d’urlo
e nel solstizio d’autunno forgiami primavere
.

nessun colore s’avverte
nelle mille piaghe oltre l’ade dell’odio

Simonetta Bumbi

*

Hai mischiato il mio viso

all’acido, e in mano un libro sacro’

Marco Bellini

*

Incancrenite tessiture
coprono desti ricordi nel tempo guastatisi.

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Monco è il sonno
se escludi il raggio che scorre luminoso tra te e il tuo sole.

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Carenti ossa nel subbuglio di fumi sotterranei
coagulati nel sottoscala di una vita vissuta a ritroso.

.

Ho ascoltato un uomo, correva urlando,
da un letto spiegazzato ambiva una stella.

Rina Accardo

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donne afgane19

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non ho prigione ricordalo
la mia morte sarà la tua amputazione

.

dal piede più in basso ti sento
morte è in te non c’è fuoco dentro il corpo

.

se muoio il mio corpo  fiorisce
e di terra nuova mi rinasce là vivo

.

avanti e indietro sono un treno
le mie parole viaggiano vanno lontano

Francesca De Simone

.

poetry foundation-264-opt.

Vedi non ha più acque il fiume
Le ragazze non vi cercano più l’amore

avevi una parola chiara
ora la notte tu mi chiudi in una bara

Giovanna Villa

*

sulla mia luna uno scorpione
aspetta una  mossa falsa e sono morta

.

traccio segni in aria interro me
non sai che  sono un seme vivo dell’eternità

Lina Sacchi

*

mi vende a chiunque mio padre
noi donne abbiamo una sola sorte  morte

Maria De Carli

*

guardate misurate il  volo
vedove o puttane così  imprigionate

.

non il  mio volto hai sfregiato
il mio corpo  hai martirizzato la vita
.

con canne di fucile peschi
credi che io sia il tuo fiume ma sbagli uomo

Anna Ruffini

*

mi dicevi amore amore
mi hai tagliato il respiro strappato il cuore

Lella Cosimo

.

donne afgane inverno.

nella tua testa c’è deserto
nella mia lingua  sole  il vento mi attende

.

per te volevo farmi fiore
lasciare sulla riva  in una scia il mio nome

Carla Reina

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né casa né sposa ma schiava
lunga catena  sciolgo la  notte dal giorno

Alberta Simone

*

Ti ho dato baci  messo braci
il tuo corpo cadente è  fiorito d’inverno

.

interri il mio sole con l’asta
in battaglia nasconditi  non hai anima

Mohana Kaliki

*

la guerra il cibo e il  sesso
quando muore la voglia per me solo un sasso

.

qual’è il codice che ti guida
la legge il tuo  libro o  una mano impietosa?

.

non ho vita che basti per te
tu sei l’uno e il tutto l’onnivoro sei

Petra Gross

*

Mi abbraccio in questa notte
sepolta dalla paura divento vento.

Antonella Facchinelli

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donne afganistan-RAWA school

.

Ho gli occhi di questo nulla
lontani adesso da me  solco eterno

.

Noi più grandi della paura
danziamo il volo del nostro segreto

( a Noor Basra -15 anni e a sua sorella Noor Sheza16anni)

Nicoletta Nuzzo

*

E’ tessuta  è la mia vita
str-a-mata terra ordita dagli avi

.

Landays for Amina

Il mio seno terrorizza
è libera la mia mente e il corpo

Martamara

*

per tutto l’inverno in attesa
a primavera sei tornato morto

.

la casa è senza giardino
ho disegnato un fiore sui piedi e sui palmi

.

tremo persino nei miei sogni
fanno rumore di foglie secche le ossa

.

l’ immagine mi perseguita
di te che sei  un sacco vuoto e senza amore

.

tutto tempo perso il mio amarti
mi hai lapidata sulla porta di casa

Angioletta Ghirri

*

da qui non ho mai visto il mare
eppure era un oceano in tempesta amarti

Fabrizia Silvestrin

.

AFGHN-10149, Kabul, Afghanistan.

ma passa il tempo e tu con lui
il sole mi scalda é il mio nuovo amante

Fiorenza Vallin

*

mia pietra silenziosa vita
chiudi la mia notte nei giorni che passano

.

sì parlerò restando ferma
i piedi dentro la vita mentre affoga

.

tutti i miei segreti in te
pietra candida del polso con cui ti canto
.

sono andata in mille pezzi
guarda ora io sono polvere per strada

Ada Guglielmi

*

io aspettavo il tuo ritorno
tu non una parola dentro la mia guerra

Sandra Sitti

.

donne afgane c.

Scelgo la mia pietra paziente
con  me si getterà nel fiume di domani

.

nel libro sacro sacra non è
la mia vita di donna è essere  bestia

.

dove siete giorni fioriti
attorno i miei occhi  vedono solo morti

Gisella Della Porta

*

guardando crescere i miei figli
sento allargarsi il mio corpo così farsi grande

Serena Dalla Libera

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AFGHN-10065.

voglio studiare per essere
libera da ogni idea senza vita e luce

Mirella Bruni

*

da morta raccogli il mio burqa
brucialo come sempre hai fatto con la mia vita

Marcella Serrano

*

ci sono morti dietro di me
tutte le altre che hanno lottato per me

Luisella Cogo

*

feroce il mio cuore mi spezza
di qua la casa la festa di là la testa

Veronica Turretta

*

qui tutto è religione io tu
ma la guerra non ha né dio né legge

Carlo Turlon

*

Sorella, il pianto è nell’uomo
ma canta il respiro sul tuo cuore acceso

.

Sorella, il tuo volto di fiamma
solleva le voci che dal buio cantano : poesia, libertà!

.

Sorella, il sole è appeso alle foglie
cade mosso dalla tua grazia, dal cuore che canta : ora!

Iole Toini

.

donne afgane

.

Andromaca volto celato
calpesta la terra ove il figlio giace

Chiara Catapano

*

Cuci col filo di seta l’anima
alterna alle perle bianche il mio sorriso

Alessandra Piccoli

*

Ho pagato le tue parole
con denari d’oro in cambio di ghirlande.

Sonia Lambertini

 *

Sulla luna salta la tigre
e da lassù più niente mi sarà distante

.

rotto lo specchio più non guardo
mi attraverso io sono tutte le terre

Francesca Lelli

.

suhair sibai

.Suhair Sibai  rose.

 

Ombre orfane di futuro
silenzio nel cuore accanto a me.
.

Quando muore il giorno
le tenebre del dolore entrano dentro di me
.

Sfoglio le vostre lacrime
per scegliere le più azzurre.

Carmelo Musumeci

*

Esta mujer exiliada no termina de morir,
volved su rostro hacia la terra natal para
que pueda liberarse de su último suspiro.

.

Questa donna esule  non ha finito di morire,
rivolge la faccia verso la terra natale
perché le sia possibile liberarsi del suo ultimo respiro.

*

Tengo una flor en la mano que se marchita,
no sé a quién dársela en esta tierra
extranjera.

.
Tengo un fiore  nella mano che sfiorisce,
non so a chi darlo in questa terra
straniera.

Sayd Bahaudin Majruh

In El suicidio y el canto.Poesia popular de las mujeres pastunes

*

la guerra la guerra la uccido
da troppo è lei che ti ha rubato a me
.
Gianna Pagetti
 
.
*
 

Lettera-landay alle amiche afghane

.

Amiche, vi scrivo da Roma.

L’Aquario, segno della libertà, vi chiama!

.

Afghane, ascolto da Roma!

Sento da qui la vostra musica lontana…

.

Amiche, vi penso da Roma:

assaggio con empatia la vostra cucina.

.

Afghane, medito a Roma.

Leggo i vostri landay, e cerco la rima.

.

Amiche, vi amo da Roma,

alla vostra verità-tappeto vicina.

.

Mariagrazia Pelaia

.

tappeto di agostina zwilling e le donne afgane di laghmani

.

.

Non è il vento dove morire
non è scritto l’abbraccio che mi cancella

Gianni Montieri

*

Un temporale i proiettili
sanguina la pioggia nel mio giardino

Roberto Schicchi

*

non è pietosa la memoria
solo il corpo dove i nomi non esistono

Anna Bianchi

*

la tua violenza non mi incatena
sono libera come la brezza del mattino

.

sogno le vele e il grande mare
mentre prendi il mio corpo senza che io lo voglia
.
Vittoria Ravagli
 
*

Hanno ucciso una madre e le sue figlie bambine
perché per allegria ballavano sotto la pioggia
.
Uomini veri di un paese lontano da dio
massacrano le donne in nome suo
.
Nella piazza d’un altro paese più vicino
le tagliano a metà come una mela
.
Nelle case di tanti paesi e nelle strade
squarciano adunchi il nido della vita
.
Ne sapeva Dalì di crocifisse:
le vedeva inchiodate al proprio amore
.
Potremmo processarlo il maschiodio
e condannarlo a vivere da donna

Cristina Bove

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opera di artista afgana del Center of Contemporary Art of Afghanistan

esposta a Firenze– 2009

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mi hai tagliato i capelli e allora
ho pregato il vento di portarmi le foglie.

.

la mano macchiata di sangue
tu non laverai nelle acque pure del fiume.

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il mio corpo è una melagrana
che ogni notte un coltello affilato dilania.

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vieni a prendermi il cuore sotto
la pelle: ti morderà con denti affilati.

.

chiuderai la mia porta a chiave
ma io lascerò la finestra del corpo aperta

.

mi hanno strappato la lingua
parleranno gli occhi scuri e le mie ossa dure

Giovanna Iorio

landays da  I sugheri e le zattere

.

opera di artista afgana del Center of Contemporary Art of Afghanistan

esposta a Firenze– 2009

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Quando Mah Gul è stata decapitata
Il mondo non ha tremato

Quando Mah Gul è stata decapitata, nessuno ha acceso una candela. Nessuno ha pregato per lei. Nessuno l’ha fotografata. Nessuno ha affisso manifesti con il suo nome e la sua immagine, in città. Nessuno ha registrato la storia della sua vita, i suoi sogni, la sua felicità, la sua tristezza, il suo sorriso o il modo in cui guardava.
Quando Mah Gul è stata decapitata, nessuno l’ha lodata per la sua integrità, per il suo coraggio, per la sua moralità.
Quando Mah Gul è stata decapitata, i miei amici su Facebook stavano scrivendo dei loro cibi preferiti e dei loro giorni difficili.
Quando Mah Gul è stata decapitata, ragazzi afgani spensierati stavano dicendo “sgualdrina” a una ragazza.
Quando Mah Gul è stata decapitata, i talebani stavano usando donne come scudi umani per portare i loro feriti negli ospedali.
Quando Mah Gul è stata decapitata, stanchi poliziotti afgani stavano fumando una sigaretta in cima alla collina di Maranjan.
Quando Mah Gul è stata decapitata, un poeta scriveva della fragranza delle labbra del suo amore.
Quando Mah Gul è stata decapitata, i giornali discutevano del dibattito presidenziale in America.
Quando Mah Gul è stata decapitata, un soldato in Afghanistan stava scrivendo una lettera al figlio.
Quando Mah Gul è stata decapitata, insegnanti afgani stavano riscrivendo una storia noiosa e storta sulle lavagne.
Quando Mah Gul è stata decapitata, una prostituta di Kabul si appoggiava ad un muro freddo, piangendo di fame.
Quando Mah Gul è stata decapitata, la televisione afgana trasmetteva soap-opere provenienti dall’India.
Quando Mah Gul è stata decapitata, il nostro vicino stava ancora picchiando la sua siasar*.
Quando Mah Gul è stata decapitata, le donne di Herat stavano appendendo camicie ad asciugare e speravano che, almeno quelle, avrebbero sperimentato della libertà.
Quando Mah Gul è stata decapitata, donne americane praticavano lo yoga per alleviare il loro stress.
Quando Mah Gul è stata decapitata, un “intellettuale” in Afghanistan ha commentato su come le donne indossino sciarpe più piccole, ora, e un mullah locale predicava sulle ragazze operaie che promuovono la prostituzione.
Quando Mah Gul è stata decapitata, Angelina Jolie non l’ha saputo.
Quando Mah Gul è stata decapitata, le nostre scolare non hanno indossato sciarpe nere di lutto per lei.
Quando Mah Gul è stata decapitata, il Presidente era impegnato.
Quando Mah Gul è stata decapitata, il mondo non ha tremato. In ogni parte del mondo, la gente segue la catena di montaggio della propria vita.
Quando Mah Gul è stata decapitata sua madre ha sorriso, perché sua figlia era, alla fine, libera.

Noorjahan Akbar.

*siasar: termine derogatorio per “donna” o “moglie”.

da http://www.linkiesta.it/blogs/il-tornio/il-corpo-delle-donne-afghanistan-una-candela-mah-gul

.

donne afgane9

.

insegnare a voi a cosa serve
il mondo parla di noi donne  per vendere
.
la testa in terra non è solo mia
tutte le donne che si vendono non hanno la testa

.
tu che scrivi non sai nulla
noi donne abbiamo il deserto in corpo
.
tutto è televisione ogni parola una vetrina
dietro un assoluto vuoto dove non potrei vivere
.
le vecchie sono peggio di tutte
ammazzano le giovani per mostrare il loro straccio di potere
.
è noiosa la donna di miseria e fame
per questo ci bruciano credono di godere il lampo della vita

.

Clara Bazza

.

.

Non so perché lui si agita…
La mano si trasforma in arma di odio.
.

Colei che vive nell’angoscia
ha già pronto il sudario della propria fine.

.

Il suo occhio si fa rovente
il terrore mi soffoca, mi paralizza.
.

Nella mano orrida lama
non mi uscì neanche: “Tu, un assassi…”
.

Il mio volto e le grida
perseguiteranno tutte le tue notti.

Gabriella Poluzzi

*

Da questo silenzio intessuto d’intento
ricaverò ponti celesti verso il mio Altrove
.
Chi sei tu che mi laceri
dove fa così male l’amore
.
Ricacciata indietro ricomincio a procedere
verso una promessa di aurore
.
Il mio corpo piange divieti
di memorie nascoste

Lucia Guidorizzi

*

Non conosce il passo e la strada
non sa di seguire l’orbita di una stella.
.
Sentirmi dicevo libera
mai più bottino delle tue inquisizioni.
.
Sono la nomade notturna
io fiuto il vento – tu non avrai più potere.
.
Inutile questo scavare
siamo solo macerie secoli di fosse.
.
Non mi appartieni se cammino
da sola con passi contrari al tuo richiamo.
.
E buttala questa corrotta
zavorra pezzo a pezzo lasciala cadere!
.
Si genera e nel farsi emette
un suono libero più potente del tuono.
.
Alzasti la lama nel pugno
la stessa mano per lo stesso tradimento.
.
Vittima cerbiatta all’inguine
il buio nel tuo corpo acerbo di bambina.
.
Questo sforzo teso alla luce
questo stare – malgrado – nel gesto che salva.
.
Traccio quel segno a cancellare
a dire no a bandire ogni spina di guerra.
.
Re nudo agli occhi di un bambino
ammutolisci balbetti che sono io adesso?
.
Al bivio collassa il secolo
sentieri senza tracce incalzano orizzonti.
.
Fabia Ghenzovich

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Tutti i Landays presentati a Bologna il 28 settembre 2013 in occasione della giornata dedicata a questo tema e altri ancora aggiunti più tardi nel tempo

PREFAZIONE da LA LUNA E I SERPENTI-
PRIMA ANTOLOGIA DI LANDAI ISPANO AMERICANI
a cura  di Silvia Favaretto e Daniele Rubin

100Thousand/ poets for change a Bologna-I LANDAYS NEL GIARDINO DEL GUASTO- Parte 1^

100Thousand/ poets for change a Bologna-I LANDAYS NEL GIARDINO DEL GUASTO- Parte 2^

*

https://cartesensibili.wordpress.com/2014/07/16/%D9%8Fper-ricordare-un-cammino-aperto-examples-of-pashto-landay-esempi-di-landay-pashtum/

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