Ne abbiamo dato notizia solo ieri, informati gentilmente e tempestivamente da Stefano Strazzabosco, nostro collaboratore, anche lui appartenente al gruppo Il Ponte del Sale. E’ proprio grazie al suo appassionato lavoro di curatore, che la rassegna DIRE POESIA, alla sua seconda edizione ( si terrà dal 21 marzo al 7 maggio 2010 a Vicenza) si farà Casa di Poesia, ospitando chi alla Poesia dà voce pregnante: i poeti.
Articolata in nove incontri , di cui il primo di apertura è appunto domenica 21 marzo alle ore 17.00 , presso Palazzo Leoni Montanari, la rassegna prevede la partecipazione di alcuni tra i nomi piu’ importanti della poesia contemporanea italiana e internazionale.
Ad aprire il percorso TITOS PATRIKIOS, del quale Stefano Strazzabosco ci ha inoltrato, e gliene siamo grati, tre testi poetici, di cui due inediti, il terzo la cui traduzione è ad opera di Nicola Crocetti.
In anteprima assoluta, dunque, rispetto alla manifestazione di Vicenza, porgiamo ai nostri lettori questa primizia di poesia…le altre sarà un piacere gustarle in diretta!
TITOS PATRIKIOS
Incontro a Madrid nel 1987
Il poeta Rafael Alberti
di appena tre anni più giovane di Lorca
sopravvisse alla loro tremenda guerra civile
senza compromessi, senza accomodamenti.
Dopo anni interminabili di esilio
a un certo punto fece ritorno in Spagna
con riconoscimenti e onori
come sempre giunti in ritardo.
Quando lo incontrai girava per Madrid
con una giacca verde pappagallo
accompagnato da una ragazza
molto giovane e bella.
Nell’oceano infinito
della lingua di Castiglia
aveva diritto anche lui
ormai prossimo ai novanta
a una piccola isola tutta verde
provvisoriamente sua.
Gennaio 2004
*
Parto agevolato ad Atene nel 2004
Ovviamente sono successe tante cose, diciamo, ripetiamo
a volte con calma, a volte con ardore,
ma nonostante le urla da moribondi
nonostante i melodrammi dolciastri
speriamo sempre in un futuro migliore,
per agevolare il suo arrivo
lo sgraviamo di tutti i gravami
gli eliminiamo bandiere e tamburi,
tuttavia quello non ne vuol sapere di nascere,
resta acciambellato in posizione embrionale
nel ventre materno del passato
per non rinunciare al tiepido dondolìo
nel liquido amniotico, per non perdere
il morbido involucro del buio
uscendo nell’insolenza della luce
nell’opportunismo del chiaroscuro
in un mondo arido e duro.
Sa che alla fine non potrà evitarlo
che ancora una volta tribolerà
per i tagli cesarei urgenti
che ordinano le autorità competenti
ma soprattutto sa che in seguito soffrirà
per la delusione dei genitori
quando vedranno che il loro figlio
di nuovo non soddisfa le loro aspettative.
Febbraio 2004
*
Profughi politici a Roma
nel 1970 e dopo
Vedevo tanti perseguitati nelle città
in cui sceglievo o ero costretto a vivere
ma più da vicino li conobbi a Roma
che ci accoglieva col suo abbraccio materno.
Eravamo tutti in fuga da fascismi uguali
compagni ma di lingue diverse, improvvisamente fratelli
con gli stessi punti di partenza,
le stesse prospettive divergenti,
e poi scoprivo sulla sponda opposta
uomini tormentati, con percorsi contrari,
in fuga da regimi che un tempo ammiravo.
Ne vedo ancor oggi chiaramente i volti
mentre di pochi ricordo ancora il nome:
Pedro, un poeta spagnolo, Manuel,
un disertore portoghese, l’iraniano Ahmat,
il colombiano Míro, il cileno Raúl,
il giornalista Andràs da Budapest,
il cubano Ignacio, la polacca Hanka,
la coppia anonima di studenti cechi.
Cambiavano i persecutori, aumentavano i perseguitati
parlavano continuamente dei loro Paesi lontani
costruendosi due o anche tre vite in terra straniera,
non so che cosa ne sia stato di loro, dove siano finiti.
Mi sono accorto in ritardo che anche noi
assumevamo il ruolo di persecutori,
naturalmente d’incidenza trascurabile,
perfino quando eravamo convinti
dell’importanza del nostro ruolo;
molto più tardi mi resi conto
che la grande persecutrice era sempre una
e in mezzo a noi c’era il vuoto
che imprevedibilmente aumentava o diminuiva.
traduzione di Nicola Crocetti
*
Nota: I primi due testi sono inediti in Italia. Il terzo è stato pubblicato in T. Patrikios, La casa e altre poesie, a cura di Nicola Crocetti, interlinea edizioni, Novara 2009 – (Premio Festival di Poesia Civile “Città di Vercelli”).
Note sull’autore:
Titos Patrikios è nato ad Atene nel 1928. Durante l’occupazione nazifascista della Grecia ha partecipato alla Resistenza, e nel 1944 ha rischiato l’esecuzione. Dal 1951 al 1954 è stato confinato nelle isole di Makrònissos e di Aghios Efstratios. Laureato in Giurisprudenza all’Università di Atene, dal 1959 al 1964 ha studiato Sociologia e Filosofia alla Sorbonne e all’École des Hautes Études di Parigi. Nel 1967, dopo il colpo di Stato dei colonnelli in Grecia, è vissuto in esilio a Parigi e a Roma, lavorando come avvocato, giornalista, sociologo e ricercatore. Dal 1976 vive ad Atene.
Ha pubblicato volumi di racconti e numerosi e importanti saggi letterari, sociologici e giuridici. Nel 1954 è stato tra i fondatori dell’importante rivista letteraria «Epitheòrisi Technis». Ha tradotto, tra gli altri, testi di Spinoza, Lukács, Majakovskij, Neruda, Saint-John Perse, Valéry, Stendhal, Balzac.
I suoi versi, tradotti in molte lingue, sono raccolti nei seguenti volumi: Strada sterrata (1954), Tirocinio (1963), Fermata a richiesta (1975), Poesie (1976), Mare promesso (1977), Controversie (1981), Specchi opposti (1988), Deformazioni (1989), Tirocinio, ancora (1991), Il piacere della dilazione (1992), Poesie I, II, III (1998), La Porta dei Leoni (2002), Il nuovo tracciato (2007), Poesie IV (2007), Amore che scioglie le membra (2008).
In Italia le sue poesie sono tradotte da N. Crocetti. Un’ampia antologia di suoi testi, La resistenza dei fatti, è uscita nel 2007 da Crocetti Editore di Milano (introd. di F. Pontani). Del 2009 è La casa e altre poesie, edita da Interlinea di Novara (Premio Festival di poesia civile “Città di Vercelli”).
Tra i numerosi riconoscimenti ottenuti da Patrikios, va ricordato almeno il Gran Premio di Letteratura Nazionale in Grecia nel 1994. Nel 2004, il Presidente della Repubblica italiana Carlo Azeglio Ciampi gli ha conferito l’onorificenza di Cavaliere della Repubblica per il suo contributo allo sviluppo dei rapporti tra l’Italia e la Grecia.
Riferimenti:
..e i lettori non possono non apprezzare e gustare una tale primizia
un inizio percorso che apre magistralmente la porta della rassegna
un’iniziativa “da seguire” in diretta
un grazie grande a Stefano Strazzabosco
Immagino un paesaggio noto ai più, dov’è passata la storia, col suo disordine, i suoi vuoti, dov’è ricresciuta l’erba e sono tornate sparse le cose consuete e nascosti gli agguati del domani. Non mi serve una guida, qui. Invece un poeta si offre d’accompagnarmi, di raccontarmi lui quello che vedo. E’ una messa a fuoco necessaria, tant’è che non riesco a farne a meno. Strada facendo il poeta mi parla d’altri poeti con la sua vista, una “bella scola”. Spero ci saranno ancora poeti con questo passo. Intanto ringrazio Lui. E anch’io l’amico Stefano.Gigi