PASSAGGI CON FIGURE – Elianda Cazzorla: Un impasto di cioccolata

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Otto aprile di un anno che vuole rimanere imprecisato.

Pareti spoglie. Tovaglia bianca Fiandra. Vassoio con base specchio e cornice d’argento. Quello sì che lo ricorda, l’ha visto in credenza con le tazzine preziose da caffè per gli ospiti seduti nella sala da pranzo, l’ha visto fino alla sua partenza per il nord, fino ai suoi ventitré anni. Ritorna alla tovaglia bianca Fiandra. Bottiglia blu per il rosolio e sei bicchierini con il merletto d’oro. Trasportati come? Nelle scatole con la paglia? Un coltello lungo il lato destro del tavolo sembra una sbarra pronta a cancellare il mondo. Una torta galleggia su centrino di carta troppo grande come se fosse su una zattera scampata al pericolo del forno forte che arrossa i dolci, rimedio: sopra la cioccolata, la glassa bianca al limone tracciata a zig-zag. Quattro piattini con forchettine sulla sinistra di chi guarda; non ci doveva essere molta gente a quella festa lì! Una sola candelina accesa. Anni uno. Bimba occhi tondi. Guance rosse, espressione di chi aspetta qualcosa o occhi spalancati in comune con quelli di un gatto, occhi impauriti dalla luce improvvisa di un flash. La stanza della caserma non ha nulla alle pareti, ha solo un papà che si nasconde dietro il tavolo e non riesce a nascondersi del tutto, la schiena è montagna nera, lui non lo sa, la bimba nemmeno, la sedia non parla, il fotografo scatta. Il papà starà ridendo, piegato sulle ginocchia, fai presto dice, al fotografo, non mi piace nascondermi. Il papà non è in divisa perché poco dopo porta la bimba in una breve passeggiata sul ballatoio della caserma e la bimba, come una bambolina, cammina nel vestitino bianco, attenta a mettere i passi più che ad infilare le dita nei nidi, quello lo farà dopo qualche anno. Il ballatoio è nella caserma di Andretta, in provincia di Avellino, e fa un freddo pazzesco, tutt’attorno ci sono le montagne dell’Appenino campano. La mamma aspetta già un altro bimbo così, oltre al vassoio con lo specchio, ai bicchieri di rosolio con la bottiglia blu, mamma e papà si son portati dietro anche zia Tina, la zia signorina, che in realtà è una prozia, la sorella della nonna materna. Tutto questo la bimba non lo sa, come non sa che è una bimba.

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Sta seduta sul vasino, la stanza non è ampia, è al centro con la sensazione che l’intorno diventi sempre più stretto, si arrotonda attorno al suo corpo, il buio occupa sempre più spazio. Lei gira la testa da un lato e dall’altro, l’oscurità la porta a stropicciare gli occhi. Guarda la porta, è chiusa, nessuno entra, nessuno bussa, il silenzio è sempre più forte; il buio è nelle sue membra. Immobilità, no no! In qualche modo, pasticciato incerto, tra gambe e braccia, riesce ad alzarsi e cade seduta sul pavimento freddo con le mattonelle quadrate bordeaux e nere, in alternanza di scacchiera. La bimba vede il vasino, mette la mano dentro, la sostanza è morbida, le dita sono zuppe. Mette l’altra mano. Cik e ciak! Apre e chiude le mani, stringe quella massa color cioccolata, come la torta, porta le mani alla bocca e inizia a muovere le mascelle, non ha tanti denti, da due ore, ha poco più di un anno, la madre ha la pancia grossa, aspetta un bimbo. Lei è sola in quella stanza che non è ampia, il buio le attorciglia le dita in bocca, mastica quella pappa fra il palato alto e la lingua. Schiocca le guance. Il mento va su e giù. D’un tratto si apre la porta, entra la donna che disperata dice. Perdona ti ho lasciata sola. No, forse non lo dice. La bimba di allora se lo inventa oggi a distanza di anni. Dietro la foto con i margini zigrinati, dietro la tovaglia bianca Fiandra c’è un timbro blu:

Foto Arte – Nicola Tallone – Via Libertà- Andretta.

Il suo papà, giovane carabiniere, si era trasferito lì con la sua mamma, maestra in maternità, avevano lasciato la Puglia per la Campania, il mare per le montagne. Il primo anno della prima figlia doveva essere fermato dallo scatto di un professionista dell’immagine. Nicola Tallone con la macchina fotografica al collo suggerisce al padre: mettiti dietro così lei non cade, non ti vede nessuno, lei è ritta sulle gambe e io scatto. Non si accorge Nicola Tallone della schiena curva del padre accanto alla bimba e quando se ne accorgerà nella camera scura non potrà mica rifare lo scatto. Vedrai che bella foto ti sviluppo, dice mentre gusta il boccone della torta, seduto accanto alla zia Tina che ha in braccio la bimba. Un grande bavaglino con  Bambi occhioni blu copre la bimba fino alle ginocchia. La mamma e il papà sono contenti d’aver un invitato speciale. Un fotografo d’eccezione. Evviva! La bimba fa una faccia strana mentre la zia le mette in bocca un pezzettino di torta. Tanti auguri, piccina! E poi ne mangerà ancora e tanta, tutta per sé.

Elianda Cazzorla 

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