f.f.- rivisitazione immagini dal video di a.barina
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Dare il senso giusto alla giornata dell’8 marzo, non è semplice. Parlare di festa è davvero inappropriato, anche se questo è il termine ufficiale coniato dalle istituzioni. Questo periodo, che viviamo come un lutto collettivo, deve riuscire a trasmettere anche una rabbia ed un bisogno di vita inesauribile in particolare alle donne: il senso di una terribile realtà vissuta da troppe deve essere compensato dalla vitalità prorompente ed inarrestabile che ci portiamo dentro e che ci dice balliamo, facciamolo ancora per noi, per tutte, nonostante tutto, teniamoci pronte ad agire, facciamolo. Non rimandiamo ancora. E guardiamo loro, le donne che si ribellano e che la morte vicina non ferma, le donne combattenti che ci insegnano come si deve fare se qualcosa davvero lo si vuole conquistare. Noi viviamo troppo comode da tempo e quindi diamo segni, solo segni.
Seguo con fatica ma con volontà i fatti della politica e ascolto, per quanto sbalordita, che i commentatori, anche quelli che in qualche modo ritenevo piuttosto corretti, parlano ad esempio dell’entrata nella vita politica attiva di Elly S. con un sorriso di sufficienza incredula. “Cosa crede di poter fare questa giovane donna dalle idee bizzarre senza di fianco un uomo che la consigli?…” Anche questo si è sentito dire. Eppure io ci spero in questa ultima possibilità, forse lei ce la può fare. In lei credo, nella sua capacità di dare il via ad un cambiamento radicale. E fermare il bla bla bla. Riusciremo a fare le lotte necessarie per rendere minimamente giusta questa nostra società sempre più basata sui pochi ricchi e i tanti sempre più poveri o del tutto poveri e quasi dimenticati?
Succedono le cose tremende che leggiamo, vediamo. E c’è una Europa (anche in questo abbiamo tanto creduto e nonostante tutto ancora speriamo) che supinamente esegue seppure con qualche sussulto.
Eppure al suo interno ci sono tante donne…Ma non basta esser donne, come diceva Joyce Lussu, lo vediamo bene.
Nel nostro paese, si lasciano morire a pochi metri dalla riva donne bambini uomini in fuga da luoghi dove succedono atrocità, popoli abbandonati senza preavviso, in balia di folli, per scelte di altri, i soliti, quelli che decidono chi vive e chi muore.
C’è una guerra vicina, dove l’Europa non pensa di dovere svolgere un ruolo attivo ma solo passivo, dove parlare di pace diventa una colpa. Dove l’irrazionale ha preso il posto dell’umano e si procede come verso qualcosa di inarrestabile, inevitabile. E se si volesse davvero, non sarebbe così, lo sanno, lo sappiamo.
In questo clima di angoscia permanente, abbiamo tentato a Sasso di organizzare un incontro con caratteristiche anomale ma che abbiamo visto funzionare, nella sua accogliente diversità: intorno all’8 marzo.
Il 31 agosto del 2021 cominciammo a incontraci, nel novembre ’22 facemmo una iniziativa per raccogliere fondi per le donne RAWA Afghane del CISDA: via via si aggiungevano, a questo gruppetto che chiamammo LANDAI altre associazioni, gruppi e cittadine/i. Si formò una rete in cui c’era un minigruppo “fluido”a coordinare e associazioni, gruppi, cittadine e cittadini a proporre sul tema DONNA VITA LIBERTA’ i propri interventi di letture, danze, canti. Poi i landai che restano il nostro modo più forte per dire, denunciare, raccontare.
E’ stato un pomeriggio emozionante, bellissimo, che ci ha coinvolte/i tutte/i. Era il 4 marzo, a Colle Ameno, nella Sala delle Decorazioni, col patrocinio del Comune e la collaborazione dell’Ass.P.O.
Il coro di tutte donne, “Le dinamiche” (e basta il nome per descrivere la forza dei loro interventi), intervallava con pezzi mirati in armonia col prima e il dopo…Le danzatrici volteggiavano con i loro veli che sembravano ali, bellissime. E le poesie, parole forti, di denuncia, le cassandre, che dicevano…, parole e visi fieri di donne, uno stupendo monologo doloroso, (o IDA, il pianto della donna anziana divenuta scomoda per i figli…). E poi ecco Antonella Barina (poeta e amica di Venezia che tanti/e conoscono) comincia a costruire, facendola ruotare, la stoffa bianca per creare il serpente, la spirale del nostro simbolo come gruppo/rete; e il ricordo delle donne morte (“ma ascolta, non sono morte…”) ciascuno/a si avvicinava, posava un fiore, una collana, un stella…bianca e leggeva un landai tolto da una cesta dove tante striscioline li contenevano. Le persone avanzavano una dopo l’altra senza nessun incitamento. Intanto la spirale veniva arricchita da Antonella con stoffe belle e colorate, segno di un dono da condividere con tutte/i. Lei come una sciamana, ci ha incantate/i.
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f.f.-rivisitazione immagini dal video di a.barina
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I miei sogni (A.B.)
Qualunque cosa mi facciate
I miei sogni
Continuano a vivere in me
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Spirale (A.B.)
Come la muta del serpente
Io ora mi apro
A nuove stagioni
Poi il coro ha dato il via a Bellaciao e tutte/i noi lo abbiamo cantato commosse/i, sorridendo insieme emozionate/i; tanti gli abbracci tra di noi, tra chi di solito non si abbraccia , perché davvero sembrava impossibile una giornata così di tante/i insieme che avevano saputo collaborare, rinunciare al proprio singolo essere al centro totale della scena…Una giornata densa di contenuti e di bellezza.
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Forse non ci saranno altri giorni così. Da oltre quarant’anni sono a Sasso e faccio parte di uno o più gruppi e associazioni, spesso le ho inventate, create… Non mi è mai mai successo di provare una emozione così profonda nell’aver fatto, ma in tanti/e, insieme.
Questo è il mio carma: tessere le tele e mai da sola. Succede che si rompano. Allora mi fermo. Aspetto. Poi lentamente, riprendo…
Per seguire l’incontro questo è il link del bellissimo video fatto da Antonella Barina relativo al 4 marzo 2023:
https://www.youtube.com/watch?v=QoImZFvwCeY
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Gratitudine.
Vittoria Ravagli