vittoria rivagli- tess
Viveva con noi Tess, una bella cana di razza grande presa al canile del nostro paese. Nera, con qualche parte del corpo beige. Guardando su internet trovammo che faceva parte di una razza caucasica direi e che poteva essere stata cresciuta per la caccia. Forse per questo aveva paura di tutto e di tutti e il suo istinto naturale era fuggire.
Non era facile vivere nel timore continuo che sparisse ad una nostra semplice disattenzione.
Erano gli anni in cui accompagnavamo a scuola Ninni. Quella mezz’ora così bella vissuta insieme, Ermanno ed io, Ninni e Tess passeggiando nei campi non lontani dalla scuola, la chiamavamo “prescuola”. E alzarsi prima del necessario era un piacere.
Un mattino passammo da un agricoltore che aveva animali da cortile ed anche uno struzzo; ci piaceva che Ninni lo vedesse, così andammo. Purtroppo nel recinto era inserita la corrente e non era stata segnalata. Tess appoggiò il naso e prese una leggera scossa, ma bastò, perché strattonando, si sfilò dal guinzaglio. Un attimo, un guizzo e sparì nel bosco.
Era autunno avanzato. In quella zona bellissima poco abitata c’era in terra un tappeto di foglie rossastre e gialle, alberi e cespugli, un laghetto, proprietà senza reti di confine. Come avremmo potuto ritrovarla?
Tentammo di reagire, riempimmo di fogli legati agli alberi, le richieste di aiuto. Ricevemmo via via molte telefonate che ci parlavano di avvistamenti intorno all’alba nel bosco profondo, sempre in quella zona. Noi a varie ore del giorno, andavano ad ispezionare chiamando Tess, urlando il suo nome e ritornavamo sempre a casa addolorati. Erano già passati due giorni. Cosa fare? Allora, ecco, mi venne un’idea. Sarei andata nascondendomi prima dell’alba…l’avrei portata a casa, la nostra Tess..
Con la mia vecchia Renault bianca mi addentrai nel bosco in un punto vicino a quello da cui lei era fuggita. Mi fermai con il baule aperto rivolto verso gli alberi fitti e a perdita d’occhio. Mi accucciai nel sedile in modo che arrivando da dietro non mi si vedesse e mi misi in ascolto. Era ancora piuttosto buio, era freddo, era quell’ora bellissima subito prima dell’alba, sempre azzurrina o rosata in attesa che il sole esca a rischiarare tutto.
Dopo parecchi minuti cominciai a sentire le foglie scricchiolare, mosse dalle zampe…. Piano piano si avvicinava il rumore leggero ma chiaro e cominciai timorosa a sperare.
Avevo disposto, nel baule aperto, il suo guinzaglio penzolante, la ciotola col suo cibo, un pezzo della sua pedana…
Lei era vicinissima, la sentivo. Si era fermata. Poi ecco, improvvisamente, saltò dento l’auto…
Ero molto emozionata e temevo che se fossi uscita dall’auto lei sarebbe fuggita. Feci tutto dolcemente, lentamente: strisciando lungo la fiancata arrivai al baule, la vidi accucciata, le andai vicino e le feci una, due, tante tante carezze. Poi piano delicatamente, chiusi il baule. Lei rimase dentro, ferma.
Nel ritorno verso casa continuai sempre a parlarle, a ringraziarla… Fu una grandissima gioia per tutte/i.
Qualcuno/a dirà:” ma era un cane…”. Sì, la nostra cana, anzi, la nostra dolcissima Tess, una di casa.Mi piace finire questo semplice racconto di vita con due delle tante e belle poesie contenute nel libro Ti saluto vita dell’amica Teresa Mariniello, dalla parte dedicata a l’Innocenza dove scrive: “Per Orsa, mio tenerissimo amore” Era la sua cana
Lei ancora
Lei ancora mi corre incontro.
Con l’allegria di un cucciolo verso il mondo
e il fiato degli anni.
Mi regala una pienezza felice
un incanto sereno
il suo amare.
“Fermati, sei bello!”
ogni volta mi parla dentro
il poeta. Ne faccio nido, e conca
come per lo stupore
di una nascita.
Nel compimento d’amore
Si spalanca la via
ma non conosci la direzione,
intorno sono le foglie d’autunno
del nostro grande albero.
Resti ferma
nel bianco della tua anima
nella fragilità del respiro.
Appena un appoggio
del tuo capo stanco
sulla mia gamba, forse un saluto
forse un chiedermi
di aiutarti a lasciarci.
Ancora ti ho detto:
dai, che ce la facciamo.
Ad andare tu
a compiere io.
Da Ti saluto vita di Teresa Mariniello – Terra d’Ulivi – 2022
Vittoria Ravagli
Grazie, Vittoria cara, per ricordarti di Orsa e della nostra amicizia. Grazie per portarci la tua storia.
Dio, che Bellezza! Bellezza che sai incommensurabile, eppure, al cui cospetto, sempre trasali.
C’è il Mistero, c’è la Relazione sacra e ineffabile tra le cose e gli esseri senzienti colta già dalle prime righe.
C’è la consapevolezza che anche un istante di gioia, miracolosamente condiviso senza avere un esplicito alfabeto o automatismo di luoghi comuni, vale la separazione che mai vorremmo; anche lì, non sai, grazie al Cielo, se momentanea – ne morremmo…
Ho solo pianto.
n.