LA STAGIONE DELLA LUCCICANZA- Lucia Guidorizzi: A proposito di “Come sono eccitanti gli uomini che ci spezzano il cuore” di Dianella Bardelli

octavia lo monaco

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Ci sono stagioni felici, splendide e irripetibili, che segnano nella storia individuale e collettiva una parabola luminosa. Ci sono figure intense e carismatiche che divengono emblema di questi periodi ricchi di fermenti e di idee nuove: Lenore Kandel è stata uno di questi personaggi capaci di vivere in perfetta sintonia col loro tempo, un tempo breve e per questo magico.

Il suo libro di poesie “The Love Book” sconvolse la radice puritana e bacchettona dell’America degli anni Sessanta. Lenore fu la sciamana e la musa indiscussa della Summer of Love nel 1967 a San Francisco. In quell’occasione si riunirono migliaia di giovani per celebrare la pace e la libertà, facendo di San Francisco l’epicentro di una rivoluzione culturale senza precedenti, come è ricordato anche nella celeberrima canzone “San Francisco” di Scott McKenzie: 

«If you’re going to San Francisco,
Be sure to wear some flowers in your hair,
If you’re going to San Francisco,
You’re gonna meet some gentle people there,
For those who come to San Francisco,
Summertime will be a love-in there…»
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leonor kandel (san francisco 1967) e cover di the love book

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 Lenore Kandel, poetessa, ballerina di danza del ventre, studiosa di filosofie orientali e pratica di meditazione, fece parte per un periodo del movimento dei Diggers. San Francisco, intorno alla metà degli anni Sessanta, giovani appartenenti all’ambiente underground che esprimevano una forte carica di libertarismo e di anarchismo, costituirono il settore più politicizzato e radicale della controcultura californiana.  Offrivano gratuitamente asilo e distribuivano cibo e vestiti ai senzatetto, manifestavano le loro forme di contestazione con modalità creative e fantasiose, attraverso spettacoli teatrali che si svolgevano in strada. Si sentivano eredi dei Diggers, (dai quali presero il nome) dell’Inghilterra cromwelliana e si ispiravano al loro spirito solidaristico, alla loro filosofia egualitaria, alla loro dimensione collettiva, e alla loro critica nei confronti dell’autocrazia statale.

Tra il 1967 e il 1970  Lenore fu la compagna di Bill Fritsch, un membro della banda degli Hell’s Angels con il quale condivise avventure del corpo e dello spirito.
In lei si manifestava l’energia divina femminile personificata, la Shakti, la potenza creatrice dell’Eros, che vede nell’unione sessuale tra uomo e donna una pratica eminentemente spirituale, grazie alla quale si giunge a uno stato di consapevolezza superiore.

Bellissimi entrambi, lei dalle forme morbide e accoglienti, dalle lunghe trecce scure che la rendevano simile ad una squaw, lui muscoloso e scattante, dalle chiome corvine e dalla pelle olivastra, rappresentarono per una breve stagione una coppia affascinante e magnetica, fino a quando un incidente di moto spezzò questo breve sogno: Bill non ne patì le conseguenze, ma Lenore riportò la frattura di due vertebre, rimanendo menomata e limitata nei suoi spostamenti per tutta la vita. Questo incidente segnò una sorta di spartiacque tra il prima e il dopo: da quel momento la loro unione si spense e le loro vite si allontanarono. Eppure Lenore, anche se impedita nel corpo, continuò nei decenni successivi a scrivere, tenendo sempre accesa la fiamma della Poesia. Quando la intervistarono nel 2007 in occasione del 40°anniversario della Summer of Love e le chiesero che cosa faceva allora e di cosa si occupava in quel momento, la sua risposta fu la stessa : “Writing poetry”, rivelando così che  per tutta la vita aveva continuato ad alimentare la sua fiamma poetica.

Dianella Bardelli nel suo straordinario romanzo, ci conduce nella vita di Lenore con capacità quasi medianiche andando avanti e indietro nel tempo, ripercorrendone le tappe salienti in forma di diario scritto dalla protagonista, cui alterna capitoli di carattere biografico, capaci di evocare le atmosfere innovative e l’energia degli anni Sessanta-Settanta. La sua scrittura entra nei dettagli ed è avvincente, in quanto permette al lettore di calarsi perfettamente nell’atmosfera e nella vita del personaggio. Non dimentichiamo che Dianella Bardelli applica alla scrittura una sorta di improvvisazione automatica, come nell’esperienza surrealista. Così scrive in un suo interessante articolo dell’8 giugno 2015 “La mente bicamerale e l’origine della scrittura” pubblicato sul blog Altervista:

“Nell’improvvisazione di scrittura si sentono distintamente “voci”.
Sono frasi, singole parole, suggerite all’io cosciente
da “qualcun altro” né fuori né dentro di noi. Da un qualcun altro, non 
da me che le penso, le decido, le scelgo. Questo è un fatto accertato
personalmente. Forse è per questo che amo tanto l’improvvisazione di scrittura.
E forse è per questo che “gli scrittori veri” non la amano. Loro non credono
ad altro che alla tecnica conosciuta. Credono solo allo studio intellettuale
e alla scrittura programmata. Diffidano di un inconscio che parla loro. Lo
temono, come qualcosa che non controllano.”

Questa modalità espressiva offre un tipo di scrittura che oltrepassa i confini del saggio critico o del romanzo biografico, per operare una perfetta fusione tra queste due modalità, al punto che si è indotti a pensare che questo romanzo le sia stato “dettato” in un certo senso dalla stessa Lenore Kandel. Vita e letteratura s’intrecciano in queste pagine che scorrono rapide e magnetiche sotto gli occhi del lettore come la breve, intensa e irripetibile stagione che visse San Francisco nella seconda metà degli anni Sessanta del secolo scorso.

Lenore, discostandosi degli stereotipi del femminismo rivendicativo che si stava diffondendo in quegli anni in America, offriva di sé stessa un’immagine spiazzante e non codificata. Per lei maschile e femminile non erano antagonisti, ma dalla loro unione si sprigionava una forza creativa capace di divenire linguaggio poetico.

“Lenore era più di tutto una donna innamorata. Questo l’aveva portata a scrivere un piccolo libro di quattro poesie che trattavano le sue sensazioni durante l’amore con Bill.
Leonore era più di tutto una donna di casa. Adorava la casa. Adorava occuparsene, pulirla, “covarla”.
Lenore era più di tutto un poeta. La vita in lei parlava il linguaggio della poesia. Lei era la poesia.
Lenore più di tutto era il corpo sensuale, il corpo pieno, in questo senso Lenore era la “belly dancer”.
I poliziotti che sequestrarono il suo Libro dell’amore e i giudici che lo condannarono per oscenità, non lo potevano sapere. Per loro Lenore era una cosa sola, la ragazza oscena che scrive “To fuck with love”:

 

Sdraiati insieme, i nostri corpi scivolano nell’amore
Io bacio la tua spalla e lei sa di desiderio
[…]
ho sussurrato amore in ogni orifizio del tuo corpo
come tu hai fatto
a me
il mio intero corpo si sta trasformando in una bocca-figa
le dita dei piedi, le mie mani, il mio ventre, il mio seno,
le mie spalle i miei occhi

La sua scrittura esprime liberamente, senza reticenze e giri di parole il piacere del sesso, con accenti che avvicinano i suoi versi a quelli della grande poesia mistica.

Nell’aprile del 1967, alla fine del processo al suo “The Love Book” che durò per tre settimane, il suo libro fu considerato osceno. La cosa strana è che non fu lei ad essere incriminata, ma i commessi della libreria che avevano messo il libro in commercio. Lei difese la sua opera con fermezza e determinazione sostenendo che “amore è una parola di quattro lettere, e che le parole veramente oscene sono odio, guerra, bomba. Se possiamo riconoscere la nostra propria bellezza, sarà impossibile per ogni essere umano recare danno ad un altro essere umano.” 

“Si presentò al processo vestita di rosso e arancione, come allo Human Be-In. E lesse le sue quattro poesie che compongono questo piccolo libro. Poi lesse brani di “Strofe che l’anima compone nell’intima unione con Dio” di San Giovanni della croce. E le parve parlasse la sua stessa lingua, la lingua spirituale della carne umana visitata dallo spirito divino. Davvero fa differenza il modo? Davvero la differenza la fanno gli organi sessuali invece di quelli puramente mentali? Quelli che risiedono nella mente del cuore? Non c’è la stessa poetica visione dell’amore nelle parole di Giovanni, e in quelle che aveva scritto Lenore nel suo “The Love Book”? Secondo Lenore era lo stesso tipo di amore che tutti e due i testi poetici cantavano e celebravano e santificavano.

Ma i giudici non accettarono la visione dell’amore che Lenore aveva loro proposto in quel processo. E quel piccolo spirituale libro della carne umana che aveva composto con tanto amore fu condannato e solo qualche anno dopo riabilitato.”

Dianella Bardelli ci offre un’immagine intensamente viva di questa donna anticonformista, dal carattere carismatico e profondamente spirituale che rimase intatto nella piena bellezza dei suoi anni ruggenti e nel lungo periodo che ne seguì, nel declino segnato dalla vecchiaia e dalla malattia. Eppure, la sua voce poetica rimase inalterata e continuò a scrivere per tutto l’arco della sua esistenza.

“Writing. Writing poetry. E basta. Solo questo a riempire tutta una vita, almeno dai trentacinque ai settantasette anni, ma anche prima. Fa riflettere questa sua affermazione. Soprattutto rispetto ad una persona come lei, così dinamica, che ha fatto la danzatrice del ventre, l’interprete, la guidatrice di autobus, e in “Big Sur” Jack Kerouac dice che girava in topless completamente a suo agio come fosse, come è la cosa più naturale del mondo perché lei diceva: “Se trovi che il tuo corpo e soprattutto le tue parti genitali sono brutte e vergognose, sarai incapace di usarle con amore.”

In questo bellissimo e breve romanzo Dianella Bardelli è riuscita a racchiudere tutta la magica e imprendibile “luccicanza” che costituisce l’essenza stessa della personalità di Lenore Kandel, della sua natura indomita e fiera, capace di brillare vivida in momenti di grazia che hanno fatto la storia e di occultarsi per lunghi anni, senza mai spegnersi, dedicandosi anima e corpo alla Poesia.

Lucia Guidorizzi

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Dianella Bardelli ha insegnato Lettere e guidato corsi di scrittura creativa presso varie scuole e associazioni di Bologna e provincia.  Nel 2008 ha pubblicato la  raccolta di poesie Vado a caccia di sguardi -Rafaelli Editore, e nello stesso anno due romanzi Vicini ma da lontano e I pesci altruisti rinascono bambini- Giraldo Editore. E’ interessata ai temi della beat generation e tra gli altri romanzi che ha pubblicato Il Bardo psichedelico di Neal- Edizioni Vololibero 2012, Verso Kathmandu alla ricerca della felicità- Ouverture edizioni 2014  e 1968– Editore Parallelo 45, 2018, ambientato nella Bologna di quegli anni.

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Dianella Bardelli, Come sono eccitanti gli uomini che ci spezzano il cuore– Compagnia editoriale Aliberti 2022

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