DEL TEMPO PRESENTE- Vittoria Ravagli: Mettere in scena sentirsi insieme la scena- seconda parte

teatro di sasso marconi- scenografie per ” Il 25 novembre del 2022.”
evento realizzato con la scuola secondaria di primo grado galileo galilei

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Il 25 novembre del 2022, la giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, nel teatro di Sasso Marconi,  con la scuola secondaria di primo grado Galileo Galilei del nostro paese, iniziammo con la lettura di quella che è diventata la nostra “preghiera”, ogni 25 novembre, pensando a loro, alle donne uccise. Quanto mai terribilmente attuale oggi. Eccola:

Alle spalle della mia voce
– ascolta, ascolta –
un’altra voce canta.
Viene da dietro, da distante,
viene da bocche sepolte
e canta.
Dicono che non sono morte
– ascoltale, ascolta –
mentre la mia voce che le ricorda
è alta e canta.
Ascolta, ascolta:
un’altra voce canta

Tratto da: “Por detrás de mi voz”, di Circe Maia, traduzione Maria G. Di Rienzo

La bellissima scenografia elaborata da ragazzi/e della scuola, guidati dalla insegnante d’arte Annamaria Chiavelli, aveva grandi occhi e simboli colorati e gioiosi (vedi immagini di apertura).

Il teatro vestito a festa pur se l’argomento era, è, serio e doloroso, portava quelle voci giovani a dire, cantare e ballare, il pianto. Solo loro lo sanno fare. Noi assistiamo stupite/i emozionate/i perché quello che va in scena è il miracolo della speranza. E della vita quindi. Donna, vita, libertà, una frase in cui è compreso tutto, senza retorica. Eppure per quelle tre parole, si muore, muoiono le donne,  i giovani vengono  uccisi dal potere “religioso”, lo stesso potere che in Afghanistan sta obbligando ad insegnare solo gli uomini, superato un esame di religiosità. E c’è chi tra di loro si sta rifiutando di farlo… Indicibile questo che succede, preludio ad un periodo tragico, ancora di più, di quanto Sapeda (la giovane indipendente afghana), quel 25 novembre, ci disse in teatro.

Così le insegnanti hanno presentato il lavoro fatto con le proprie classi:

“Lavorare quotidianamente con i ragazzi, a scuola,  sulle tematiche dei diritti umani rappresenta sicuramente un’attività didattica ricorsiva; fa parte sia del nostro curricolo d’Istituto che della nostra professionalità docenti.  Tuttavia, l’iniziativa legata alla Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne è stata per noi una straordinaria opportunità per approfondire e riflettere sui valori della convivenza civile e, in particolare, sui diritti negati alle donne afghane.

Il progetto ha preso l’avvio con incontri nelle classi terze con le rappresentanti delle associazioni Gimbutas e Anpi, durante i quali le alunne e gli alunni hanno potuto avvicinarsi al tema de “I precetti dei Talebani e la libertà delle donne” attraverso differenti materiali e contributi.  Successivamente, ciascuna classe ha elaborato un proprio prodotto espressivo, utilizzando diversi linguaggi: scrittura creativa, landai e poesie brevi, discussioni guidate, produzione di elaborati multimediali, disegni, scenografie e musiche.

Costante è stata la riflessione sui valori del rispetto reciproco, della parità di genere e sull’universalità dei diritti umani…”

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emanuele luzzati- bozzetto

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Nell’articolo uscito il 24 dicembre abbiamo scritto delle classi III B e III C. Ora  di seguito alcuni degli scritti portati in Teatro  dalle classi terze delle sezioni A e D    

Alcune poesie della classe IIIA – insegnante Laura Strazzeri

Libertà

Vorrei vedervi volare
Libere di sognare
Libere di studiare
Libere di togliere il velo e libere di metterlo

Vorrei un mondo giusto
Un mondo senza violenza
Dove non ci sia accondiscendenza
Ma solamente accoglienza

Vorrei che questo tormento finisse
E non che il mondo inaridisse
Vorrei sostenervi in ogni bisogno
E che si realizzi il vostro sogno.

F.R.

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25 Novembre
Tutte insieme urlano “Donna, vita, libertà”
Le donne del mondo dichiarano solidarietà.
Un velo indossato con disattenzione
Ha provocato una violenta aggressione.
Ora tutti sanno la privazione delle donne di questo paese
E in tutte le piazze del mondo molte persone sono scese.
A sostenere che la libertà e i diritti sono uguali per tutti
E che bisogna denunciare e punire i farabutti.

G.F.

La violenza

Nessuna libertà e nessun diritto
come se avessero commesso un delitto
sono donne prive della loro dignità
e questa condizione purtroppo ancora le accompagnerà
fino a quando non ci sarà un vero cambiamento
si sentiranno sole nel loro tormento.
Io ho la speranza che questa atroce situazione possa cambiare
affinché possano tutte ricominciare a sperare
e della loro libertà finalmente esultare.

G.DA.

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25 Novembre

La vita è un dono pregiato,
che va curato è coltivato
atti ingiusti e aggressivi rimarranno scritti
e tutti gli atroci delitti
arriverà il giorno in cui ciascuna donna abusata 
racconterà la propria verità
e finalmente esploderà un grido di libertà.

M.A.

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Il grido del cuore 

Voi che venite maltrattate 
Avvolte dal vostro velo che dovrebbe essere una scelta
Desiderose di cultura e di istruzione
Fate sentir loro il grido del vostro cuore.

L.E.
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Il valore della libertà 

So che, quando questa guerra sarà finita,
l’Afghanistan avrà bisogno di vita.
Donne e uomini devono vivere in armonia
perché una società non ha nessuna possibilità di progredire 
se le sue donne non sanno cosa dire
violenza, soprusi, cattiveria, maltrattamenti 
non devono essere presenti neanche nelle menti
uguaglianza, istruzione, rispetto 
sono queste le parole che devono riempire il petto.

A.B.
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La vita è per tutti 

La vita è per tutti
Non va negate ad altre
Fai riflessioni profonde
E tutte ti saranno grate
Le donne in Afganistan sono bloccate
E le loro vite incatenate
Da una società che mai le ha amate.

G.C.

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I segreti del cuore

Le donne in Afganistan 
non hanno libertà
Sofferenza e ansia convivono in complicità
Gioia e Libertà brancolano nell’oscurità
Invochiamo per loro gioia e ilarità con tutto l’amore
E di poter accarezzare i segreti del loro cuore.

M.K.

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Lasciami andare 

Con te io non voglio stare
Ma felice desidero diventare
Smetti di trattarmi male
Anche se per te è abituale
Io di te mi voglio liberare
E la mia autonomia rivendicare
Dammi i miei diritti
E li voglio pure scritti
Ti prego non mi limitare
Come una farfalla vorrei volare
Io sono una donna
E posso spostare una colonna
Non mi devi sottovalutare
Perché nel mio cuore so come potermi ribellare

S.M.
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Donne Ferite

In quella società i fratelli crescono
E le sorelle sempre più scompaiono.
Esse non possono prendere la parola
E neanche andare a scuola
Vengono picchiate e uccise
E nell’intimo ferite
Da uomini che come dei tiranni avanzano
Ed è successo…le linciano
Non possono studiare
E nemmeno farsi curare
Non sono libere di esprimersi apertamente
E di esser se stesse in mezzo alla gente
Uscire senza maschio non si può
Quanta è ardua la vita però!

F. DO.

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Libertà

Cara donna che non hai potere
Che sei trattata male
Che il velo devi portare
Ti auguro felicità
Ti auguro libertà per vivere
E non per sopravvivere

Y.M.

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I diritti della donna

Il volto di una donna è simile al Paradiso
Ma da qualche parte, nel mondo, ella non può mostrare il suo viso

Violenza e odio si diffondono alla luce del sole
Ma lei non smette di provare amore

A te, o donna, la natura dei diritti ha dato
Lotta con coraggio affinché nulla ti sia negato

Perché tu sei forte e coraggiosa
E sai bene la tua vita quant’è preziosa.

E.S.

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Povera donna

Povere donne che spesso siete umiliate
Invece di essere innalzate
Che per una ciocca di capelli siete picchiate
Che in una vita migliore confidate

Fuori da sole non potete andare
Il maschio tiranno dovete ascoltare
Non potete parlare e neanche socializzare
E sognate a scuola di potere andare.

M.B.

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I diritti

Seppur tu sia piccino
Sei importante, anche se sei un bambino
Pure se sei una bambina 
Vale quello detto prima.
Vi son diritti inviolabili e sacrosanti
E questi, più di uno,
Spettano ovunque e a ciascuno
E nessuno li può negare
Ma soltanto rispettare.

F.B.

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O donna… 

O donna tu che hai quella meravigliosa bocca ma non puoi parlare
Tu con quei morbidi capelli che non puoi mostrare
Tu che hai sempre subito ingiustizia
Tu che vivi avvolta da mestizia
Ribellati e fatti valere
Di difendere i tuoi diritti tu hai il potere.

M.S.

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emanuele luzzati- bozzetto

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Di seguito ancora alcuni degli scritti presentati dalla III D – insegnante Paola Pandolfi
Landai e Poesie  

Così le mie parole restano qui
Prigioniere dalla loro cella di stoffa

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Quando vorrai vedere il volto che ami
io non ci sarò
Quando vorrai baciare le labbra che ami
io non ci sarò
Quando vorrai sentire il profumo e la voce che ami
io non ci sarò
Ci sarà solo un pezzo di stoffa per te,
la tua nuova amante.

A.A.

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Vorrei essere acqua
Per affogare la paura

Vorrei essere fuoco                                                                                     
Per bruciare l’indifferenza

Vorrei essere vento                                                                                      
Per spazzare via la cella che ho davanti

Vorrei essere terra                                                                                      
Per seppellire i pregiudizi

Vorrei essere donna                                                                                    
Per mostrare quanto valgo.

V.C.
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Voglio parlare 
Ma mi è impedito

Voglio lottare 
Ma sono da sola

Non sappiamo scrivere
Non sappiamo leggere
E un giorno di questo ve ne pentirete 

A.C.

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Sotto il burqa non posso sentire la mia voce
solo silenzio
Non posso vedere più il mio corpo
solo buio
Ma posso ascoltare il mio cuore battere
desideroso di libertà
Posso sognare un futuro in cui sono libera
e lotterò per raggiungerlo

C.T.

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Sotto un burka, grande e pesante
Le gocce di sudore scivolano, come catene, sull’ormai martoriata pelle.

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Il burka come educazione, il burka come segno di rispetto,
il burka come simbolo di schiavitù.

D.V.

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Mi avete rinchiusa in una cella,
ma questa posso vederla solo io.

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Diritti, quelli che ormai non ho più.
Diritti, un bisogno di cui tutti necessitano.
Diritti, senza questi non sono libera.

Diritti, quelli che un giorno vorrei riavere.

G.R.

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Padre, io ti dimostro onore e rispetto,
mentre tu mi vendi ad uno sconosciuto.
Metto il burqa per rispetto,
esco in compagnia per onore,
tu mi sfrutti per tradizione.

M.L.

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Dovremmo studiare scienze, matematica o grammatica,
invece dobbiamo stare alla scuola della sottomissione e delle armi

Credete che restiamo sottomesse,
ma non avete sentito il vero volume della nostra voce

L.S.

.

Mi impedite di essere curata
e dopo chi pensi si prenderà cura dei tuoi figli?

Ci tenete rinchiuse in un vestito 
per non farci conoscere il mondo che voi avete distrutto

L.A.

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Dietro ogni velo c’è una vita,
occhi profondi ne raccontano i segreti,
voci allegre ne cantano la storia;
agili mani impastano sogni,
piedi nudi su aride strade, li portano lontano,
cuori pieni di speranza cambiano la storia.
Mano nella mano verso un futuro svelato.

M.M.

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Mi hai privata della felicità
Ma impossibile sarà privarmi della speranza

.

Mi hanno violata
Coperta e nascosta

“Giustiziata” per il loro volere
Senza rimorsi o pensieri,
Ma vantandosi della loro forza bruta.

M.P.

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Non voglio che le mie lacrime
Vengano nascoste da questo pesante velo-

Voglio sorridere con tutto il corpo
Non voglio sorridere solo con gli occhi

Voglio decidere di essere una donna
E voglio essere libera di esserlo sempre

D.N.

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DIALOGO CON UNA DONNA AFGANA

-Ti chiedo, adesso come stai?
Al tuo futuro, ci pensi mai?

-Si perlopiù me lo immagino
ma posso solo sognarlo
con la bocca ciò che voglio
non posso dirlo.

-Senti un po’, ma i tuoi sogni pensi di realizzarli?

-Solo nella mia testa posso immaginarli
per colpa di questo burqa
io sono prigioniera
e la mia testa cerca la libertà vera.
Il mio corpo fa fatica a muoversi
sento il mio cuore rompersi
degli uomini mi dovrei fidare?
Tu, me lo puoi giurare?

-Io non posso farti questa promessa
ma una speranza ti è ammessa!

N.F.

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La speranza non è solo una parola,
è un’ emozione
finché le persone continueranno a sperare
non smetteranno mai di combattere
e proveranno sempre a migliorare loro stesse e la loro vita
per ottenere la libertà.

N.B.

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Questi ed altri scritti, completati con immagini piene di significato, facevano parte di un Power Point che è stato mostrato in teatro mentre ragazze e ragazzi leggevano.

Le alunne di questa classe avevano inviato delle domande alle ragazze afghane della loro età che non potevano più frequentare la scuola, cogliendo la proposta di attiviste CISDA e speravano di ricevere qualche risposta per mettersi in contatto diretto con loro. La situazione però si è nel frattempo aggravata in Afghanistan e tutt’ora non è stato possibile mandare avanti questo progetto.

Tre studentesse hanno letto brani dalla Trilogia di Deborah Ellis ed hanno fatto loro sensibili commenti su quanto questa lettura ha loro fatto capire della vita in Afghanistan.

Nelle quattro terze classi avevamo portato un film nella versione breve: “Boccioli di rabbia” . In pochi densi minuti dava un’idea chiara dei problemi del paese, lo mostrava nelle sue asperità, ne metteva in evidenza l’impossibilità di vivere dignitosamente  in particolare per le donne e per le bambine e i bambini. La voce raccontava la fatica ma anche la speranza. Così come ha fatto in teatro Sapeda.

Il suo essere lontana forzatamente dalla sua terra, il dover mantenere l’anonimato per motivi di sicurezza, i tanti problemi di cui ci ha parlato, non hanno  minato la sua fiducia; continua a  diffondere ove possibile, la conoscenza della situazione reale in cui versa l’Afghanistan perché il mondo sappia, perché l’indifferenza non abbia giustificazioni. E’ condotta, aiutata, protetta, dalle donne del CISDA, che svolgono un’azione davvero importante, di cui siamo loro grate.


Vittoria Ravagli

 

PRIMA PARTE- RIFERIMENTO IN CARTESENSIBILI
https://cartesensibili.wordpress.com/2022/12/24/del-tempo-presente-vittoria-ravagli-mettere-in-scena-sentirsi-insieme-la-scena/

 



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