andrea pazienza- la madonna del soccorso
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Questa volta, permettetemi di andare sul personale.
Sono pugliese, di San Severo, in provincia di Foggia, anche sono trapiantato in Umbria ormai da trent’anni e ho tagliato quasi tutti i ponti con la terra natìa. Ciò spiega perché non conoscessi Matteo Marolla, bravo cantautore che si è mosso nell’area folk-rock, in particolare con un bel gruppo che si chiamava Contrada Caipiroska.
Uso il passato perché purtroppo Matteo Marolla è scomparso nel settembre scorso, a soli quarantasette anni. Persone che conosco e stimo me l’hanno descritto come una persona pacata, gentile, un uomo buono e onesto, che faceva onore al mio disgraziato, sciagurato e martoriato paese.
Vi propongo qui una sua canzone, una delle ultime da lui incise: un’amara dichiarazione d’affetto dedicata proprio alla sua – e, ahimè, anche mia – terra.
È in dialetto, ma non preoccupatevi, sotto c’è la traduzione.
Buon ascolto.
Sergio Pasquandrea
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Questa nostra città (A San Severo)
E c’era una storia che non mi ricordo come fa
E c’era una strada che è bella lunga, tanto lunga
E c’è un sorriso su questa terra, olivi e vitigni,
Ma non c’è una speranza per tutti quelli che le sono figli
C’è stato un tempo in cui si stava bene, tanti anni fa
Adesso ci arrangiamo o scappiamo di corsa da questa nostra città
Una Madonna (1) ci guarda da sopra e vorrebbe affogarci
Una zuppetta (2) ti aspetta a Natale e che fai, non vuoi mangiarla?
Quante volte si chiudono gli occhi così non vediamo lo schifo
E pure questo sabato ci siamo riempiti per bene
Forse il bene a questi quattro bambini non l’ha insegnato nessuno
Diglielo al tuo padrone che pure oggi ti ha avvelenato
A San Severo ogni mattina c’è una novità
Un’altra persona che si prende le colpe di cose che non voglio fare
Un modo per arrivare a stasera senza poter lavorare
Lo so che la scalogna è nera, ma si può cambiare
A San Severo anche il pane, se vuoi mangiarlo,
Lo devi vomitare mezzogiorno e sera da quanto è amaro
E se fosse stato un amore, ci saremmo lasciati
Però lo sai, dopo un po’ sarei sempre tornato
Poi c’è chi si vergogna a dire dov’è nato
Tutti quanti sono dritti e poi piangono se vengono sgamati
Tutti quanti che sanno dove spara la prossima batteria (3)
Ma se sparano a qualcuno, ricordati: fatti i fatti tuoi
La famiglia non te la cresci se poi non ce la fai ad apparecchiare
Ma le ginocchia graffiate sul selciato (4) fanno tanto male.
A San Severo ogni mattina c’è una novità
Un’altra persona che si prende le colpe di cose che non voglio fare
Un modo per arrivare a stasera senza poter lavorare
Lo so che la scalogna è nera, ma si può cambiare
A San Severo anche il pane, se vuoi mangiarlo,
Lo devi vomitare mezzogiorno e sera da quanto è amaro
E se fosse stato un amore, ci saremmo lasciati
Però lo sai, dopo un po’ sarei sempre tornato
E non prendermi per fesso se mi cambio la carta d’identità
Se potessi verrei più spesso
Ma se lo facessi rimarrei qua
A San Severo ogni mattina c’è una novità
Un’altra persona che si prende le colpe di cose che non voglio fare
Un modo per arrivare a stasera senza poter lavorare
Lo so che la scalogna è nera, ma si può cambiare
A San Severo anche il pane, se vuoi mangiarlo,
Lo devi vomitare mezzogiorno e sera da quanto è amaro
E se fosse stato un amore, ci saremmo lasciati
Però lo sai, dopo un po’ sarei sempre tornato
Sempre tornato
Sempre tornato
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(1) La Madonna del Soccorso, patrona del paese.
(2) Zuppetta = tipico piatto natalizio a base di pane raffermo, brodo e scamorza.
(3) Batteria = i fuochi d’artificio sparati a maggio, per la festa patronale.
(4) Chianchette = le lastre di pietra vulcanica che fanno da pavimentazione per le vie del centro storico.