DEL TEMPO PRESENTE- Vittoria Ravagli: Sarà per la prossima vita 

sarah jarrett

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Credo che scrivere sia più una mia necessità, così come parlare, incontrarsi, cercare di organizzare scambi. 

Le persone ormai desiderano fare qualcosa che in quel preciso momento decidono, senza programmare. Gli articoli, e non solo i miei,  quasi nessuno/a li legge, ho anche smesso di farli girare.

Seguo alcune iniziative di cui sono piccola parte. Bisogna tenere conto che sono nel gradino finale della vita, quella da cui tutti/e piano piano si allontanano, un po’ come se si avesse una malattia contagiosa: non c’è più l’energia per lavorare per quattro (anche nel volontariato culturale c’è chi fa e c’è chi guarda come in ogni attività), non ti porti dietro persone interessanti, potresti giusto servire per dimostrare quanto chi ti ha invitato è democratico/a,  portandoti al suo seguito: la vecchia donna, simbolo del tempo passato…

In questa situazione, che direi di cambiamento, meglio fermarsi. Provo allora a cercarmi un mio spazio, magari deciderò di andare a scuola di tango.
O di canto.
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sarah jarrett

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Nelle vecchie vite passate una delle strade che avevo scelte per me era quella di fare la cantante, fingendo di essere francese visto che mi manca la erre. Avevo 17 anni. Poi il mio ragazzo di allora mi mise davanti alla scelta: o fare la cantante o fare la moglie e futura madre. Feci bene a smettere, non avevo “i numeri” per emergere in quel mondo che certo richiede lotte di ogni tipo.

Ho poi avuto un periodo, da femminista, in cui i cori erano il mio sogno. Li trovavo perfetti, con quell’essere una piccola piccola parte che seppure apparentemente insignificante collaborava all’esito complessivo, alla riuscita del canto. Una forma di società completa che mi piaceva.

Ora mi sento attirata da quel mondo ancora una volta. 

Riavvolgendo all’indietro la vita, se dovessi dire cosa voglio fare oltre che a leggere poesie e fare foto alla mia valle meravigliosa, oltre ad ascoltare il canto degli uccelli e la musica ogni tanto, oltre ad andare anche solo un giorno all’anno a vedere il mare (mi manca, mi manca sempre), oltre a starmene stesa ore come in stand by a guardare le nuvole, vorrei poter fare parte di un coro e ce n’è uno che mi piace moltissimo. Ma temo che non sia più il tempo. Troppo vecchia, troppo stanca, troppo ferita…

Sarà per la prossima vita!

Vittoria Ravagli

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sarah jarrett

 

1 Comment

  1. non è vero che nessuno ti legge! almeno io ti leggo sempre e ti ringrazio di questa bella testimonianza! (in cui in piccola parte a volte mi ritrovo…). Se il coro cui alludi è il Farthan (ricordo bene il nome del coro?), direi che provare è gratis! :-) Se hai una bella voce intonata e la erre moscia credo che non aspettino altro!

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