LAURADEILIBRI-Laura Bertolotti: Neve d’ottobre

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Tutte le famiglie felici si assomigliano; ogni famiglia infelice è invece disgraziata a modo suo.

Neve d’ottobre fa ricordare l’incipit di Anna Karenina di Lev Tolstoj perché anche Angela Nanetti scava nei rapporti familiari. Con una penna sottile, senza indugiare nelle ferite ma senza tacerle e  non è cosa semplice, neppure nelle famiglie che si presentano “normali”, o “felici”, come se questi termini avessero un riferimento preciso. In famiglia, come in tutte le comunità, sovente le ragioni di qualcuno confliggono con quelle degli altri, ognuno ha le proprie motivazioni, gelosie, desideri, rancori, che vengono più o meno esplicitati e si alzano allora muri di incomprensione e indifferenza.

In questo romanzo l’autrice analizza con estremo rispetto i rapporti familiari, in un arco temporale che attraversa gran parte del Novecento, con  la dittatura fascista, la guerra, il dopoguerra, vissuti tra quello che si chiamerà poi Alto Adige, e la città di Milano.

Giulio è ribelle e creativo, ama la natura mentre Vittorio è conformista e incline ad assecondare la volontà paterna che si abbatte inflessibilmente su tutti i componenti della famiglia, condizionandone pesantemente le scelte. Il legame conflittuale fra i due fratelli è destinato a non comporsi mai, gravato dai non detti e dalla nefasta influenza del padre.

Il padre è un giudice che vuole mantenere a ogni costo l’immagine di una famiglia borghese, inattaccabile dai pettegolezzi e osservante delle regole. Dal canto suo però conduce una doppia vita da traditore seriale e la figura della madre è struggente nel suo accettare la situazione. Una donna oppressa dalle convenzioni, prona alla volontà del marito, apparentemente cieca di fronte all’intensa vita extraconiugale di lui. Lascia presto questo mondo, sfinita dal dolore e dalla malinconia.

Uno degli aspetti più coinvolgenti del romanzo è nel rapporto padre-figlio primogenito, su cui il giudice sfoga ogni sorta di sua inconsapevole frustrazione, fino alla violenza fisica che segnerà Giulio per la vita. Ma, non ancora pago, e nemmeno pentito, perché la sua immagine pubblica non sia danneggiata da un figlio fuori dagli schemi, lo rinchiude in riformatorio, lontano, in Svizzera.

E qui si apre un altro tema quale l’abuso sui minori, coperto dall’omertà degli adulti, ed emergono personaggi indimenticabili, come il piccolo Mario, di cui pare di  sentire il pianto.

Nel romanzo c’è anche la storia di quella terra contesa tra Austria e Italia, narrata attraverso il vissuto e il sentire dei suoi abitanti, tra i maneggi di una politica confusa e una guerra che azzera le volontà delle persone  con i suoi protagonisti ambigui e crudeli e le tante inevitabili vittime.

La sorpresa, in Neve d’ottobre, è di trovare l’ affresco realistico di un periodo storico e, nel contempo,  metaforico di un tempo tutto personale dei sentimenti e delle emozioni, e di una formazione in tempi difficili e tra persone moleste.

Nella costruzione di questo romanzo la prosa conserva sempre una misura di delicatezza, rendendo persone e situazioni in modo fedele alla realtà, attendibile, eppure con un leggero lirismo.

Una grande prova di scrittura che conferma Angela Nanetti nel panorama delle autrici contemporanee da seguire con attenzione per essere ripagati da profonde suggestioni.

 

Laura Bertolotti

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NOTA SULL’AUTRICE

 

Angela Nanetti, nata a Budrio (Bologna) è laureata in storia medievale, ha insegnato nelle scuole medie e superiori a Pescara, dove tuttora risiede. Ad oggi ha pubblicato più di venti libri ed è tradotta in venticinque Paesi.  Ha scritto molti romanzi di letteratura per l’infanzia che hanno ricevuto premi e riconoscimenti in Italia e all’estero. Tra questi, Le memorie di Adalberto (EL, 1984) che ha vinto il Premio Andersen-Baia delle favole nel 1985 ed è stato salutato dalla critica come un libro fortemente innovativo. Ha raggiunto una notevole popolarità con Mio nonno era un ciliegio (EL, 1998), con cui ha vinto il Premio Cento e successivamente è stato tradotto in ventuno lingue. Si segnala anche L’uomo che coltivava le comete (EL, 2002). Nel 2000 e 2003 l’autrice si qualifica Migliore Autore dell’anno. Tra le sue ultime opere si ricorda Il bambino di Budrio (Neri Pozza, 2014) che ha vinto il Premio Nazionale per il romanzo storico  Il Castello del Terriccio 2015, e Il figlio prediletto (Neri Pozza, 2018).

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Angela Nanetti, Neve d’ottobre- Neri Pozza 2021

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