ISTANTANEE- Sergio Pasquandrea: “Manierismo contro età moderna” di Renato Barilli

 gipi- don chisciotte della mancia

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C’è sempre un momento, durante le mie lezioni di storia, in cui chiedo: “Allora, ragazzi, chi sa quand’è che finisce il Medioevo?”. Qualcuno fa confusione: 476? anno 1000? Dopo un po’, però, arriva la risposta “corretta” (spiegherò a breve il perché delle virgolette): 1492.
Poi chiedo: “E che cosa comincia dopo?”. Anche qui, dopo qualche tentativo, arriva la risposta “corretta”: “L’età moderna!”.
E qui comincio a confondere le idee (sono cattivo, lo so, ma ogni tanto bisogna esserlo, a fin di bene): quindi il Rinascimento fiorentino è Medioevo? Masaccio (1401-28) è un artista medievale? Leonardo da Vinci nacque nel Medioevo (1452)? La facciata di Santa Maria Novella (1458-78) e la cupola del Brunelleschi (1420-71) sono opere medievali?
Così arrivo al punto che mi interessa: le periodizzazioni come costrutto artificiale, il concetto braudeliano di longue durée, la storia come fenomeno complesso e multifattoriale, la necessità di interrogare criticamente le fonti, eccetera eccetera.
(“Ma allora qual è la data corretta?”, mi chiedono disperati. “Non c’è una data corretta”, rispondo: l’ho detto che sono cattivo).

Racconto tutto ciò perché è stata la prima scintilla per la quale mi sono interessato a questo libro di Renato Barilli, intitolato appunto “Manierismo contro età moderna” (sottotitolo: Shakespeare Cervantes Molière Racine).
La seconda scintilla sta nel fatto che adoro gli studiosi capaci di attraversare i rigidi confini disciplinari: e Barilli, storico dell’arte, ma anche fine critico letterario, appartiene di diritto a tale categoria.

La tesi da cui parte questo saggio era già in “Maniera moderna e Manierismo” (Feltrinelli 2004): vale a dire, che la cosiddetta “maniera moderna” di cui parla Vasari – quella di Leonardo, Tiziano, Michelangelo – fu una fiamma isolata, tra fine Quattrocento e prima metà del Cinquecento; e che il Manierismo – quello del Pontormo, del Rosso Fiorentino, del Bronzino – segnò in realtà un ritorno all’indietro, verso forme e rappresentazioni pre-moderne (l’abbandono della prospettiva razionale, della verosimiglianza anatomica, le deformazioni della realtà, ecc. ecc.). Bisognerà attendere la fine del secolo, prima con Caravaggio e i Carracci, poi con il Barocco, perché la “nuova maniera” venga davvero ripresa e sviluppata in tutte le sue potenzialità.
È possibile, si chiede l’autore, applicare tale principio anche alla storia della letteratura?

È proprio questo il tentativo messo in opera qui, prendendo a campione i quattro autori sopra citati.
Gli omologhi letterari della “maniera moderna” sono la verosimiglianza (opposta alle stilizzazioni del Medioevo) e l’aderenza ai canoni del classicismo aristotelico.
E così, Shakespeare diventa, nella lettura di Barilli, non il primo pioniere della modernità, bensì il campione della retorica e dell’invenzione fantastica, ossia del Manierismo; Cervantes, invece, è colui che davvero mette una pietra sopra le fantasticherie cavalleresche, introducendo nel mondo dei cavalieri erranti una shock terapy a base di realismo. Allo stesso modo, in Italia, l’Orlando Furioso è letto come ultimo erede del fantastico medievale, che poi la Gerusalemme Liberata riporta nell’alveo della modernità.
Un processo che culmina nella Francia del Seicento, dove da una parte ha luogo la celebre querelle des anciens et des modernes, dall’altra Molière e Racine trasformano, rispettivamente, la commedia e la tragedia, facendone generi pienamente realistici e, perciò, moderni, pur nel rigoroso rispetto dei dettami aristotelici.

La tesi è provocatoria e, ovviamente, se ne potrebbero escogitare infinite contro-argomentazioni. Ma non è questo il punto (del resto, per me l’interesse di un libro non consiste affatto nell’essere in accordo: anzi, casomai è il contrario): il punto è che Barilli la sostiene con analisi sempre dense di intelligenza e di brillanti intuizioni. Che spesso vanno – ed è proprio qui il bello – a confliggere con tante idées reçues.
Insomma: se vi piace farvi provocare intellettualmente, questo è il libro che fa per voi.

Sergio Pasquandrea

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.Renato Barilli

Renato Barilli, Manierismo contro età moderna. Shakespeare Cervantes Molière Racine- Marietti 1820/ 2021

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