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Se la storia ci presenta il Mediterraneo come un mare interno, luogo di conquiste e dominazioni, commerci e scambi da parte dei popoli che vi si affacciano fin dal Neolitico, esiste però una storia più nascosta che lo racconta come un serbatoio di immagini, come un potente veicolo della dimensione simbolica: attraverso le sue acque hanno viaggiato storie, miti, leggende e immagini capaci di creare echi e risonanze tra le varie terre che vi si affacciano. Esiste del Mediterraneo una dimensione eminentemente femminile, che appartiene alle sue radici più arcaiche e che fino ad ora non è stata adeguatamente esplorata e riconosciuta. Grazie all’antologia del Gruppo Poesia Comunità di Mestre, “Poete del Mediterraneo” La Versiliana Editrice, 2021, curata da Giorgia Pollastri, che ha portato avanti questo progetto per vent’anni e che infine è riuscita a realizzare con luminosa e amorosa determinazione, questa mancanza è stata finalmente sanata. Il suo lavoro incessante è stato quello di creare una rete poetica tra donne di diverse culture e nazionalità, unite da una medesima appartenenza dal momento che le terre in cui vivono si affacciano tutte sul Mediterraneo. Questo lavoro ha rivelato la natura eminentemente femminile che caratterizza questo mare che è stato la culla delle Grandi Madri che si sono manifestate negli aspetti di Astarte, Ishtar, Iside, Artemide, delle Madonne Nere, presenze viventi che continuano ancor oggi ad essere evocatrici d’immagini dalla potentissima valenza simbolica. Queste energie femminili, confluiscono nell’antologia, accompagnata dalla preziosa introduzione di Vittoria Ravagli che scrive :
“ Se diciamo Mediterraneo “sentiamo” profumi, odori, immaginiamo commistioni, musiche, canti. Nelle terre che lo circondano si intrecciano storie, miti, leggende, culture, religioni; i cibi e le musiche che si contaminano da sempre”
sottolineando la complessità e molteplicità della realtà mediterranea, risultato di un insieme di atmosfere e di aromi che ne costituiscono l’essenza.
Così affiorano dalle sue acque immagini luminose, immagini numinose ci vengono incontro dal fondo dei secoli. Giungono dai porti di Alessandria d’Egitto, dalle coste fenicie, per raccontarci di come le grandi dee della Luce cavalcassero il Toro lunare, loro veicolo privilegiato. Immagini che trascorrono su acque psichiche per esprimere la loro verità. Europa volge le spalle al Sole, suo padre, rapita dal bianco toro sotto le cui sembianze si cela Zeus, il dio olimpico che ha soppiantato le antiche dee. Il toro è un animale dominato dalla Luna, le sue corna ne evocano la falce. Europa-Tethys viene rapita e violata, smangiata via nella notte nera dei flutti su cui viaggiano i miti, le costellazioni del nostro Mare interno, intense immagini di corrusca bellezza.
Così, questo pacifico bacino di scambi e conoscenze è diventato nel tempo dominato dalle forze oscure di Ares, il dio della guerra e pertanto scenario di conflitti, dilaniato da scontri e ricettacolo di morte. Gli eroi “civilizzatori” trasformarono questo mare in un luogo di scontri e di rapine.
Eppure, un riscatto è possibile; come scrive Vittoria Ravagli
“Le donne creano ponti. Ma sono gli uomini che hanno deciso e decidono guerra e pace, convivenza, salvezza possibile.”
STORIA DI DIKE di Antonella Barina
Nel respiro che percorre ciò che vive
Nella pelle della mia schiena
Nella luce della mia mattina
Nel capriccio della mia notte
Io sento una nota stonata
Una ferita aperta nel mio corpo
pulsa di vermi umani
In spregio alla mia interezza
lordano la sabbia di fumo di fiamme
Avvelenano fiumi e mari
Dannano l’aria
E la Dea che ha creato l’universo
è diventata un dio
La Dea che ha partorito gli altri dei
è diventata un dio
La Dea che ha generato donne e uomini
è diventata un dio
chiuso nei templi a generare la guerra
Vieni, Dike, figlia e sorella,
Me stessa, vieni
Inconosciuta che stai dietro la nostra memoria
Scritta nel rovescio delle palpebre
nelle venature delle foglie
Non è che un istante della storia delle stelle
Il tempo in cui l’orrore deve essere consumato
Tempo vi sarà per il nostro ritorno
Tempo è venuto che le nostre parole
Siano ascoltate
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Il Mediterraneo, questo mare interno, continua ancor oggi ad essere metafora della nostra stessa interiorità, e per questo può essere al tempo stesso luogo di vita o di morte: tutto ciò dipende dalla nostra volontà di creare o distruggere.
NON TUTTO IL VINO E’… UVA di Remah Boubou (Siria)
Traduzione di Sana Darghmouni
Scricchiola la risata della sorpresa
e si strozza in gola uno stupore!
Ha dato un banchetto a tutte le catastrofi
il vento è una vecchia strega
il mare toro
e la pioggerella del giallo dipinge le barche
le pietre e i volti,
le bare sono di solito previste
così anche la follia e la spudoratezza.
Ma che le foglie fioriscano serpenti
e che scenda dalle sue alte mura
un’aquila zoppa che nasconde la tribù
nel caffettano della poesia
dopo averla intrappolata con formaggio e pane unto di olio,
questa è
la fine dei popoli
che hanno creduto che l’oste delle taverne
fosse
il vinaio dei grappoli
e che avesse in ogni casa molte case.
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octavia monaco-la fontana di ecate
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Questa raccolta rappresenta una specie di filo di Arianna che lega insieme le voci di donne cresciute sulle sponde del Mediterraneo e che intrecciando le loro parole, alimentano un senso di appartenenza, di relazione e di corrispondenza.
LE ROTTE DELL’INFINITO di Oliva Novello
Lune che indicano la rotta
verso l’Infinito,
e di noi stesse eclissi,
vertici di stelle,
albe nate dalla notte
che alla vita chiamano.
I nostri occhi hanno sondato il mare
come polene antiche
sulla prora delle navi
e dai fondali di quelle acque
è affiorata la nostra voce chiara.
Ed è canto di richiami
Che il vento trasporta sulle onde
e narra storie di popoli,
di uomini di differenti lingue
e d’alfabeti altri,
di miti e di leggende
di sogni e di tragedie
di lacrime e speranze
in cui ritrovarmi e perdermi,
io Selene tra le tante…
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octavia monaco- natura naturans
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Vittoria Ravagli ha saputo porre in risalto come i valori dell’unione e della comunicazione presenti in quest’opera riescano a creare un dialogo polifonico. L’antologia è il coraggioso e splendido risultato di un sogno che Giorgia Pollastri è riuscita a realizzare: quello di riunire donne di paesi e culture diverse intorno ad un medesimo mare; le loro voci cantano la luce e l’ombra, il dolore e la gioia, la vita e la morte, cercando di ricostruire un comune alfabeto simbolico.
STORMO DI UCCELLI CIECHI di Samira Albouzedi (Libia)
Traduzione di Sana Darghmouni
Non sono perfetta,
Dio mi ha lasciata nella sorgente secca
vagare tra le parti
portare l’acqua alla mia immaginazione addormentata
con secchio forato e ferite nelle mani e nell’anima.
La bramosia della poesia mi ha rapita
non vi sono clavicole né ossi che non siano stati frammentati
sotto i suoi denti feroci.
Sono imperfetta, ho perso viti, vene e poesie crude
ho perso feti con pianto silente.
In questa miserabile stazione universale litigo
con la mia memoria che mi rattrista e alla quale ritorno,
cucio fiori secchi nella sua asola
e la invito ad un pasto freddo in tarda notte.
Ho amato cento volte uomini che assomigliano
a cavalli sempre in corsa,
ho dato loro la bisaccia delle poesie e mi hanno ricambiata
con un calcio nel cuore.
Sbaglia chiunque creda che l’amore sia integro
senza questo calcio.
E’ necessario il dolore nell’amore,
se fosse morbido sarebbe un ricordo pesante,
se finisse bene diventerebbe un sermone sbiadito
che attraversa la memoria come uno stormo di uccelli ciechi!
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octavia monaco- anima-mundi-in-mundi
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Come abili tessitrici, le autrici presenti in questa raccolta hanno intessuto il loro canto da una sponda all’altra del Mar Mediterraneo, intrecciando visibile e invisibile, materiale e simbolico, ritrovandosi sorelle in questo viaggio a ritroso verso le radici di una comune identità.
PERCORSI di Giorgia Pollastri
Alla luce della prima stella
cammini tra erbe di rugiada.
Le vesti bagnate
accarezzano il corpo
ancora per poco Iside brillerà
poi, Nefti sarà a dominare
i silenzi dove tutto è possibile.
Ma giunge Thot
a prenderti per mano
ad insegnati parole
più nuove
ad insegnarti
i percorsi del cuore,
i percorsi della mente.
Sorridi tra pallida luce
cammini con fede
nel mondo dei mondi
con mani serene riabbracci la vita
e torni a guardare di nuovo il tuo mondo.
In una volontà di speranza, di armonia e bellezza si snoda questo percorso poetico che esprime una volontà di rinascita, come scrive in chiusura della sua prefazione Vittoria Ravagli:
“Impariamo ad amarci così, scrivendo, sognando, urlando il dolore, raccontando della bellezza della terra, dell’universo, piangendo e ridendo insieme.
Ma non fermiamoci. Traiamo dalla bellezza, dall’amore e dallo struggimento comuni, la forza di incidere su questa realtà che non vogliamo. La forza per lottare di nuovo con determinazione, senza paura. Insieme.”
Lucia Guidorizzi
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Gruppo Poesia Comunità di Mestre, Poete del Mediterraneo– La Versiliana Editrice 2021
Antologia a cura di Giorgia Pollastri