owen gent
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Poesia
Il tempo trascorso nel dolore
A portare in giro la carcassa
È valso a sentire i limiti
E a intonare i lamenti
Per farne un canto
Vestire i panni del docente
Per sopportarne l’indecenza
Bruciando l’idiozia di stato
Negli abbracci dei Down
Correre nel tremore
Dei muscoli consumati
Trovare un cesso sicuro
Per svuotarmi le viscere
La pelle attaccata alle ossa
Fa risuonare il mondo intorno
E piano ne sfuma il contorno
Il vuoto a fatica trovato
Si riempie d’inutili macerie
Pur sempre carne
Residui di vite indistinti
Vorticanti nell’inappagabile
Cercano affannandosi
Briciole di pace e felicità
La colite dei secondini
Il reflusso degli scrutatori
È la colla rancida che
Tutto mantiene
Faccio la spola blue
Tra casa e scuola
In giro tra marmi animati
E musica d’appendice
Il vino al ritorno
È il compagno
Che accorcia
L’attesa per la cura
Ma la cura è la Vita
Che taumaturgica tace
Come vuoto che riempie
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owen gent
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Abbraccio
Al guinzaglio del tempo
Qui e là vagando
La gioia è un urlo
A un passo dall’abisso
Le chiacchiere
Un dolce girotondo
Carico al fin
Della rincorsa
Salgo e scendo
Solo sciogliendomi
Nel ritorno dell’onda
Cosa aspetti!?
Abbracciami
Fa’ che il cerchio
Si chiuda!
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owen gent
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Perché non mi faccio saltare il cervello con un colpo di pistola
Quando il buio mi mangia il cuore
E la saturazione m’irrigidisce
E mi arma la mano
In un attimo un filo si allenta
E piano ritorna a galla
Ciò che mi trattiene −
Le telefonate
improvvise A un passo
dal baratro
Il sole sugli occhi chiusi
Che indora i pensieri
Il vento che asciuga
E suona al contatto
Le sante immersioni
Nell’utero marino
Le abbuffate infinite
Delle feste comandate
Le pisciate da ubriachi
Mentre si ride da soli
La lealtà furiosa nel Pogo
Battezzato dal sudore
Il profumo delle tette
E le curve della
schiena
I viaggi in nave da solo
A piangere sul ponte
Le epifanie in Grecia
E la philia dei greci
La nemesi inaspettata
Per l’uno e per i molti
L’amore degli amici e
L’amicizia delle amanti
Le lenzuola pulite dopo
Chilometri macinati
I papaveri che spuntano
Tra binari e traversine
La neve che ammutolisce
E riempie col silenzio
La scienza evangelica
Del marxismo che verrà
Il nodo alla gola che
Si scioglie in lacrime
I respiri sintonici nel sesso
Eccitati dall’odore della
pelle
Il sonno animale dopo la fatica
Sicuro e avvolto dal calore
I pianti disperati, di rivelazione
D’amore e di riconciliazione
Il sorriso contagioso
Dei vecchi e dei bambini
L’abbraccio delle famiglie
Vecchie, nuove e ritrovate
L’alleanza terapeutica in
Ogni contatto risvegliato
L’impermanenza sicura
Della follia e
del dolore
Il blu insondato delle
Dorate meditazioni
E per ultimo la realizzazione
Che la coscienza non si
estingue
Non con un proiettile da due soldi
Né con una bomba all’idrogeno
E quella che si spera una fine
Sarà un inizio
E quello che si crede un attimo
Sarà un’eternità
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