farzana wahidy
IL DOLORE E’ CIRCOLARE
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Beatrice Impronta
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AFGHANA E DONNA
Quel che resta di me
è un moncherino di gioia madido
in bende di negazione
ampie come lenzuoli – di cancellazione
aspre come fortezze di convivenza.
Quel che resta di me
è il feto-donna che viveva e poi
è tornato all’utero, murato.
Quel che resta di me è un frammento d’esistere
lo spettro nero che non vedete (più).
Che non vedete, la sovversiva
l’audace la portatrice d’eros
la libertà che fa spavento.
Quel che resta di me si ribellerà
all’ascia che ha tagliato i ponti
del camminare di là del male antropomorfo
inciderà le coltri su primavere calpestate.
Quel che resta di me è la voce bellissima
che continua a cantare, cieca luce
al cielo capovolto senza una musica.
Ma io non ho che questo canto
un canto-vento di apertura
di tutti i segreti che porto
mentre la vita soffoca – mentre vorrei a svegliarmi un’onda rosa,
entrare in me tutte
quelle che hanno avuto coraggio per me con i loro landai di lingua e cuore
restituirmi al mondo.
Rita Stanzione
fatimah hossaini
E poi arriveranno le rose
ad adornare i cuscini
di quegli uomini spinati
che imprigionarono sogni
e distrussero conquiste
nel nome di un Dio ignoto.
E copriranno col profumo
il secco odore del fumo nero
davanti a lacrime di madri
che piangeranno figli e non banditi.
Sì, osserveremo le rose
davanti ai salici piangenti
sorrideranno i nuovi boccioli
e tutta quella polvere avrà
ali di farfalla, si chiamerà
donna, bambino, transgender
non importerà…sarà solo
un nome che sbadiglierà assonnato
davanti ai rumori delle bombe
ormai lontane e senza ritorno.
Antonio Corona.

ad assaporare le mie vesti?
Maria Teresa Cosi
fatimah hossaini
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LE DONNE DI KABUL
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Quando le bambine di Kabul si sveglieranno,
all’alba saranno già donne.
Si desteranno orfane di carezze
e cresceranno in fretta
ai margini dei confini.
Saranno donne premature.
Le donne di Kabul
hanno gli occhi da bambine.
La voce delle donne di Kabul
ha l’odore del vento
e rimbomba
sotto il velo sulle dune,
come una preghiera
in una terra maledetta,
nascondono la nostra vergogna.
Le donne di Kabul sono morte più volte.
Sono morte alla terra che li ha cresciute,
ai padri che li hanno generate.
Sono morte ai figli che hanno lasciato.
Con le lacrime agli occhi
asciugano il sangue sulle strade riversato.
Le donne di Kabul muoiono a se stesse
stuprate, violentate dagli occhi dell’Indifferenza
che sta a guardare.
Le donne di Kabul dimenticano l’amore
o amano di più la vita
per esistere e resistere alla sofferenza.
Hanno coraggio da vendere,
ad un prezzo che nessuno può comprare,
per accompagnare i propri figli oltre l’ego
e lasciarli andare.
Nascondono i propri figli
nel ventre della terra
li affidano all’acqua del mare,
nel silenzio gridano: “Pace”.
Piangono di notte
e seppelliscono la voce del pianto,
insegnano l’umanità, sono gentili.
Le donne di Kabul
sono lasciate sole,
ma sono pronte a salpare
per il viaggio verso la libertà
e stanno ad aspettare.
Le donne di Kabul hanno radici
e hanno piantato il cuore dell’umanità
nei loro occhi.
Chiamano l’Europa amica
e sperano in una mano tesa.
Le donne di Kabul
hanno diritto di scegliere,
e di scegliere la vita
Imma Schiena
.
rada akbar
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LANDAIS ATTORNO AL POZZO
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C’è il sole che splende là fuori
Ma il mio sole è un velo da cui il il mondo è nero
Il mio latte ti nutre bimba
Perdonami se domani non ti aiuterò
Papà, oggi mi vedi, sono morta
fra le tue braccia mi sentivo principessa
Figlio, per ogni ginocchio sbucciato
c’ero per te, ma oggi sono solo un’ombra
Figlio, le storie che ti raccontavo
erano i sogni di un’anima libera
Non piangere amica sorella
tornerà il sole sui nostri passi, domani
Giorgia Pollastri
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hangama amiri
Valentina Meloni



Rifiorirà il deserto.
È una promessa e un patto tra sorelle
.
e la mia voce trattenga la poesia
donna verrà
libera del suo corpo
felice il cuore
.
danza nel vento
l’anima delle donne
così ardita
.
cuore di donna
libero dai suoi ceppi
libero canta
.
inesplorata
incerti passi muove
senza i suoi trucchi
.
e tu chiamala
donna. Fior si palesa
o serpe d’acqua?
.
chiede talento
per l’improvvisazione
essere donna
.
sguardo proteso
l’attesa ti fa bella
fanciulla in fiore
.
incerti passi
muovono sulla via
bimbe silenti
.
sbocci di rose
nel maggio profumato
capelli al vento
.
fare e disfare
quotidiano travaglio.
Omero insegna
.
alto sentire
o futile accudienza
pagano pegno
.
quando soffriamo
l’abbraccio d’altre donne
il cuor consola
.
una carezza
non medica livore
al colpo inferto
.
sibila il vento
dietro la tenda chiusa
sussurri e grida
.
chiedi pietà
a chi non ha pietà
vittima inerme
.
a denti stretti
con la mente in subbuglio
vinta e non doma
.
una bambina
comprimi nel tuo cuor
di donna affranta
.
tiemmi la mano
sorella amica donna
amor ci chiama
.
pulsa nel grembo
un’onda di potenza
vita ci preme
.
donna garante
la vita si perpetua
patto nel ventre
.
dentro un recinto
compressa libertà
sprimacciar d’ali
.
dona i colori
a un cielo spesso ostile
fiori del cuore
.
di luce e d’ombra
trafitture dolenti
al cuor che attende
.
tra il dire e il fare
una tela d’amore
vischioso agguato
.
se dico donna
e tu rispondi danno
il danno è fatto
.
trame del tempo
fremente desiderio
converso in quiete
.
liberamente
senza servir alcun
soltanto mia
.
donne sapienti
donne di bel sembiante
soltanto donne
.
un altro mondo
una vita diversa
donne in cammino
.
la fronte piana
audace e indecorosa
donna verrà
Note al testo- Tutte le immagini utilizzate sono di artiste afghane
[1]- le immagini sono tratte da un video il cui autore ha aggiunto le parole scritte accanto al murales:- Potrete essere in grado di cancellare i murales dalle strade dell’Afghanistan, potrete essere in grado di mettere a tacere le voci in alcune parti del paese per un po’, ma urleremo così forte che saremo ascoltati. Non sarete in grado di cancellare questo dai ricordi e dalla coscienza del mondo. Vi vedo –