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Un video, un piccolo video di 14 secondi. Ma per arrivarci, devo passare attraverso il casello di Ponente in Piazza Sempione, accanto al trionfale Arco. È lì, sul suo timpano, che alla fine di settembre (in conclusione della fashion week milanese) ha campeggiato per 24 ore la scritta VAULT e sotto, più in piccolo, il marchio GUCCI. L’edificio squadrato dalle severe forme asburgiche per un giorno e una notte si è animato di allegri e festosi colori pop, come se un bambino, con in mano un set di pennarelli fosforescenti, si fosse divertito a profilarne le colonne con righe e losanghe.
L’effetto gioiosamente infantile si prolungava all’esterno nel set di tavolini quadrati e cubi da sedere gialli che avresti potuto vedere in un scuola d’infanzia e all’interno nelle pareti a rigoni verde e giallo e nel gigantesco computer Commodore anni ‘90 da Alice nel Paese delle Meraviglie.
Su NSS magazine, sito che dal 2009 si è affermato come un sito di moda e cool-hunting (così recita il bugiardino), leggo (e quindi copio-incollo) che VAULT( in inglese cantina, cripta, ma anche caveau di preziosi) è un “concept-store virtuale dove archivio, ricerca e contaminazione sono le parole chiave del progetto, presente in forma fisica all’arco della Pace di Milano con un pop-up store in cui fisico e virtuale si sposano per dare forma ad una nuova cross-settorialità”. Queste sono le parole del direttore creativo del marchio, Alessandro Michele che, con i suoi capelli lunghi stile hippie e la proliferazione di anelli alle dita, assomiglia molto a una rockstar.
Concept store, pop-up store, cross-settorialità. Come nel gioco dell’oca, di nuovo un passo indietro, se no rischio di perdermi qualcosa. E, metaforicamente, spulciare dizionari enciclopedie. Wikipedia, insomma.
CONCEPT STORE
Il concept store è un punto vendita caratterizzato dalla sua completa eterogeneità rispetto all’esperienza tradizionale del negozio. Il suo obiettivo è quello di allestire un’esperienza di esplorazione e di scoperta da parte del cliente attraverso una pluralità di suggestioni, provenienti sia dalla varietà di prodotti esposti, sia dall’architettura stessa dell’ambiente.
POP UP STORE
Il pop-up store è un negozio temporaneo la cui durata può variare da pochi giorni a poco più di un mese. Essi compaiono in zone particolarmente in vista della città, proponendo le ultime novità e chiudendo improvvisamente, senza preavviso: l’obiettivo è quello di creare un evento effimero che si leghi a un messaggio duraturo nel tempo.
CROSS SETTORIALITA’
Per cross-settorialità ormai non si intende più solo la contaminazione tra grandi marchi della moda e settori che vanno dall’auto alla ristorazione allo sport e a tutto l’universo del comprabile (tutte cose vecchie, già viste); neanche solo la collaborazione tra designer diversi (come ha fatto anche il nuovo Direttore creativo di Dior) tesa a restituire l’idea di una moda collettiva e di una creatività corale; ma lo sconfinamento della moda, in qualsiasi altro universo, dovunque comunque.


La moda, afferma sempre Alessandro Michele, “ha bisogno di ossigeno dall’esterno” e va in cerca di suggestioni dovunque le trovi: dal cinema ai videogames ai cartoni, sconfinando appunto in tutte le forme di intrattenimento, tra cultura e tecnologia e media. Così a Parigi sulle passerelle di Balenciaga hanno sfilato, anziché modelle, i personaggi dei Simpson; prima, online, i personaggi di un videogames, Fortnite. Di “grande contaminazione” parla il direttore creativo di Gucci, sulla rivista AD, di un crossover di epoche, identità e linguaggi, in uno spazio, VAULT, che vuole essere macchina del tempo, archivio, biblioteca, laboratorio e luogo d’incontro.
Come un’effimera il pop-up store VAULT di piazza Sempione è svanito dopo 24 ore, e il casello è tornato al suo rigore asburgico e al nitore del recente restauro. Ma quegli stessi colori fluo sono migrati sul web, dove VAULT ha iniziato la sua vera vita, eterna per quello oggi questa parola può significare, lo shop online, dove ritrovare (e comprare) borse, valigie, abiti ma anche servizi da tavola e “frugando nei cassetti della storia”, articoli vintage, second hand o d’archivio. Perché passato e futuro si mescolano e contaminano di continuo in un presente che, forse, non esiste proprio. O che non sa bene dove andare.
Comunque sia, qui, nel sito online, si trova il si trova il breve video che dicevo:
https://vault.gucci.com/it-IT.
Basta cliccare su SCOPRI DI PIU’ (sotto a Benvenuti in Vault), scorrere fino in fondo alla pagina:
https://vault.gucci.com/it-IT/story/vault-is-open
Ed ecco i 14 secondi in cui una scatola verde pisello viene lentamente aperta per svelare nel suo interno, giallo e rosa confetto, un’altra scatola uguale alla prima e così via per altre otto scatole, virtualmente infinite. La colonna sonora è il succedersi ipnotico di una scala diatonica suonata da un flauto.
C’è qualcosa nel video, nella sua struttura ricorsiva che mi affascina. Forse la curiosità continuamente frustrata e riattizzata ogni volta che si apre la nuova scatola. La musichetta celestiale e ripetitiva, come se tutto dovesse cominciare giusto in quel momento. Tutto questo, insieme al fatto che nella mia mente non so perché si ostinano a risuonare le parole del bambino nella fiaba di Andersen.
«Ma non ha niente addosso!» disse un bambino. E ognuno sussurrava all’altro quel che il bambino aveva detto.
«Non ha proprio niente addosso!» gridava alla fine tutta la gente. E l’imperatore, rabbrividì perché sapeva che avevano ragione, ma pensò: “Ormai devo restare fino alla fine.” E così si raddrizzò ancora più fiero e i ciambellani lo seguirono reggendo lo strascico che non c’era.
Il re è nudo. La scatola è vuota. La moda è una scatola vuota. Ma che bei colori! E con quanta fantasia si può indossare il niente. E riscriverlo. E accendere vortici di desiderio.

https://www.nssmag.com/en/fashion/27584/gucci-vault-what-is-it
https://www.ad-italia.it/article/gucci-lancia-vault-a-milano/