mikis theodorakis- cover album anniversary
Διότι Δεν Συνεμορφώθην (Perché non mi sono conformato)
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Per questa ripresa autunnale di Cartesensibili, avevo in mente un ciclo di post sulle versioni musicali di Baudelaire. Però – è il 2 settembre 2021 – mi arriva la notizia della morte, a 96 anni, del grande compositore greco Mikis Theodorakis.
Il suo nome è noto da noi soprattutto come il compositore del celeberrimo tema di Zorba nel film Zorba il greco: quello che è ormai noto universalmente come “sirtaki” e che è, fra l’altro, un interessantissimo caso di “tradizione inventata”, secondo la definizione di Hobsbawm e Ranger (il sirtaki non è, come di solito si crede, una danza tradizionale greca, bensì una creazione di Theodorakis stesso, che si basò su alcune danze popolari, reinventandole).
La figura di Theodorakis, però, non si esaurisce affatto in quel brano: musicista di formazione classica e accademica, fu un grande innovatore anche nel campo della musica leggera, collaborò con i maggiori letterati greci, fra cui il poeta e militante Ghiannis Ritsos, venne imprigionato e torturato durante il periodo della “dittatura dei colonnelli” (1967-1974) e si impegnò politicamente con il Partito Comunista Greco di Papandreu.
Per dare un’idea della sua produzione, vorrei presentarvi un disco poco noto, ma di grande valore: “Caro Theodorakis… Iva”, inciso nel 1970 da – ebbene sì – Iva Zanicchi.
Ora, lo so che la Zanicchi è ormai collegata, nell’immaginario collettivo, ai programmi più beceri della peggiore TV-spazzatura, ma non va dimenticato che “l’Aquila di Ligonchio”, com’era soprannominata, è stata per molto tempo una notevole interprete della nostra canzone, insieme a tutta una generazione di grandi voci femminili (Mina, Milva, Ornella Vanoni, Patty Pravo, Orietta Berti, Mia Martini e così via). Dotata di una vocalità potente e di una naturale affinità per il soul e il rhythm’n’blues, è la cantante che ha vinto più volte (tre) Sanremo e può vantare una carriera costellata di successi nazionali e internazionali, culminata nel 1973 in un concerto alla Carnegie Hall di New York.
Nel 1970, era reduce dal clamoroso successo di Zingara, vincitore l’anno prima di Sanremo, e da quello di L’arca di Noè, presentato proprio quell’anno insieme all’autore Sergio Endrigo. Aveva anche pubblicato Un uomo senza tempo, adattamento di una canzone argentina, dedicato nientemeno che a Giuseppe Ungaretti.
“Caro Theodorakis” segnò un netto punto di svolta nella sua carriera: con esso, Iva si proponeva come interprete impegnata e seria. Il disco è arrangiato dal grande jazzista Enrico Intra, che siede personalmente al pianoforte, e presenta una selezione di undici canzoni di Theodorakis, accompagnate da una dedica-ringraziamento dell’autore. Il disco ebbe un ottimo successo commerciale, piazzandosi quarto nelle classifiche italiane. Il brano d’apertura, Un fiume amaro (in apparenza una canzone d’amore, in realtà una dedica alla Grecia ferita dalla dittatura), venne portato anche alla finale di Canzonissima.
L’anno seguente, la Zanicchi pubblicherà anche Shalom, dedicato ai canti del popolo ebraico, e Caro Aznavour, che va a completare un ideale trittico.
Vi propongo non un brano, bensì il disco intero, che si trova su Youtube e dura poco più di mezz’ora.
Buon ascolto.
Sergio Pasquandrea
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