miles johnston
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Due figure di donna si contendono il ruolo di protagonista, madre e figlia, l’una incarna i doveri, l’altra i desideri, in eterno conflitto. Romanzo di formazione sui generis questo L’acqua del lago non è mai dolce, a tratti iperrealistico, subito dopo sfumato nella materia del sogno.
L’adolescente Gaia è tosta, affronta le limitazioni imposte dall’indigenza a testa alta e si rapporta ai coetanei con una luce di sfida negli occhi. Antonia, la madre, si spende senza riserve e con tenacia per conquistare un posto dove vivere dignitosamente con i quattro figli e il marito disabile, scontrandosi a muso duro con le indifferenti autorità del caso e con assistenti sociali poco empatiche, senza mai arrendersi.
Dopo tanti traslochi la famiglia e la storia si spostano sulle rive limacciose del lago di Bracciano. Ma come l’acqua del lago non è mai dolce, così la vita non regala mai nulla, pensa Gaia, e allora bisogna usare le maniere forti e prendersi quello che ci spetta.
Due donne, Antonia e Gaia, destinate a piantarsi saldamente nella memoria di chi legge questo romanzo denso, eppure con una sua dolcezza, o almeno la sua speranza, nel finale che libera finalmente i sentimenti, senza scadere nel melo.
Il romanzo si rivela una lettura non semplice, sembra non voler indorare la pillola delle difficoltà, colpisce con la descrizione di un’adolescenza contemporanea che fa riflettere sull’educazione, la società e la famiglia.
Romana, classe 1988, l’autrice Giulia Caminito ha convinto con la sua scrittura scabra ed evocativa anche la giuria popolare del Premio Campiello, guadagnandosi il primo posto nell’edizione di quest’anno.
Laura Bertolotti
Giulia Caminito, L’acqua del lago non è mai dolce – Bompiani 2021