redmer hoekstra
Linea di galleggiamento di Luca Bresciani (Collana gialla Pordenonelegge – Lieto Colle Edizioni, 2020) è una direzione poetica pregevole e sincera di stabilità emotiva, un equilibrio realistico ed obiettivo, che concede il mantenimento dei sentimenti in un’estensione di immagini commosse ed ostinatamente disinvolte nell’apparente leggerezza. I versi distendono il percorso umano della disponibilità al sentire attraverso un’intensità descrittiva pura e commossa, tormentata e confortata, delle esperienze esistenziali e incrociano la relazione necessaria, impressa nella struggente malinconia della coscienza, dei momenti della vita interiore, delineando con spietata ed ironica inquietudine l’irrefrenabile irrequietezza della vita. Linea di galleggiamento concentra l’atmosfera delle sensazioni provocate da motivazioni interne ed esterne in un’agevolazione dello spirito, in cui la sottile alchimia delle aspettative cognitive esprime l’eterna sospensione delle risposte espressive, dilatando nell’indagine accurata e minuziosa delle domande, l’immediatezza del verso poetico. L’autore indugia su miracolose contemporaneità avvolte, come la vita, nei luoghi del cuore, nella quotidianità degli oggetti, nella cortina di polvere del mondo, fatta di ombra e luce, di gioia e dolore. La poesia di Luca Bresciani affonda l’umanità nell’onda movimentata delle percezioni sensibili, coglie intuitivamente il tempo, lo spazio, la cifra della completezza interiore, nella traccia di ogni significato intimo, nella sicurezza delle destinazioni intellettive, riconoscendo alla necessità della riflessione la consistenza dei contenuti universali. La testimonianza lirica di Luca Bresciani mantiene “a galla” il perpetuo e volontario andamento della memoria, sostenuto dalla misteriosa consuetudine ad ogni attitudine affettiva e l’effetto rappresentativo della poesia è il viaggio infinito ed avventuroso dell’anima. Il poeta è riflesso di quella parte invisibile che, nei versi, è trasmissione del pensiero emozionale. Lo stile, ritrovato in un lessico consueto, è attratto dalla diffusione di una umanità, smarrita nella corrente delle sensazioni, delle dispersioni emotive, di ogni adesione empatica. “Linea di galleggiamento” è una consapevolezza in limine, l’esperienza sulla soglia di ogni comportamento, la capacità di tramandare ogni preziosa, disincantata possibilità evocativa, il sortilegio intenzionale della poesia che si identifica tra gli avvenimenti. Ogni cicatrice del cuore si mantiene alla superficie della saggezza, assolve l’essenza fragile di ogni debolezza umana e conosce la grazia guaritrice.
Rita Bompadre
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redmer hoekstra
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Testi da Linea di galleggiamento di Luca bresciani
Svegliarsi con luoghi abbandonati
all’estremità dei polsi
e l’erba nei corridoi delle vene
è sindrome del tunnel carpale.
Penso a un’usura per sottrazione
nello stallo di chi si astiene
e la natura violata delle braccia
di notte ci riconsegna alla terra.
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Il corpo si costituisce
otto ore a notte
e la pena si sconta su un fianco
diventando la metà di un uomo.
È trapianto la parte mancante
in chi è spezzato dalle onde
e ha per linea di galleggiamento
la cicatrice di uno scudiscio.
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Sollevare le tapparelle
cercando una notizia per risorgere
oltre quel vetro così sottile
che diventa una nuova cute.
Indosso la memoria della pioggia
nella prima volta con la terra:
la paura nella forma pregiata
di non sapere come si ama.
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Avere nella bocca
un negozio di ferramenta
con il necessario per attuare
uno scasso o una riparazione.
Io gioco con la lingua
con le mie viti a stella
e la voce diventa coro
nell’universo del palato.
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Se cade un oggetto
è per svelare un indizio.
C’è sempre dello spazio
tra porta e pavimento:
una nota in calce al cielo
che dice non sei solo.
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Il buio e le sue lontananze
nella frattura delle precedenze
e quella curva senza memoria
invertendo il senso della vita.
Ma le palpebre all’interno
hanno inciso un indirizzo
e nel sonno ogni persona
riporta un disperso a casa.
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Luca Bresciani, Linea di galleggiamento- Lietocolle Editore 2020
Mi hanno molto colpito questi versi di Luca Bresciani, peraltro così ben compiuti nella parte assente dalla presentazione di Rita Bomparte. Per quel che ho letto, Rita giustamente mette l’accento sull'”apparente leggerezza” di Bresciani, veicolata da un linguaggio, ancora apparentemente, comune, quotidiano. In questa poesia mi ha colpito soprattutto l’incantevole – pure quando scorticante – connubio tra matericità oggettuale-corpo e – da lì, come fluidi flussi esalazioni odori – pensieri, emozioni, cognizioni, brani di interiorità capaci di dilatarsi ad estensioni sempre più larghe, fin quasi infinite fin quasi fuori del tempo (“la memoria della pioggia/ nella prima volta della terra”) o fin quasi quasi rivelazioni quasi metafisiche (“una nota in calce al cielo/ che dice non sei solo”; “nel sonno ogni persona/ riporta un disperso a casa”), pur non scostandosi mai, meglio: non perdendo mai il mondo; è questo il significato che voglio dare all’abbondare dei miei “quasi”. Non c’è discrepanza, discontinuità, opposizione tra corpo e pensiero del corpo, nonostante l’apparente taglio della “linea di galleggiamento”. “miracolose contemporaneità”, dice Rita Bomparte “avvolte, come la vita, nei.luoghi del cuore, nella quotidianità degli oggetti, nella cortina di polvere del mondo”.