I testi e le voci, del narrante e degli strumenti musicali coinvolti come altre voci, presentano qui una drammatizzazione sonora e luminosa, anche le voci hanno tenebra e raggio, dentro cui si creano prospettività di scene in cui l’esistenza è l’acqua in cui ci si immerge in profondità durante l’ascolto. La scena è la parola e il suo pro-nunciamento, in una annunciazione in cui l’angelo è il dialetto, il tutto i timbri e i colori di cui si nutre e veste, in tutta la sua potenza coreo-grafica. Le NINNANANNE di Anna Maria Farabbi, vissute, più che narrate, si potrebbe dire, dalla voce di Roberto Biselli, aprono la porta nel buio di un ventre come quello che a Perugia, città in cui vive la poetessa, è il ventre della montagna, scavato e abitato ancora oggi, in quel buio che preleva chi vi s’incammina, in un rimando di storie e quotidianità e attraversa non solo il corpo di una parte della città, ma in quel buio trova deposto ogni tempo precedente al nostro, le mani e le voci di chi ha costruito quel “passante”.
Fernanda Ferraresso
NINNANANNE
Testi Anna Maria Farabbi
Voce Roberto Biselli
Trombone Giovanni Comanducci
Musica Angelo Benedetti
catrin weltz stein e rocca paolina (perugia)