TERRE DI INCIPIT- A scuola con Vera Vigevani Jarach – Incontro- Raccontano le allieve della classe IV B- Ipsia G. Vallauri di Carpi

vera vigevani jarach e le allieve della classe IV B- ipsia g. vallauri di carpi

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Venerdì 14 febbraio 2020, l’IPSIA G. Vallauri di Carpi ospita un incontro con la scrittrice, giornalista e sopravvissuta alle leggi razziali, Vera Vigevani Jarach. L’iniziativa è organizzata dalla Fondazione Fossoli.

Tutti fremono per il suo arrivo a scuola, immaginando un’anziana seria, dall’aria triste e cupa, mentre vediamo varcare la porta della sala una piccola signora, dall’aria innocente, con l’anima ancora di una bambina che vuole portare la pace nel mondo e con il fuoco della giustizia negli occhi. Ha iniziato il discorso facendo una premessa: durante il Novecento, l’unico sterminio da ricordare non è solo la Shoah, ma anche il genocidio degli Armeni in Turchia e per alleggerire ha aggiunto la storia della madre veneziana, la quale le consigliava di provare la marmellata di rose che amici armeni preparavano in quella città. Ha detto che anche le cose, gli oggetti, fanno parte della memoria.

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14 febbraio- carpi- vera vigevani jarach

 

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MEMORIA

Era il 5 settembre del 1938 quando vennero promulgate le leggi razziali in Italia. Proprio questo giorno cambiò, per la prima volta, la vita di Vera, una bambina dell’età di 10 anni, la quale venne allontanata dalla scuola perché discriminata per la religione di famiglia. I genitori decisero di partire per l’Argentina, ma suo nonno decise di rimanere in Italia e venne deportato ad Auschwitz.

Vera viveva una vita tranquilla in Argentina, condividendola con il marito e la figlia Franca, nata dal loro amore. Poi tutto cambiò di nuovo, nel 1976, quando il presidente Videla impose una rigida dittatura e venne rapito, fra i tanti altri, il preside della scuola della figlia, perché oppositore. All’interno della scuola si creò un gruppo di ragazzi che protestavano per la sua scomparsa. Così anche Franca venne sequestrata all’età di 18 anni, insieme ad altri 114 studenti.

Molti oppositori rapiti venivano sedati e poi lanciati da aeroplani nell’oceano e nel Rio della Plata, sui cosiddetti “voli della morte”, altri inviati nei campi di concentramento. A scoprire questo scandalo furono le madri di molti scomparsi le quali iniziarono a scendere in piazza e a chiedere dove fossero i loro figli. Tutte queste donne, unite da un unico scopo, presero il nome di “Madres de Plaza de Mayo”. Non è cosa accettabile che persone scompaiano, sottratte all’affetto dei loro cari, solo perché hanno idee contrarie e diverse a quelle del governo. Il simbolo di questa associazione è il foulard bianco che le donne indossano come copricapo e sventolano in segno di protesta contro l’ingiustizia subita e per avere un immediato chiarimento. Indovinate la risposta sconvolgente del governo: “Fate finta che i vostri figli siano andati in vacanza”. 

In Argentina, i ragazzi e le ragazze ricordano tutti i giorni le torture dei loro coetanei a cominciare dal 1976. Spesso si dirigono nei luoghi in cui venivano tenuti prigionieri i dissidenti e ad assistere ai processi in cui ancora vengono giudicati i responsabili.

Le informazioni di Vera su questa ‘militanza della memoria’ ci hanno fatto riflettere. L’Europa ha proclamato un giorno ufficiale, ovvero il 27 gennaio, dove viene ricordato il massacro degli Ebrei, la Shoah. Ci sono poi state altre guerre, altri genocidi, ma nessuno ne parla mai, tranne il 27 gennaio, dove ‘facciamo finta’ di dispiacerci per gli Ebrei, guardando dalle elementari un film di due ore o inserendo una storia commovente su Instagram che si dissolve in 24 ore. E ora? Guerra civile siriana, iniziata il 15 marzo 2011, ancora in corso: contati 400.000 morti, e i lager per migranti in Libia…

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liu jiajia- ritratto di vera vigevani jarach

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MOVIMENTO

Vera, a 92 anni, è una donna audace e forte, che con un’incredibile costanza continua a viaggiare per raccontare la sua storia, senza piangersi addosso, non parlando mai del suo dolore personale, ma portando la sua testimonianza alle scuole e dando messaggi positivi. Parla di quello che succede oggi: in Argentina la situazione non è delle migliori, infatti, a causa ancora una volta di un governo colpevole, molti stanno morendo di fame, ma i sociologi non considerano la morte per fame un genocidio. Ci ha colpito la sua perseveranza, la speranza che ha ancora nel genere umano, ancora convinta e felice dopo i due orrori che ha attraversato. “La paura- dice- si supera continuando a muoversi con il corpo e con la mente. Come lo scalatore in montagna, non occorre immobilizzarsi, ma essere vigili e continuare a cercare le sporgenze della roccia su cui poter salire”.

VICINANZA

Vera, è una donna che continua a combattere, a raccontare la sua storia per informare noi giovani. Non vuole che la Storia diventi ‘propaganda commerciale’, ma si trasformi in una nuova cultura dei giovani basata sulla tolleranza. Non perdonerà mai gli artefici del dolore, ma li vuole combattere non con l’odio, ma con la conoscenza. Per le domande finali, vuole un contatto diretto e fa sedere i ragazzi accanto a sé. I ragazzi mostrano l’emozione: lei li tiene per mano, ci ride e ci scherza, come se rivedesse in loro Franca, la figlia perduta.

 

La classe IV B, Ipsia G. Vallauri di Carpi:

Sabrina Aguzzoli, Rossella Bicchieri, Alessia Bigarelli, Annalisa De Roma, Alice Dell’Antoglietta, Manal Drihem, Angelica Gasparini Casari, Frances Igwe Uzo Amaka, Lobna Lamsyer, Liu JiaJia, Sofia Losi, Ayesha Mubeen, Anna Nardone, Giulia Pileggi, Cristina Pomillo, Gioia Russo, Sara Sabattini, Carmen Trabucco, Greta Varini, Sonia Yang, Haiqi Zhou, Vanessa Zinzeri. 

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2 Comments

  1. Questa è la maniera vincente di fare scuola. Incontri con persone che potevano essere travolte dalla Storia e che invece hanno sostenuto la tempesta e sono diventati testimoni della sofferenza ma anche del necessario cambiamento. I ragazzi sono stufi di commemorazioni ufficiali e di stanche celebrazioni del passato: vogliono, attraverso la lente della memoria, capire quello che succede oggi, quello che dell’uomo, tristemente, non è mai cambiato, quello che ancora, con tenacia, si potrebbe cambiare per il futuro. Bellissimo e lucido articolo. Brava IVB!

  2. Condivido. Se non cambiamo il modo di fare memoria, prima o poi la ripetitività retorica soffoca l’evento in carne e sangue da ricordare. Tutto da inventare il modo nuovo. Bisognerebbe permettere di più alle immaginazioni dei ragazzi… guardate cosa s’è inventata Greta! Un abbraccio a tutti i ragazzi e a Vera.

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