è un mare questo azzurro fermo legno in cui navigo senza la zattera del tempo

In comune con l’autore, da parte mia, ho il piacere di giocare con le parole, anche se poi sono sempre le parole a giocarci. Se ben guardiamo non ci lasciano che un vuoto, il nostro, la prima componente fondamentale per cambiare. La ricerca di Pagani mira a doppiare la boa dei significanti delle parole, lasciandole però ciò che sono. Non scava e non estrae le forme per trarne orme di un pozzo da cui tutto ha avuto origine. Il suo scopo è appunto divertire che, di fatto, dal latino divertĕre, significa volgere altrove, deviare, e quindi condurre da un’altra parte. Pro-muovere alla risata certamente fa bene, pro-muovere alla risata mettendo in mostra la nostra piccolezza o stupidità va meglio, pro-muovere alla risata mostrando il nostro nucleo comune, che cancella le asperità che oggi sono la causa di conflitti e avidità, andrebbe ancora meglio. Ma. A questo punto non potrebbe, inevitabilmente, che convivere con il riso anche l’amaro, cibo con cui ci nutriamo e velenoso massiccio inquinamento che relega la nostra mente in luoghi inaccessibili, oscurando e non curando ciò che invece ci aiuterebbe ad essere davvero finalmente e interamente umani. Brevi, anche grevi, certo, ma anche leggeri e di questo consapevoli, per muovere senza ferocia i nostri passi in un mondo che non può appartenerci se non per la capacità di abbracciarlo, senza volontà di possesso.
In cambio delle 500 chicche offro una piccola tazzina di me stessa, una specie di baratto, niente di che, ma un dono a Pagani che ama la poesia, per ringraziarlo.
se mi guardo non vedo che un accumulo di graffi
e invisibile l’aria mi penetra là dove io non mi raggiungo
al fondo dove si accatastano e non bruciano comete e meteore
la verginità di tutte le mie lacrime
il fresco di un corpo dove gli occhi sono uccelli liberi
e niente ha tramonto
e poi ancora agnelli e cavalli tra una riva di lago e un’alta riva di montagna
accanto una via di sassi e fienili carichi di paglia
due figure sulla spiaggia camminano accanto alla loro ombra
fino a un fiore di buio
dove la mia quiete come una casa brucia
Fernanda Ferraresso
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