
Gli intraprendenti abitanti
Erano lì le conchiglie, forse da sempre. O almeno da quel tanto per fondersi col proprio scoglio. A colpirmi è stato quel loro piccolo cappello che brillava al sole e poco importava che fosse “abitato” e che al di sotto piccole antenne sporgessero cullandosi alla brezza marina.
È stato un attimo il rapinare il madreperlaceo tesoro, scaraventandolo, con movimento furtivo, dall’oceano, in poca acqua di mare contenuta in una bottiglietta da mezzo litro.
Giunta in albergo ho dimenticato il contenitore con all’interno gli intraprendenti abitanti. Poi la notte il rimorso: un sonno assai turbato dalla consapevolezza di stare facendo soffrire dei piccoli esseri, la cui colpa era stata unicamente quella di aver scelto, come casa, la conchiglia piú bella. Che anche i molluschi sian dotati di un gusto estetico quasi pari al nostro? E nel mio sonno agitato, le conchiglie si erano liberate per viaggiare veloci sui muri della stanza, sui mobili,. Giurerei di averne viste alcune ormai mutate geneticamente volare posandosi sui vestiti appesi, finalmente di nuovo libere.Non mi vergogno a dire di aver chiesto, pentita, scusa al Dio Oceano per averlo privato di alcune sue creature per farne un braccialetto estivo che avrebbe adornato il polso di quella stessa mano che aveva compiuto il misfatto.
Immaginate la sorpresa quando la mattina al risveglio, vicino al mio letto, ho visto un piccolo cappellino di madreperla, il più bello e senz’altro anche il più temerario. E dietro a lui le chiocciole più piccole, ognuna con la propria casetta più modesta e in terra il tappo che chiudeva la bottiglia.
Non si sono forse meritate di essere riportare in spiaggia? E anche se lo scoglio non sarà più quello originario, anche se costituiranno probabilmente la preda di una spietata quanto insaziabile catena alimentare, le loro piccole antenne si muoveranno ancora alla brezza e alla corrente marina, quasi plaudendo alla ritrovata libertà.Per quanto mi riguarda mi accontenterò di indossare il braccialetto dell’Acquapark, impersonale e di plastica, ma almeno del tutto innocuo.
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galassia- dune di sabbialuce
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Testi tratti dalla raccolta inedita TARANTA D’INCHIOSTRO, di Valeria Serofilli
Siamo tutti intrappolati in ragnatele tessute prima che nascessimo
William Faulkener
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L’architetto
Tesseva un filo in più il ragno
come aggiungesse da poeta un altro verso:
entrambi mattoni all’universo
al cospetto
dell’unico Architetto / il più
alto Maestro.
Quando
un filo si staccò dal complicato ordito:
o tutto già era stato scritto
tutto previsto?
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Iª SEZIONE: LA TARANTA
La notte della taranta
(22 agosto 2015)
Quale ragno mi ha morso?
Prova col nastrino colorato/ amore
ma tanto già ne conosco il nome
come già ne so l’antitodo:
tu il veleno / il contro veleno
la mia terapia coreutica
E abbracciati balliamo
in pizzica lenta
ad uccidere un ragno che non c’è.
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La certezza del ragno
(tela sarcofago)
La certezza del ragno:
eterno paradosso
Questo lasciare impronta di sé
nella sua tela
certo /che lei sola ne abbia il calco.
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Vecchiezza
Il bulbo di conoscenza
cresce ad oltranza.
<<Sei pronta ad invecchiare con me?>>
chiese il ragno alla sua tela
Ma la domanda giunse assai tardiva
alla ragnatela già bianca che
priva di forza e incanutita / lasciò cadere
il suo ragno già stanco / ormai inerte
e questo facendo
impronta di sé
reinventando il suo ieri.
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Io il ragno
Mi tuffo dal soffitto / per sprofondare
nell’ abisso cristallino
Forse che
sono io il ragno
a misurare le distanze
tra dune di sabbia?
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IIª SEZIONE: RAGNATELA DEL MONDO
Burka
Chilometri d’amore
nel tuo burka azzurro Maria
orpello mantello di diritti / tutele
e perle di saggezza senza scuola
Occhi distanti in volti bambina
a spendere tramonti su coltivazioni
di papaveri.
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Africa
Vorrei farmi Africa
per scacciare insetti
dagli occhi dei bambini
e recargli tra il fango
aliti di fresco
Delle capanne / fare castelli
ma in solida zolla
e non in aria
Finché una nuova aurora sorgerà
da poterla rivivere
con occhi nuovi
senza mosche.
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Ragnatela di neuroni
(L’amato gomitolo)
Un altro pianeta sopra le nuvole
ragnatela di neuroni
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Come se tutti segregassero in alto
i propri pensieri
i più pesanti / anche se i più bianchi
Cerchi semplici con intorno
più piccoli atolli
Teoria delle onde in cielo
ove l’ala non spezza il ricordo
ché troppo saldo è il legame a terra
L’aereo è gremito:
giornali, risate, chi ascolta musica
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Possibile io sola a guardare le nuvole
ove ritrovare l’amato gomitolo?
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E torna il cielo sopra le nuvole.
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(in volo per Tenerife, 17.06.2018)
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Ringrazio Fernanda e Carte Sensibili per la sempre preziosa ospitalità e collaborazione. Valeria
Testi di alto valore poetico complimenti