fabrizia chiappa- immagine dall’interno della raccolta
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Ogni opera poetica di Augusto Pivanti si fonda su un’architettura pensata con dettaglio e strutturata in una logica senza ombra. Anche questa volta troviamo l’affiancamento di un’artista che tesse a controcanto un ulteriore affaccio crescendo la visione del poeta: Fabrizia Chiappa.
La sensibilità di Pivanti torna nel femminile, ricordo Epifanie della maternanza Lietocolle 2016 e Ontologia della Maddalena, Lietocolle 2017, tanto per cogliere due titoli recenti, come esplorazione di una vitalità sapienziale di riferimento verso cui necessita consapevolezza, incontro, confronto, riconoscimento e gratitudine.
L’introduzione firmata dallo stesso autore, annuncia l’officina interiore emozionale da cui è sorto il libro, portando in luce l’intensa complessità relazionale che lega l’attenzione del lettore verso la scrittura e la personalità di una creatura maestra. Un legame definito erotico proprio perché generante dinamiche accese di sensorialità spirituale. Con questa premessa, incontriamo un coro di fortissime individualità a cui Pivanti consacra il proprio canto. E’ importante nominare ciascuna proprio per la loro pregnanza significativa e storica: Alda Merini, Cristina Campo, Desanka Maksimoviҫ, Alejandra Pizarnik, Renée Vivien, Hilda Doolittle, Hannah Arendt, Marguerite Yourcenar, Ermelinda Oliva, Silvia Plath, Amelia Rosselli, Virginia Woolf, Adrienne Rich, Antonia Pozzi, Anais Nin, Giovanna Sicari, Wislawa Szymorska, Eunice Odio, Alfonsina Storni, Margherita Guidacci.
Questa rosa nominale offre la costellazione di riferimento di Pivanti. Non si può non condividerne la preziosità. La ricevo con gioia. Io, che da anni e anni studio e diffondo il segno femminile, soprattutto nell’accezione eretica e disubbidiente dal canone culturale e sociale, non posso non indicare questa opera se non altro per la geografia di riferimento che sancisce.
Ciascun testo poetico offre la propria percezione sulla personalità della maestra, flettendosi con stile coltamente certosino, preciso sulle qualità dei suoi cardini biografici e artistici. Maglie liriche serrate, esigenti, diagonali di citazioni, ci portano il ritratto di queste identità assolute. Quando ci stacchiamo dall’ultima parola della poesia, avvertiamo la scia, l’odore di un’impronta indelebile che ha segnato la storia, oltre al petto di Pivanti. Sarebbe utile, secondo me, restare sospesi e impegnati nella meditazione della risonanza del canto, prima di passare la soglia verso un’altra maestà. O, meglio, approfondire per proprio conto la vita e le opere di una maestra, per poi rientrare nel flusso della poesia di Pivanti.
Specularmente alla pagina poetica, Fabrizia Chiappa consegna una foto di coniugazione se non di coincidenza, tratta dal cimitero monumentale di Milano: occhielli di luce sulle mani delle statue, arpeggi visivi che colgono gestualità rarefatte in levità e in eleganza, malgrado sorgano dalla narrazione della separazione, del dolore. Proprio in onore di questa fotografia impressiva e limpida, originale e raffinata, il volto del libro ne accoglie una sola, senza che alcuna parola la copra. Nella quarta conosciamo il nome dell’autore, dell’editore e il titolo, rovesciando tra le mani, appunto, l’opera. Non casualmente.
Questo è un gesto significativo e formativo a cui noi lettori siamo obbligati.
Il titolo raccoglie e annuncia tutto questo percorso esistenziale e artistico.
Anna Maria Farabbi
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Augusto Pivanti , Canti della presenza assente– LietoColle 2019
Fotografia di Fabrizia Chiappa
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Note sull’autore dei testi e delle immagini fotografiche
Augusto Pivanti (Feltre, 1962) si occupa – silenziosamente – di poesia.
Opere:
Nostalgia d’alberi (LietoColle, Faloppio, 2005)
Memoria dell’acqua profonda (LietoColle, Faloppio, 2006)
Ti lascio entrare (PulcinoElefante, Osnago, 2008)
Biografie della nuda voce (LietoColle, Faloppio, 2009)
Al molto che non sono (PulcinoElefante, Osnago, 2009)
Il dilemma (PulcinoElefante, Osnago, 2010)
25 baci di poete (PulcinoElefante, Osnago, 2010)
I nomi impliciti del tempo (LietoColle, Faloppio, 2011)
Quest’anno va Mahler (PulcinoElefante, Osnago, 2011) con Giovanni Trimeri
25×2 (PulcinoElefante, Osnago, 2012)
Specchio del disinganno (LietoColle, Faloppio, 2013)
Epifanie della maternanza (LietoColle, Faloppio, 2014)
Acque placentari (PulcinoElefante, Osnago, 2016)
Ex libris – Le posizioni della lettura (LietoColle, Faloppio, 2016)
Ontologia della Maddalena (LietoColle, Faloppio, 2017) con Alessandro Assiri
Fabrizia Chiappa (Milano, 1958) si è occupata di fotografia pubblicitaria.
Dopo avere per anni rappresentato la verità della finzione, ha potuto liberare la propria creatività passando dalla scena al “dietro le quinte”, con una ricerca sulla “bellezza dell’imperfezione” che ha caratterizzato gli ultimi anni del suo lavoro. A testimonianza, la mostra personale Imperfezioni (luglio 2018) a Pietrasanta.