TRADUZIONI E TRADIZIONI- Daniela Raimondi: La poesia erotica di Cristina Peri Rossi

yosuke onishi

 

Cristina Peri Rossi è nata nel 1941 a Montevideo. Dal 1972 vive in esilio in Spagna. Poeta e scrittrice in prosa, soprattutto di racconti brevi, è comunque autrice di molte raccolte di poesia tradotte in varie lingue e che hanno ottenuto importanti riconoscimenti. Due le pubblicazioni di suoi racconti in italiano: Il museo degli sforzi inutili (Einaudi, 1990) e Le Difficoltà dell’amore (La Tartaruga, 2006)

Mie traduzioni di un suo breve racconto e di alcune sue poesie  sono già apparse in Cartesensibili e rintracciabili rispettivamente in:
https://cartesensibili.wordpress.com/2015/02/04/la-natura-dellamore-daniela-raimondi-traduce-cristina-peri-rossi/
https://cartesensibili.wordpress.com/?p=56335&preview=true

Questi nuovi testi arricchiscono lo sguardo con cui incontrare questa autrice.

Daniela Raimondi

.

 

Oración

Cuando ella abre sus piernas
que todo el mundo se calle.
Que nadie murmure
con cuentos ni poesías
ni historias de catástrofes
ni cataclismos,
que no hay enjambre
mejor que sus cabellos
ni abertura mayor que la de sus piernas
ni bóveda que yo avizore con más respeto
ni selva tan fragante como su púbis
ni torres y catedrales más seguras.
Orad:ella ha abierto sus piernas.
Todo el mundo arrodillado

Cristina Peri Rossi, Poesía reunida- Lumen, Barcelona, 2005.

 

Preghiera

Quando lei apre le gambe
che il mondo intero stia in silenzio.
Che nessuno bisbigli
né racconti poesie
o storie di catastrofi
o cataclismi
perché non esiste miglior sciame
dei suoi capelli
né apertura più ampia a quella delle sue gambe
né volta che io possa ammirare con più rispetto
né selva più fragrante del suo pube
né torri o cattedrali più sicure.
Pregate: lei ha aperto le gambe.
Che tutto il mondo si inginocchi.

.

 

Via Crucis

Cuando entro 
y estás poco iluminada
como una iglesia en penumbra
Me das un cirio para que lo encienda
en la nave central
Me pides limosna
Yo recuerdo las tareas de los santos
Te tiendo la mano
me mojo en la pila bautismal
tú me hablas de alegorías
del Vía Crucis
que he iniciado
-las piernas, primera estación-
me apenas con los brazos en cruz
al fin adentro
empieza la peregrinación
muy abajo estoy orando
nombro tus dolores
el dolor que tuviste al ser parida
el dolor de tus seis años
el dolor de tus diecisiete
el dolor de tu iniciación
muy por lo bajo te murmuro
entre las piernas
la más secreta de las oraciones
Tú me recompensas con una tibia lluvia de tus entrañas
y una vez que he terminado el rezo
cierras las piernas
bajas la cabeza


cuando entro en la iglesia
en el templo
en la custodia
y tú me bañas.

.

Via Crucis

Quando entro
e tu sei a malapena illuminata
come una chiesa in penombra
mi dai una candela affinché io la accenda
nella navata centrale.
Mi chiedi elemosina
e io ricordo i doveri dei santi.
Ti tendo la mano
mi bagno nella fonte battesimale.
Tu mi parli di allegorie
della Via Crucis
che ho intrapreso

……….– Le gambe, prima stazione –

Mi addolori, con quelle braccia a croce
E infine dentro
inizia il pellegrinaggio
Molto in basso prego
e nomino i tuoi dolori
il tuo dolore allʼessere partorita
il dolore dei tuoi sei anni
quello dei tuoi diciassette
il dolore della tua iniziazione
io ti bisbiglio molto in basso,
fra le gambe
la preghiera più segreta.
Tu mi ricompensi con la tiepida pioggia del tuo ventre
e una volta terminata la mia preghiera
chiudi le gambe,
abbassi la testa

quando entro in chiesa
nel tempio
nella custodia
e tu mi bagni.

.

Escorado

Mirándola dormir
dejé que el barco se inclinara
lentamente hacia un costado
precisamente el costado
sobre el que ella dormía
apoyando apenas la mejilla izquierda
el ojo azul
la pena negra de los sueños
y por verla dormir
me olvidé de maniobrar
pensando en las palabras de un poema
que todavía no se ha escrito
y por ello
era el mejor de todos los poemas
tan sereno
tan sutil como su piel de mujer casi dormida
casi despierta,
tan perfecto como su presencia inaccesible
sobre la cama,
proximidad engañosa de contemplarla
como si realmente pudiera poseerla
allá en una zona transparente
donde no llegan las sílabas orando
ni el clamor de las miradas
que quieren acercarse
en la falsa hipócrita intimidad de los sueños.

 

Escorado

Guardandola dormire
lasciai che la barca si inclinasse
lentamente, verso un fianco
precisamente sopra quello su cui lei dormiva
appoggiando appena la guancia sinistra
lʼocchio azzurro
il nero dolore dei suoi sogni
e per guardarla mentre dormiva
scordai le manovre
pensai invece ai versi di una poesia
che ancora non era stata scritta
e per quello
era la più bella tra tutte le poesie
così serena,
sottile quanto la sua pelle di donna fra il sonno
e il risveglio
con la stessa perfezione di quella sua presenza inaccessibile
sul letto
vicinanza ingannevole del mio contemplarla
come se davvero avessi potuto possederla
là, in una zona trasparente
dove le sillabe di una preghiera non potevano raggiungerla
né potevano fissarla il clamore degli occhi
che vogliono avvicinarsi
nella falsa, ipocrita intimità dei sogni.

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