UNA TERRA TUTTA GIALLA- “Luna di giorno” di Martha Canfield- Note di lettura di Fernanda Ferraresso

george hommel

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Il cielo sta nella freccia
ma essa non lo sa.

Nel lanciarla il cacciatore
lancia la propria anima.

Spera che la punta
riesca a toccare il cielo.
(pag.24)

Forse è questa la chiave per aprire le stanze della raccolta di Martha Canfield, Luna di giorno,  per i tipi di LietoColle Editore e la Fondazione pordenonelegge.
Ancora un  giallo oro della collana di cui abbiamo iniziato ad interessarci da settembre scorso.
Ho nominato le stanze perché di questo, oltre che di stanze sonore e di memoria, tratta la raccolta poetica dell’autrice. Ci sono velature d’aria, o colori che si rendono timbri, affrescature di un volto interiore, qualcosa che abbiamo dentro di noi ma, in determinate percorrenze, proiettiamo fuori di noi, facendo di queste proiezioni le stanze in cui ci muoviamo. L’ascolto pervade i luoghi che, a poco a poco, acquistano la luce delle parole, stelle e stalattiti del ricordo, all’interno del nostro buio, delle nostre profondità più intime, la nostra grotta dell’origine, del sé greto di ogni oggi, perché niente ha fine nel continuo maremoto della mente dove ogni visione offerta dalla memoria è tempo e spazio vivo, smisurato da ciò che ogni giorno definiamo in precisi intervalli di tempo. Così la luna e le stelle che noi abbiamo come sostanza corporea splendono non solo nel cielo notturno fisico, materico, ma in quello interiore splendono nei sensi tutti e fanno giorno, in ambiti che possono appunto farsi adimensionali e portare con sé ancora altro, da quanto era conosciuto.

Nella tensione del corpo
il corpo scompare.

Mano arco occhio freccia
sono uno l’oggetto e il progetto.

Tutto diviene uno quando arriva.
(pag. 27)

e ancora proseguendo, a pag. 59 l’autrice scrive

Nel loro infinito movimento
spesso impercettibile
le cose stanno ferme
nel centro dell’occhio.
E l’orizzonte diventa illimitato.
Allora bevono luce
forme di luce
fasci
gli occhi luminosi.

Le porte spalancate
le ali tese
per far passare l’aria
con un silenzio lungo
di premonizioni.

L’aria si allunga come un’ala
uccello muto
protetto dalla luce
un’ala appena nata
allora
adesso…
Si dice inaugurale.

A pag. 134, in un salto lunghissimo lungo tutte le stanze del libro, ancora cogliamo la medesima indicazione ma sotto una spoglia di parola diversa

Mare di sangue no
………….mare del sangue
………….dove tu navighi
………….con gli oggetti del cielo
dell’infanzia.

E s’introduce qui, quell’ombra , in cui noi, che abbiamo percorso molti incontri con la vita, abbiamo consapevolezza dei suoi tesori e delle sue pene, del dolore, sentiamo in quel sangue che ci corre in corpo un mare navigabile, acqua di luoghi che in un’infanzia nuova, riusciamo  a vedere, navigare in un tu, non semplicemente l’io infantile glorioso e vittorioso per tanti giochi e scoperte, ma un infantile adulto che, attraverso la memoria, scoperta come artefice,  freccia e arco insieme, si fa cacciatrice dentro i territori del corpo che la coglie e raccoglie senza sosta, nel vivo rosso del suo sangue, e dentro cui tu, rimarcato il tu, come a voler sottolineare il cambiamento di postazione,  ha occhi di luce. Ed è senza fine questo movimento, senza trovare attracco in nessun porto o riva

Mare e vento
…………passata tempesta
…………l’altra sponda non si raggiunge
oppure s’inabissa
(pag. 144)

Mantenendo anche in noi adulti quel perenne stato infantile di non completa conoscenza, che ancora nell’ignorare una parte ci spinge a fondo o nel profondo, in un volo che è eco di silenzio e tutto risistema.

fernanda ferraresso

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gloria martin

Alcuni testi tratti da Luna di giorno di Martha Canfield

 

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Martha Canfield, Luna di giorno –  LietoColle Editore 2017 ( Collana GIALLA ORO)

2 Comments

  1. in queste “stanze” come tu le chiami Fernanda, l’autrice sembra contemplare il momento in cui le parole finalmente si sfanno e diventano acqua – oppure terra o cielo – e i confini che ci chiudono si sciolgono lasciandoci liberi di salpare.

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