cooper&gorfer
.
Autrice di poesie in dialetto siciliano, ha da poco ripreso a scrivere, dopo un lungo silenzio. Quanto ci propone questa volta è un insieme di testi di poesia in italiano, quasi a voler prendere distanza da qualcosa che quella lingua raccoglie, come un cassetto di memoria, o una porta, dietro cui c’è un mondo da visitare forse sola, o da costruire ancora, pezzo per pezzo, in una sé mutata dal cammino stesso. Leggendo infatti è lei stessa a scriverlo, mi sono frantumata / in albe dai colori acerbi / in giorni grondanti di paure…Il testo non offre la possibilità di sapere di più, certo è che quella carica esplosiva che ha mandato l’autrice in frantumi non è cosa da poco, la continuazione del testo a cui si fa riferimento, comunque fa presagire qualcosa di violento, che strappa, che ti viene addosso con tutta la sua carica dirompente e c’è una rassegnazione, a cui non ci si piega se non in virtù di qualcosa che supera quel caso, quell’evento (mi ricomporrò nella culla fiorita/ di un eterno divenire) come se solo la memoria avesse la capacità reale di far vivere e rivivere, sempre, ciò che il tempo, oltre ogni accadimento, sembra perduto.
fernanda ferraresso
* *
*
Non farò più ritorno
da quel perfido viaggio
che ha offuscato i passi
della mia mente
non ritroverò i bianchi sogni
che nascondevo nelle tasche
del mio grembiulino
da prima elementare.
Sarò sempre in attesa
di quel treno
coi sedili di velluto
che non contempla fermate
in questa mia isolata
stazione.
.
Mi sono frantumata
in albe dai colori acerbi
in giorni grondanti di paure:
un telefono che grida
una sirena che insegue la vita
una voce che si fa nemica
eppure ami…
Vedo pezzi di me
che si muovono
in uno scomposto esercizio
presto interrotto
eppure non provo nessuna pena
mi ricomporrò nella culla fiorita
di un eterno divenire.
.
Ritorno a te
vestita di foglie
colore del vino.
Accoglimi
fra le tue braccia
di ruvido sale.
Io
omicida d’amore
cerco perdono.
Se non mi vuoi
inventami un castello
merlato di brina
dove il mio cuore
piano piano
possa aderire
all’immensità
del tuo gelo.
.
cooper&gorfer
.
Non cantano mai
le anime perse
non hanno voce
né voglia
si avvolgono
nel buio
di martoriate assenze
azzannano pane secco
e vita di cartone
vomitano fiele antico
cercano il sole
sputando in cielo
senza scansarsi.
.
Da oggi depuro
con filtro a maglia d’acciaio
la mia vita
dal ribollire di rancide presenze
spalanco ogni finestra
ché entri aria chiara
serro le porte dell’anima
alla meschinità
che ne raggrinzisce
le caparbie impennate
brucio gramigna e false spighe
parole-aborto sorrisi osceni…
Cucirò i miei giorni
in quel poco rimasto
e sarà dolce seguirne la parabola
con l’irriducibile purezza
di chi non ha mai imparato
a tessere
su lerci orditi.
Flora Restivo
Complimenti Flora!
Patrizia Sardisco
In tutte c’è un sentimento di rivalsa, un proporsi ancora senza rinnegare completamente ciò che è stato, ” in quel poco rimasto” Complimenti grande Flora!
Ritorno a te
vestita di foglie
colore del vino.
Bella condivisione, come sempre.
Questo luogo è una risorsa.
Un abbraccio,
A.
Grazie Anila, a presto!