GLI INQUIETI VESTITI DI LUISA BERTOCCO – Adriana Ferrarini

luisa bertocco

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A volte sono così piccoli che possono stare nel palmo di una mano, a volte così grandi da poterli indossare, a volte sembrano prendere il volo, specie di uccelli che si posano per un istante su un ramo, i Vestiti di Luisa Bertocco ci portano nel mondo fatato dell’infanzia, quello in cui tutte le cose si trasfigurano, tutto diventa altro: il ranocchio è un principe, la bellissima regina una strega, la zucca nell’orto un cocchio dorato. E i Vestiti sono la chiave per entrare nel mondo, nel mondo dei Grandi, fingersi signore, principesse, guerrieri, lupi e pastori, demoni e angeli.
 Hanno i colori elementari dell’amore e del lutto e del sangue: un rosso intenso, un nero che sembra fatto di carbone, un bianco che non è quello freddo della neve, ma il colore denso e pastoso del latte e del burro.
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luisa bertocco

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Ci sono  Vestiti dalla geometrie precise – la profonda V dello scollo, le maniche corte ad aletta, la gonna che scende giù rigida a trapezio – come nelle vesti disegnate dai bambini. Ci sono Vestiti con la gonna gonfia arrotondata, l’orlo che pare sfilacciarsi… Ci sono corpetti giganteschi in ferro arrugginito che si ergono sopra un cespuglio come tremende creature armate.  “Scacco al re” si chiamano e, ora nel suo giardino, sono stati recentemente esposti nel monastero di Valmarina a Bergamo.

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luisa bertocco

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Ci sono i Vestiti dalle forme sontuose di una veste da ballo dell’Ottocento con l’ampia scollatura, le spalle scoperte, il vitino da vespa e la gonna enorme: potresti immaginarli addosso alla Natascia di “Guerra e pace”, senonché sono realizzati con le reti che si usano per le gabbie dei polli. Viene da pensare a fiabesche principesse dei pollai, che da galline si trasformano in creature leggere come l’aria, e come l’aria sono quasi invisibili (e per questo è così difficile fotografarli). Di questi Vestiti in rete zincata alcuni sono ad altezza umana e viene voglia di infilarcisi dentro, altri sono piccoli e appesi come angeli in volo alle pareti.

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luisa bertocco

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Ci sono poi Vestiti poetici, leggermente inclinati sul piedistallo, con un uccellino dalla lunga piuma bianca sulla spalla, e Vestiti incastrati tra i rami secchi, come Biancaneve nel bosco.
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C’è qualcosa teatrale in queste piccole e grandi sculture – e infatti Luisa, che è un’artista poliedrica, creatrice di oggetti di arredo, di gioielli, di installazioni, ha lavorato anche in campo scenografico, creando scenografie di grande invenzione. Ma c’è anche qualcosa di lirico e di sottilmente inquietante in questi Vestiti, in cui la quotidianità e la fiaba scivolano l’una nell’altra lambendo i confini di un mondo oscuro, proprio come nelle fiabe dark della “Camera di sangue” di Angela Carter. Si percepisce il dramma segreto che dentro/dietro a quei Vestiti si consuma. Il mondo femminile, domestico è indagato con una leggerezza e una grazia che incantano e inquietano. Allo stesso tempo.

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luisa bertocco

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Fatti di cartapesta, di ferro, di tulle, di carta da musica, di rete, di legno, di tessuto, i Vestiti di Luisa Bertocco sono della stessa pasta dei sogni, della materia incantata e paurosa delle fiabe. Sempre con la V maiuscola, i suoi Vestiti sono Personaggi, protagonisti ognuno di una storia sul punto di essere raccontata e raggelata, un istante prima che tutto accada. A volte sono prigioni, a volte sono imprigionate, a volte tentano il volo, a volte se ne stanno lì, semplicemente immobili, ma sempre queste Vesti ci raccontano le molteplici sfaccettature dell’essere donna.

Adriana Ferrarini

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luisa bertocco

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Riferimenti in rete:

https://luisabertocco.it/

http://www.bergamopost.it/da-vedere/larte-contemporanea-al-parco-dei-colli/

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