PASSAGGI CON FIGURE – Elianda Cazzorla: Due donne e l’amore di una vita

elianda cazzorla – giardini reali bruxelles

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Ti ho cercato in ogni stanza è l’intensità della vita sulla pagina.

L’ho letto in due pomeriggi. Lydia e Berta davanti a me nello scavo della loro storia, che prende e trascina, finché costringe a fermarsi, bloccando le dita, tra le pagine del romanzo tra il cento cinquantacinque e il cento cinquantasei nel: Tu mi racchiudi.

E non puoi, di fronte alla combinazione di quelle tre parole, restare che ammutolita. Poi, la regina delle domande abbatte ogni silenzio e chiede: – Può il Caso generare un Amore cosi particolare o è solo Necessità che domina la profondità di un tale sentimento? Non cerchi la risposta. Sai che è una vita che te la poni e poi ci sono anche le altre domande -ancelle che hai abbandonato lungo il cammino, per non essere distratta nella lettura. Però val la pena finire, mancano poche pagine alla conclusione del romanzo. Sospiri. Lo stringi a te e pensi: incontri qualcuno per compensare quel che ti manca. E Lydia non ha quello che Berta le può dare come Berta non ha quello che Lydia possiede. Solo con te sono con me. La dualità svanisce nella fusione delle due individualità. E persiste nell’assenza.  Dell’altra. Il mistero dell’amore.

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elianda cazzorla-lungo la via dell’acqua – pasubio

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Ti ho cercato in ogni stanza è la pluralità dei sentimenti esplorati.

Risonanze d’arte fiamminga nella meticolosa scrittura di Saveria Chemotti. Dei pensieri dentro altri pensieri, come grappoli d’uva, in una coppa di cristallo. E vorresti stringere quei chicchi roridi e berne il succo e lasciare che ti rivolino lungo il polso e poi lungo il braccio per leccarli e gustare il nettare di quelle parole cercate e donate, libere di creare mondi. La relazione amorosa tra due donne può raggiungere livelli difficili da catalogare. È frangia di una sciarpa che si allunga in tutte le direzioni, ti prende e ti avviluppa. Ti porta a chiudere le braccia e a contenere l’altra. A sentirla parte di te, cellula delle tue cellule, che respirano con te. E piangere insieme nella notte. Sommessamente.

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elianda cazzorla- lungo la via dell’acqua – pasubio

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Ti ho cercato in ogni stanza è l’attenzione al simbolo nel dettaglio.

L’incipit del romanzo è in un capitombolo.  Per inciampo nasce la relazione tra le due donne. Lidya, con la sua vitalità dirompente, uscendo da una stanza, travolge la giovane in attesa con la valigia, nella sala d’accoglienza del collegio, e suor Grazia, la guardiana,

                   allampanata figura nera con gli occhiali spessi e un sorriso contratto,

si precipita ad aiutare Lydia, senza degnare di uno sguardo Berta. Poi rivolgendosi alla nuova arrivata, le dice asprigna:

– Se cerca una stanza ha fatto un viaggio inutile, il collegio è al completo.

Lydia, che conosce il potere della ricchezza e l’arma sublime dell’ironia, riesce a convincere la suora, dotata di un tic speciale:

Sta sempre a strofinare pollice e indice come se contasse le banconote, con la lingua che si affaccia tra le labbra per bagnare i polpastrelli

Lydia riesce ad avere Berta come compagna di stanza. E inizia la lunga relazione tra le due donne che diventano sorelle, una l’opposto dell’altra, una mite a tratti severa, l’altra irriverente, a volte spavalda. Nelle stanze del collegio crescerà il loro amore e il legame diventerà sempre più vivo e forte.

– Di che segno sei?- mi chiese una volta, prima di dormire.

– Non lo so, sono nata in aprile.

– Allora tu sei un ariete e io leone, segni di fuoco. Siamo due vulcani e insieme siamo invincibili, sorella.

Allungò la mano e la lasciò cadere solo dopo essersi addormentata. Dentro sentivo che mi stavo sbriciolando come le rocce quando franano: prima un sassolino di avvertimento, poi uno scossone vigoroso e alla fine il terremoto.

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elianda cazzorla-lungo la via dell’acqua – pasubio

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E poi Lydia apre a Berta le porte della cultura, la trascina a sentire concerti, a visitare gallerie, a vedere film d’essai. In cambio Berta dà a Lydia il metodo di studio, l’attenzione al dettaglio, il piacere della ricerca, l’efficacia del ripasso a voce alta. Ma perché la prorompente Lydia è tanto attratta da Berta? Lei che è elegante, sottile nella figura, mentre Berta è goffa e timida osservatrice. Lydia appartiene a una famiglia blasonata, Berta deve raccogliere le mele in trentino, per garantirsi gli studi. Quando Berta è invitata nella villa dei Francisci, capisce quello che desidera l’amica:

prendersi cura di me per ritagliarsi una dimensione di affettività famigliare. Non mi aveva scelta per uno slancio di pietà per una meno fortunata, come potevo esserle apparsa. Non era compassione, no, ma un sentimento che si incarnava in una sorella forse tanto desiderata. Ero commossa e confusa.

Finché un giorno esplode la bomba, Lydia decide di abbandonare il corso di studi intrapreso per realizzare la sua personale rivoluzione:

Basta con Giurisprudenza, basta con leggi asfittiche da imparare a memoria, basta con la carriera progettata dal conte padre. Mi sono iscritta a filosofia, ho già pronti tre esami da sostenere a giugno e poi schizzerò come un razzo verso la laurea.

E Berta prima vive la presenza intermittente di Lydia, che va e viene, incapace di sopportare i consigli e i richiami dell’amica, poi parte per il Mato Grosso, con un gruppo di universitari, e quando ritorna il disagio è già distanza incolmabile.  

Senza Lydia mi sentivo un naufrago. Si chiamava amore questo bruciante mulinare nello stomaco? Questo cuore attorcigliato

Il colpo poderoso arriva nel 1968 quando la facoltà viene occupata e si staglia all’orizzonte la figura radiosa e prevaricante di Giulio.  E tutto sembra precipitare.

Vennero lunghi giorni malinconici. Ci sfioravamo appena alle assemblee, dove Giulio primeggiava in oratoria e lucidità politica. Le sue analisi erano sempre acute e, in qualche modo, convincenti. Il letto vuoto nella nostra stanza era un buco grande nel mio cuore.

Vana è l’attesa. Il legame così forte tra due sorelle d’amore può recidersi? Giulio era solo un episodio, un’infatuazione o qualcosa di più importante la cui persistenza avrebbe definito il destino di Lydia?

Quando scoprii che si era trasferita con lui in un monolocale vicino al collegio, mi franò la terra sotto i piedi. Continuava a mentirmi. Quando glielo rinfacciai, mi affrontò con le mani sui fianchi, in posizione d’attacco. – Oltre che da sorella adesso vuoi farmi anche da badessa?

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 elianda cazzorla – giardini reali bruxelles

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E cosa succederà a questo nato di donna che pare aver concluso il suo percorso? No, no! Siamo solo a un terzo della storia, molte vicissitudini vivranno Lydia e Berta e la scrittura di Saveria Chemotti continuerà a darci emozioni intense e nutrire un grande desiderio: tornare indietro più e più volte ritrovare il piacere di uno stile incisivo e morbido, nelle frasi sottolineate.  Non solo.  Tornare indietro anche per cogliere i significati intrecciati tra le citazioni utilizzate come ouverture per ogni capitolo e la storia narrata. Come se avessimo a disposizione delle chiavi magiche per aprire le stanze in cui vivere la storia di Lydia e Berta in tutta la sua drammatica bellezza.

Elianda Cazzorla

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Saveria Chemotti, Ti ho cercato in ogni stanza-  L’Iguana editrice, Collana verde, III ristampa 2017

 

3 Comments

  1. Grazie Emilia, per questo ribloggare. Neologismo un po’ fastidioso. E’ la prima volta che un mio pezzo viene ribloggato. No! Non la digerisco questa parola. Il correttore continua a segnarmi rosso. Forse potrei dire: grazie Emilia che hai condiviso le mie parole sul tuo blog. Ecco così va meglio. Non ci sono più segni rossi. Un caro saluto.

  2. “Risonanze d’arte fiamminga nella meticolosa scrittura di Saveria Chemotti. Dei pensieri dentro altri pensieri, come grappoli d’uva, in una coppa di cristallo. ” Come mi piace e come mi incuriosisce questa tua osservazione! Adoro l’arte fiammi
    nga, la sua precisione e finezza.

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