cinque anni
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Ogni giorno, ventimila ragazze sotto i diciotto anni, diventano madri nel Sud del mondo. Ancora adolescenti, o bambine, vengono date in spose a uomini adulti o anziani, in nome della tradizione o per migliorare la situazione economica della loro famiglia d’origine. Le spose bambine rappresentano un “dato” disturbante, che si preferisce ignorare o tacere, ma questa realtà di dolore esiste e Gigliola Alvisi ha saputo trasformarla in un romanzo lieve eppure affilato che entra nella piaga con una voce bambina, ancor più spiazzante perché mette a nudo le responsabilità adulte e i conformismi che le camuffano.
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12 anni
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Maisa aveva solo tre anni quando è partita dal Marocco e non ricorda nulla della terra dov’è nata. Il suo mondo è qui: la scuola, le amiche, la pallavolo, in cui eccelle, e la famiglia, luogo che comincia a starle sempre più stretto. Perché a tredici anni si fanno confronti e ci si interroga su divieti e permessi e Maisa «è l’unica ragazza di Vicenza a non avere un cellulare». Non può neppure andare a casa delle amiche, o invitarle nella sua camera per fare i compiti insieme, deve sempre essere accompagnata a e da scuola. A casa sua si abbassa la voce quando sta per tornare il padre dal lavoro e la sua autorità è assoluta e indiscutibile.
Ma qualcosa si sgretola nel sistema perfetto di adesione alle regole familiari perché le idee “altre”si insinuano, provocano dubbi, aprono tavoli di discussione fuori dalle mura domestiche. È tutto un chiacchiericcio tra adolescenti, denso di interrogativi che esigono risposte convincenti e si nutrono di un bisogno crescente di libertà. Maisa si è costruita un particolare modo di stare in famiglia e a scuola, ma il suo fragile equilibrio vacilla appena scopre che la madre è stata una sposa bambina e, come accade spesso nell’adolescenza, quando mancano i riferimenti per contestualizzare adeguatamente i problemi, si difende odiando sua madre.
L’autrice tratteggia con delicatezza il rapporto madre-figlia, con tutte le incomprensioni e il grande regalo dell’affetto salvifico. Troppo piccola per dire sì si pone quindi come un libro fecondo di spunti per avvicinare il pubblico di giovani lettrici e lettori a un problema che fatica a guadagnarsi la ribalta della cronaca, per i risvolti scomodi che sottende. Invece, la freschezza del racconto, mosso dal gergo giovanilistico e con i tempi e le priorità adolescenziali, riesce ad aprire una finestra di approfondimento sul pozzo del sopruso. E scusate se è poco.
Laura Bertolotti
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Gigliola Alvisi, Troppo piccola per dire sì- Coccolebooks, 2016.