architetture immaginate- andrea siciliani e mathias lefebvre
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Claudia Calabresi nasce il 15 giugno 1993 a Genova, dove frequenta la facoltà di Lettere classiche. È segretaria dell’associazione culturale Daleth e articolista presso la rivista Fischi di carta. Nel 2015 ha conseguito il premio “Miglior autrice under 25” all’interno del “Concorso Nazionale di Poesia inedita Ossi di seppia”.
La prima volta che ho ascoltato Claudia leggere una sua poesia sono rimasta molto colpita, non dalla sua timidezza, non dal fatto che leggesse il testo da uno smartphone, non dai suoi riccioli lasciati a caso; sono state le sue parole a fare centro. Empatia subitanea. È capitato di incontrarsi ancora e ancora di ascoltarla e sempre la sua poesia mi ha raggiunta. Per questa ragione vi propongo alcuni suoi inediti.
Le poesie di Claudia sono ironiche e amare allo stesso tempo, affrontano temi ancestrali con un’aria trasognata, leggendole vi resterà un sorriso sulle labbra ed una verità nel cuore. Sono dirette le sue parole ma mai feroci, sono musicali ma mai noiose, sono dolci ma non diabetiche. Sono attuali e fiabesche ma mai banali. La poetessa scherza sulla fiducia, sulle feste e i «fiumi di alcool», ci parla di gabbie, di assenze, di pentimenti, dei rapporti che finiscono per «consunzione». Ci ritroveremo tra i pianeti del «sistema solare», in uno «zoo», tra «profilattici usati» a leggere della vita e dell’amore, amore che è necessità di ogni uomo.
Alessia Bronico
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Inediti di Claudia Calabresi
Si dice consunzione
M’è piovuta gente in camera
a provare poesie d’amore
per uno spettacolo a cui non verrai
Ho dovuto affrontare il disordine
lasciato dalla tua assenza
ho buttato in fretta e furia
il sacchetto ai piedi
del comodino
per poi pentirmi subito
Forse, prima,
avrei dovuto guardare
cosa ci fosse dentro,
riconoscere nei profilattici
usati, nei fazzoletti
usati per pulirsi,
un atto d’amore
inutile rispetto all’intenzione
ingenua, bambinesca
di non lasciarsi più
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Storia della fine del Sistema Solare
Il buco nero
li ha fatti fuori tutti
i pianeti, intendo.
Con la scusa di fare una festa
li ha incastrati.
C’era da bere e mangiare e
nessuno ha pensato
di non fidarsi.
Io c’ero:
avevo portato un taccuino.
Improvvisata cartografa
volevo provare a segnarmi
le posizioni di ognuno di loro,
mi aveva preso un urgente bisogno
di mappare il mio cosmo.
Scorrevano fiumi di alcool.
Li ho messi intorno al Sole.
Ho girato intorno al Sistema,
qualcuno mi ha chiesto dov’è il festeggiato?
“Dovrebbe arrivare a momenti”
l’ho rassicurato;
poi li ho ingoiati.
Non giudicatemi,
sono un non luogo:
la geografia
non fa per me.
La mappatura non è riuscita.
Mi dichiaro sconfitta.
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Vorrei che tu ogni tanto
sorridessi
ma il cartonato della giungla
è troppo finto
qui non cambierai mai idea
sull’esistenza
gli ho detto qualche volta
dopo un bacio
Io e lui ci bruciamo la gola
a forza di gridare
io dall’alto
scimmiotto le sue mosse
lui dal basso
tenta sempre di afferrarmi
non so perché succede
questo gioco un po’ violento
sarà che noi ci amiamo
da morire
I guardiani che mi lanciano banane
ci dicono che è meglio separarci
ma noi siamo animali
non conosciamo Darwin
sarà che noi ci amiamo
da estinzione
Mi hanno sedato e spostato
di gabbia
adesso lui mi guarda
da lontano.
Non importa vorrei dirmi
tanto litighiamo sempre
lui si ricorda tutto
anche quello che non deve
e se gli chiedo di
raggiungermi ha uno sguardo
che proprio non sopporto
come se non sapesse
arrampicarsi
Certe volte è stato troppo
per entrambi
da bestie quali siamo
ugualmente era palese
che fossimo diversi
forse troppo
per quagliare
Questa cosa che l’amore
non ha razza
getterà l’intero zoo
nell’anarchia
lui mi diceva
Guardami il muso
quando ti amo
resta in silenzio
gli rispondevo
Ci siamo presi a sassate, insultati
ci siamo accorti che stavamo bene
insieme
solo adesso
che ognuno è col suo branco
Non è cambiato niente
noi possiamo
anche se tu sei un elefante
e io una scimmia
L’ho gridato
dai rami più alti
spero tanto
che lui mi abbia sentito
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architetture immaginate- andrea siciliani e mathias lefebvre
Bellissimi inediti, interessante presentazione di Alessia Bronico: grazie
Spiazzanti e tenerissime, queste poesie rilasciano un’eco profonda. Le tue parole, Alessia, ne hanno colto e illustrato il mistero.