jekyll island
Antonis Fostieris – contemplare il nulla significativo
Il poema
Poiché nessuna definizione
È definitiva
E poiché delle mille versioni
Nessuna spiega
Che cosa sia
Un poema,
Suppongo che non graveranno
Altre tre parole:
Ritmicamente
Pensieroso
Sentimento.
Antonis Fostieris è un poeta greco nato ad Atene nel 1953. Ha studiato legge all’Università di Atene e poi a Parigi. Ha iniziato a pubblicare i suoi lavori intorno negli anni ‘70 ed è stato tradotto molto spesso in inglese.
La sua poesia oggi si presenta ricca di consapevolezze e desolazione, affrontata però con tono ritmato, contemplativo e molto spesso ironico. Nella raccolta Paesaggi del nulla, traduzione Nicola Crocetti, Milano: Poesia/292, 2014, è centrale l’analisi del “nulla significativo”, come scrive Nicola Crocetti:- La percezione di un nulla apparente a più livelli di coscienza occupa peraltro uno spazio consistente in tutta la produzione di questo poeta. Un nulla che comunque è qualcosa di concreto.-
Nei suoi versi scorrevoli, leggeri, vicini al lettore, c’è analisi profonda di una realtà definita nella sua inconsistenza e nel suo essere confusa e fioca nel ritmo. La parola si fa rappresentativa e mezzo di meditazione, il poeta si immerge nel nulla che lo circonda estraendo da questo il lemma indefinito che genera domande, dubbi, ma nessuna certezza.
.
jekyll island
Lo scritto
Cominciando uno scritto cosa vogliamo?
Entrare nel nocciolo di questo mondo?
O spaccarlo?
Che svapori nella fantasia
E incorruttibile
Emerga un universo di parole? Che il reflusso
Si lasci dietro ciottoli di sentimenti?
Paura e sogni? (Le scie del sogno, voglio dire.
E gli altri, sul domani che incombe.) Cominciando
Sempre lo stesso interminabile scritto
Con un mazzo
Di immagini e ritmi. Consapevoli
Che in realtà non vogliamo niente – che
Uno scritto è un universo di niente. E che
Questo interminabile scritto
È ciò che per noi è scritto.
.
jekyll island
Forte è l’analisi sul ruolo del poeta, sulla sua incompiutezza nel suo essere a metà via tra la sua finitezza e la fuggevolezza della sua anima, opaca in contrasto con la realtà, vista a sua volta con opacità dal poeta stesso.
In questi versi c’è ironia, c’è necessità di accettare ciò che è e ciò che non è con delicatezza formale, non aggressività. Lo scritto diviene mezzo per sorridere, non un’arma per una missione che è destinata ad essere incompiuta. Nei versi di Fostieris vi è la “disperazione più calma” di cui ci parla Giorgio Caproni, una desolazione intima, che non grida e non cerca riscatto, ma che anzi prova meraviglia di fronte alla tragicità dell’essere uomo, uomo poeta.
Il reale
Occhi inesistenti
Succhiano
Colori inesistenti;
(Il rosso non è colore;
È velocità.
Il giallo il verde il grigio,
Corde di un’arpa lontana
Patina di onde
Di frequenze).
Rocce e ferri
Ne penetra i pori
Una fantasia che talvolta
L’alito dell’aria si addensa
Fondando pesi e forme
Che fino ad allora
Fuggevolmente
Il sonno.
Così inesistente
Nasce
Il reale.
Grandioso
Turbinio
Del niente.
Oceano
Nascosto
Nella goccia.
La parola si fa gioco, ricco di assonanze, scherzi retorici e matura accettazione del nulla, che diviene fonte infinita, anche nella sua vuotezza apparenze.
“Niente / Non è niente” scrive il poeta, e “Se insomma / niente / si perde / nel Niente, / Allora, dunque, / Inevitabilmente / (…) Sarà pronunciata dal Supremo / La pena capitale / Per noi tutti: / Ergastolo dopo la morte.”
jekyll island
Il poema
Poiché nessuna definizione
È definitiva
E poiché delle mille versioni
Nessuna spiega
Che cosa sia
Un poema,
Suppongo che non graveranno
Altre tre parole:
Ritmicamente
Pensieroso
Sentimento.
Antonis Fostieris è un poeta greco nato ad Atene nel 1953. Ha studiato legge all’Università di Atene e poi a Parigi. Ha iniziato a pubblicare i suoi lavori intorno negli anni ‘70 ed è stato tradotto molto spesso in inglese.
La sua poesia oggi si presenta ricca di consapevolezze e desolazione, affrontata però con tono ritmato, contemplativo e molto spesso ironico. Nella raccolta Paesaggi del nulla (Crocetti, 2014) è centrale l’analisi del “nulla significativo”, come scrive Nicola Crocetti, “La percezione di un nulla apparente a più livelli di coscienza occupa peraltro uno spazio consistente in tutta la produzione di questo poeta. Un nulla che comunque è qualcosa di concreto”.
Nei suoi versi scorrevoli, leggeri, vicini al lettore, c’è analisi profonda di una realtà definita nella sua inconsistenza e nel suo essere confusa e fioca nel ritmo. La parola si fa rappresentativa e mezzo di meditazione, il poeta si immerge nel nulla che lo circonda estraendo da questo il lemma indefinito che genera domande, dubbi, ma nessuna certezza.
Lo scritto
Cominciando uno scritto cosa vogliamo?
Entrare nel nocciolo di questo mondo?
O spaccarlo?
Che svapori nella fantasia
E incorruttibile
Emerga un universo di parole? Che il reflusso
Si lasci dietro ciottoli di sentimenti?
Paura e sogni? (Le scie del sogno, voglio dire.
E gli altri, sul domani che incombe.) Cominciando
Sempre lo stesso interminabile scritto
Con un mazzo
Di immagini e ritmi. Consapevoli
Che in realtà non vogliamo niente – che
Uno scritto è un universo di niente. E che
Questo interminabile scritto
È ciò che per noi è scritto.
jekyll island
Forte è l’analisi sul ruolo del poeta, sulla sua incompiutezza nel suo essere a metà via tra la sua finitezza e la fuggevolezza della sua anima, opaca in contrasto con la realtà, vista a sua volta con opacità dal poeta stesso.
In questi versi c’è ironia, c’è necessità di accettare ciò che è e ciò che non è con delicatezza formale, non aggressività. Lo scritto diviene mezzo per sorridere, non un’arma per una missione che è destinata ad essere incompiuta. Nei versi di Fostieris vi è la “disperazione più calma” di cui ci parla Giorgio Caproni, una desolazione intima, che non grida e non cerca riscatto, ma che anzi prova meraviglia di fronte alla tragicità dell’essere uomo, uomo poeta.
.
Il reale
Occhi inesistenti
Succhiano
Colori inesistenti;
(Il rosso non è colore;
È velocità.
Il giallo il verde il grigio,
Corde di un’arpa lontana
Patina di onde
Di frequenze).
Rocce e ferri
Ne penetra i pori
Una fantasia che talvolta
L’alito dell’aria si addensa
Fondando pesi e forme
Che fino ad allora
Fuggevolmente
Il sonno.
Così inesistente
Nasce
Il reale.
Grandioso
Turbinio
Del niente.
Oceano
Nascosto
Nella goccia.
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La parola si fa gioco, ricco di assonanze, scherzi retorici e matura accettazione del nulla, che diviene fonte infinita, anche nella sua vuotezza apparenze.
“Niente / Non è niente” scrive il poeta, e “Se insomma / niente / si perde / nel Niente, / Allora, dunque, / Inevitabilmente / (…) Sarà pronunciata dal Supremo / La pena capitale / Per noi tutti: / Ergastolo dopo la morte.”
Costanza Lindi
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Antonio Fostieris, Nostalgia del presente – Crocetti Editore 20oo
traduzione di N. Crocetti, introduzione di M. Cazzulo