gabriel pacheco
Juana Castro è nata a Villanueva de Cordoba, Spagna, nel 1945. È una delle voci più significative della poesia spagnola contemporanea. Professoressa speciazlizzata in educazione infantile, è Membro della Real Academia de Cordoba de Ciencias, Bellas Letras y Nobles Artes. Collabora a diverse riviste letterarie con articoli e critica letteraria.
È inoltre traduttrice dall’italiano. Ha ottenuto importanti premi nel campo della poesia e della narrativa, fra questi il Premio Juan Alcaide; il Premio Juan Ramón Jiménez; il Premio Carmen Conde e il Premio San Juan de la Cruz. Ha inoltre ottenuto il Premio Carmen de Burgos per i suoi articoli giornalistici, e i premi Periodismo del Instituto de la Mujer e Meridiana del Instituto Andaluz de la Mujer nel 1998 alla carriera. Fra i suoi libri:«Cóncava mujer», «Del dolor y las alas», «Narcisia», «Alta traición», «Alada mía» y «Del color de los ríos», premio Esquio de Poesia.
In Italia, suoi testi sono stati pubblicati nella rivista Poesia, e nei volumi antologici Memoria della Luce (Levante Editore, 1996 a cura di Emilio Coco) e Calice e Altre Poesie (Via del Vento 2001).
Dal libro: Del color de los Ríos, Juana Castro,
Collección Esquío de Poesía, Spagna, 2000
II parte.
El camino
Éste era el camino. Aquí estuvo
la sed. Aquí los ojos
se abrieron a la luz y la besana.
Las preguntas, la risa, el misterio
y la voz. Todo aquello
que fui, en este campo
de la desolación.
Il cammino
Era questo il cammino. È qui che visse
la sete. Qui gli occhi
si aprirono alla luce e al primo solco.
Le domande, la risata, il mistero
e la voce. Tutto quello
che fui, in questo campo
della desolazione.
gabriel pacheco
Padre
Esta tarde en el campo piafaban las bestias.
Y yo me quedé quieta, porque padre
roncaba como cuando,
zagal, dormíamos en la era.
Me tiró sopre el pasto
de un golpe, sin palabras. Y aunque hubiera podido
a sus brazos mi fuerza,
no quise retirarlo, porque padre
era padre: él sabría qué hiciera.
Tampoco duró mucho.
Y piafaban las bestias.
Padre
Quella notte nel campo scalpitavano le bestie.
E io rimasi quieta, perché mio padre
russava come quando,
adolescente, dormivamo nell’aia.
Mi gettò sopra il fieno
di colpo, senza una parola. E sebbene avessi potuto
difendermi dalle sue braccia,
non volli respingerlo, perché un padre
era un padre: sapeva il fatto suo.
Nemmeno durò molto.
E le bestie scalpitavano.
Las llares
No sabré cómo ha sido.
Cuando entró por la puerta, cejijunto
y tan serio, con los ojos clavados
en las llares, el trueno y el relámpago
fueron ambos a una: tenía sobre mí
entera la tormenta.
El hombre de la casa dijo sí
y a poco me encontré de negro y velo
sellando mi obediencia la sortija.
Ahora tengo marido, y él sabe de mi herencia.
Lo tengo sobre mí, su espuela viva
clavándose en mis piernas.
Catene
Non so nemmeno io come è successo.
Quando entrò dalla porta, accigliato,
così serio, gli occhi fissi
sulle catene del camino, il tuono e il lampo
furono un tutt’uno: l’intera bufera
stava sopra di me.
L’uomo di casa disse di sí
e poco dopo mi trovai con abito nuziale e velo,
una fede a suggellare la mia obbedienza.
Ora ho marito, e lui conosce il mio destino.
Lo tengo sopra di me, il suo sperone vivo
conficcato fra le mie gambe.
gabriel pacheco
Más alta
Daba el sol en lo alto y mi sangre se alzaba
de su propria marea dibujándose en olas.
Hervía el agua en el fuego, y las tijeras
esperaban su turno junto al lienzo
de hilo perfumado de espliego.
Poco a poco la carne fue tornándose espuma
hasta que, yo en la cumbre, sin caballo
ni tregua me entregué a la carrera
de un ansia que colmaba la sien del mediodía.
El dolor y el placer iban ambos a una.
Me agarré a los barrotes de acero de la cama
y embestí, como pude, aquella tempestad
de la que era yo misma capitán y jadeo.
Nunca estuve más alta que, cuando entre los truenos,
oí la matrona – marino sin frontera –
cantó mas que gritaba “ya está aquí”.
Y era yo sola el mundo, y entre mis piernas daba
a la luz otro mundo recobrado del frío.
Più nobile
Il sole era alto e il mio sangue si innalzava
dalla propria marea dipingendo onde.
L’acqua bolliva sul fuoco, e le forbici
attendevano il loro turno vicino alla tela
di lino profumata di lavanda.
Poco a poco la carne si mutò in spuma
fino a che io, sulla cima, senza cavallo
né tregua, mi abbandonai al galoppo
di un’ansia che colmava la tempia del mezzogiorno.
Il dolore e il piacere arrivavano insieme.
Mi afferrai alle barre di metallo del letto
per confrontarmi, come meglio potevo, con quella tempesta
di cui io stessa ero capitano e affanno.
Mai fui più nobile del momento quando, nel fragore dei tuoni,
sentì la comare – navigatore senza frontiere –
che più che gridare cantava: “è giá qui”.
Ero sola nel mondo, e fra le mie gambe davo
alla luce un altro mondo riscattato dal freddo.
gabriel pacheco
Senza fiato, una poetica intensa, viva, che non consente fughe, ti inchioda e senti direttamente nella testa e nella carne tutta,l’anima sta in silenzio e ascolta. Bellissima traduzione. Grazie per questa scoperta, non conoscevo questa poetessa.Tra l’altro leggo (1945) che abbiamo la stessa età!
Rita Trani
Grazie Rita. E’ un’autrice che ha catturato anche a me, soprattutto con il libro da cui ho estratto queste poesie. Un saluto a te e a Fernanda, con un bentornata!
L’ha ribloggato su Daniela Raimondie ha commentato:
Alcune mie traduzioni apparse sul rinnovato sito di Cartesensibili.
Ho conosciuto la poesia di Juana Castro anni fa grazie a Daniela la quale mi diceva che purtroppo non c’erano altre traduzioni in italiano della viva poesia di questa poetessa.
E sono davvero felice di poter leggere qui ora altre poesie della poetessa tradotta proprio da Daniela. Sarebbe bello poterle ritrovare in un libro cartaceo :)
Un grande abbraccio a Daniela.
Un ringraziamento e un abbraccio a Fernanda per la tenacia e la pazienza con la quale riesce ancora a tenere accese queste preziose pagine, vive anche grazie al contributo di molte care apprezzate autrici.
iole
Ciao cara Iole, grazie del tuo passaggio. Sì, in verità mi piacerebbe tradurre in cartaceo questa meravigliosa autrice. Questo libro, in particolare, è un’opera maestra. Un abbraccio e buona domenica.
Grande autrice e ottima traduzione, arriva diretta, impossibile sfuggire alla parola che ti entra in corpo e non ti lascia più, ti piega a riflettere, all’ascolto sia dell’altro sia di quanto in te stesso hai nascosto. Grazie Daniela. Peccato non ci siano testi in italiano. Ne ho trovato solo uno
Ciao Fernanda, c’è un’antologia molto comprensiva dei suoi testi tradotta e curata da Emilio Coco, ma nemmeno io ricordo chi l’abbia pubblicata e l’originale non l’ho con me. Se mi venisse in mente, te lo faccio sapere.
Trovato qui: http://www.unilibro.it/libro/castro-juana/memoria-della-luce-antologia-poetica/9788879491129
Grazie Daniela, ci conto.Buona domenica
L’antologia (molto voluminosa) tradotta da Emilio Coco si chiama ‘Memoria della Luce’, Bari, Ed. Levante, 1996. Magari si trova ancora?
Sei un amore! Grazie
Una fortuna trovare ancora in circolazione un libro così vecchio! Lo consiglio caldamente. Buona domenica!
http://www.viadelvento.it/catalogo/scheda.php?libro=40
se interessa
alessandro
certamente, grazie.
C’è una forza primitiva e una resa al mistero che incantano in queste poesie. Grazie di avermela fatta conoscere.