Intorno alle madri e alle figlie. Un omaggio per l’8 marzo a tutte le donne-Testi di Loredana Magazzeni, Fiorenza Mormile, Brenda Porster e Anna Maria Robustelli

daria petrilli

daria petrilli waving in the blue

 

Intorno alle madri

Secondo la psicanalista Anna Salvo, la madre costituisce una “pietra d’inciampo” nella vita delle figlie, cioè appare ineludibile e ingombrante. L’amore della madre e la sua presenza fisica e simbolica, i suoi gesti, i modelli che trasmette, i valori, i comportamenti, le sue sfide e i suoi non detti costituiscono un capitolo importante nella vita di ciascuna donna e nella loro scrittura. Al suo nascere, la psicanalisi era considerata una delle scienze umane, e come tale aveva a che fare con la filosofia e la letteratura. Oggi, dopo più di un secolo di specialismi, torna nella pratica psicanalitica la narrazione di storie (io sono il racconto della mia storia), uno dei racconti possibili della propria esistenza, e dunque una chiave speciale e multiprospettica che ci aiuta nel cammino di conoscenza di noi stessi e della società. La domanda che la figlia pone alla madre è, secondo Anna Salvo, questa: “Mi ami? Riconoscimi”. Dopo le sfide del movimento degli anni Settanta, il corpo a corpo che le donne pongono alle loro madri è quello del riconoscimento, della valorizzazione e individuazione. Non è facile fare spazio:“tutte noi ci muoviamo nello spazio lasciato libero dalle nostre madri”, scrive la poetessa irlandese Mary Dorsey (trad. Anna Maria Robustelli). Ma oggi ciò è possibile se al conflitto, vitale ma defatigante, si sostituisce una possibilità pacificata di riconciliazione, quella che Salvo definisce, a partire da Paul Ricoer, l’“indulgenza”: l’altra/ l’altro, non è ciò che il nostro desiderio disegna, è parzialità ed ha fatto per noi il lavoro sporco: ciò che sapeva e poteva fare. Oggi che, anche grazie alle nostre madri, sentiamo di avere in mano strumenti in più per disegnare il nostro desiderio, possiamo forse guardare con occhi diversi al rapporto tra madri e figlie, con maggiore agio e possibilità di riconciliazione. Dopo le poesie di autrici inglesi da noi tradotte, nell’antologia “La tesa fune rossa dell’amore. Madri e figlie nella poesia contemporanea di lingua inglese, La Vita Felice, 2015, per l’8 marzo vogliamo fare un omaggio al tema delle madri con una piccola sezione di nostre poesie: alcune dedicate alle figlie (come quella di Fiorenza Mormile, il cui episodico scrivere in inglese scatta solo quando sente un’esigenza di allontanamento da un’emozione troppo intensa), altre alle nostre madri, pietre d’inciampo ma anche fondamenta amorose, pilastri indistruttibili dentro le nostre vite narrate.
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Loredana Magazzeni

 

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Loredana Magazzeni

Noduli al seno

 

Il seno destro o il sinistro? Qual era quello
che si tagliavano le Amazzoni? Volevi
essere un’Amazzone per me, dimostrarmi
quanta forza è nascosta nel piccolo corpo
di una donna ventenne?
Hai raggrumato le parole non dette e gli
sguardi che mancarono il bersaglio,
come frecce cadute dall’arco.
Anche questa sera cercherò di forzare
il tuo silenzio reticente. Chi torna
da una battaglia non lascia memorie
alla madre. Si appunta medaglie, è suo
diritto, sul seno rimasto, quello quasi
intatto, non sacrificato alla rabbia.
Lì scorrerà il latte buono per la piccola
madre a venire.

Per Arianna, Dicembre 2012

 

Domande, 7

Nel rito mattutino dell’ombretto
sugli occhi c’è mia madre
-era suo quel guardare che poi
ritornava a non abbandonarmi –

storie, stanze, visioni
non concluse stagioni,
dischiuso vaso di passioni,
trafitture di luce ad abbagliarmi.

Carne fatta parola dentro
carni sorelle,
partiture gemelle.

E dove questo mio andare che non parla
porta – da quali mani a quali visi
torna a illuminarmi?

 

daria petrilli

Daria Petrilli - autumn

 

Fiorenza Mormile

Smussando il quarto

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Chi è amato dalla madre è invulnerabile.
Se nel suo sguardo ha visto approvazione
ha in dote un capitale di fiducia
da spendere nell’arco di una vita.

Saprà essere fulmineo nelle scelte
perché amletico diventa chi è allevato
nel marcio dell’assenza di chiarezza,
mezzi sorrisi che coprono il rifiuto.

In latino si definiva Felix
chi aveva il dono di riuscire sempre
senza agonia di attese tormentate.
Nei tarocchi, invece, l’Impiccato
illustra bene l’opposta condizione.

Costretto a uno sguardo rovesciato
solo di rado scova la parola
per raddrizzare la visione di se stesso.
Penso a quanti poeti sono ciechi
o sono nati col cordone intorno al collo.

 

Initiation
(Visiting Her Daughter and Her New-born Granddaughter )
…………………………………………………………………….To Gaia

You, new-born child
in the slack comfort of your home
slipping out of the wood of sleep
just to be fed.
Your mother lifts you,
admits you in the magic of her arms,
and then the rite begins.
Diagonally darting, her glance
catches and pierces your unsettled eyes.
Exposed to her radiance,
you soak up the endorphins’ stream
pouring out from her pores in love,
you share her feeling of unbounded fullness,
long lasting food for your deepest ego.
You keep gazing at her a little longer
letting the rite be completed
and only after that, you clutch. [1]
[1] Iniziazione
(In visita dalla figlia e dalla nipote appena nata)
………………………………………………………….A Gaia
Tu, bambina appena nata / nell’agio indolente di casa/ slitti via dal bosco del sonno / soltanto per essere nutrita. / Tua madre ti solleva,/ ti ammette alla magia delle sue braccia,/ e poi comincia il rito. / Il suo sguardo, con dardi in diagonale/ cattura e fora i tuoi occhi non a fuoco./ Esposta al suo irraggiare, / assorbi il flusso di endorfine / che sgorga dai suoi pori innamorati, /ne condividi la pienezza illimitata, / cibo che dura per il tuo io profondo. / Continui a fissarla un altro po’/
lasciando che il rito si completi / e solo dopo questo, prendi il latte.
(Traduzione in italiano dell’autrice)

 

Priorità
A Lori

Mamma – dice tua figlia – mi massaggi
alla base del collo, qui, di lato…

Stavi sul punto di bere il tuo caffè
ma lo lasci sfumare e ti disponi
sorridente e pronta alla richiesta.

Senti quanto è incordato… così impasti,
impasti, tutta presa in quel biancore,
felicemente dimentica di te.

 

daria petrilli

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Brenda Porster

Figlia, ti prego,
voltati un attimo e guarda —
non vedi che è la bellezza che fuggi?
“Mai mi sposerò”
avevi detto
e so che quello che cerchi
è una via che chiami
libera.

Ma quando la tenera pelle
sarà dura corteccia
e le agili gambe
nella fredda terra radicate
forse sentirai le foglie
mosse dal suo respiro
e nella tua chioma
filtrerà la sua luce.

 

in cucina

Con la coda dell’occhio la vedo
davanti all’acquaio
tra un piatto risciacquato e l’altro,
fa il tip-tap per me
e per l’amica invitata a pranzo
(un panino di tonno, forse,
una mela o un dolcino,
con la fretta di tornare a scuola
per le lezioni pomeridiane).

Da bambina aveva cantato
a The Children’s Hour
– ‘e adesso ecco a voi
la piccola Dorothy Polsky’ –
avranno detto.

E io la guardo ora, incerta
tra l’imbarazzo e l’orgoglio
di avere una mamma così.

 

il divano
……..per mia madre

 

l’avevamo scelto insieme
longilineo
di un chiarore elegante

la nostra sfida
al solito divano squadrato
testimoniava un raro momento
di armonia resa concreta
dopo
ad ogni mio ritorno:

……era il bello che intravedevi
……e che hai donato a me

 

daria petrilli

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Anna Maria Robustelli

Ora mi manca

.
Mia madre e mia nonna
mi avvertirono
delle mestruazioni.
Le aspettavo,
vennero.
Una cosa solo mia,
da custodire,
da portare con me.
Non un fastidio,
come dicono tante,
come se, senza, le donne
fossero più simili
agli uomini
e libere,
ma quello che mi
rendeva donna.
Non ho mai avuto figli,
ma con gli anni
ho portato
questa ferita gloriosa
e ora mi manca.

Gloria alle donne
che parlano
fra di loro.

da Fil Rouge, Antologia di poesie sulle mestruazioni, a cura di Antonella Barina e Loredana Magazzeni, Milano, CFR, 2015.

 

A mia madre

Di storie alimentavi
le mie visioni,
da un mondo antico
venute, a contraddire
i tempi moderni.
Per me stupore,
per te bisogno d’amore.
Sono destinata
a capire passo passo
l’assenza che ti portavi dentro,
che non riuscivi a colmare.
Solo parlavi
della lontananza.
Un giorno, seduta
su un gradino
della vecchia Roma,
che ancora schiudeva
angoli ai ricordi,
hai pianto
il tempo perduto.
Di te ha sete
il mio dolore
e cerco le storie
nelle rovine
che mi stanno intorno.

12 Comments

  1. uno splendido post che mette in luce la donna e il suo ruolo di madre e figlia. Per un certo periodo della vita si è figlie, ma poi si diventa madri e in questo amalgama è racchiusa la vera donna, che riesce a vivere il suo ruolo nel dono della vita e nella preparazione intelligente del futuro di donna alla figlia. Ciao Auguri!

  2. Grazie del commento, è sempre bello riprendere a riflettere sui ruoli importanti della vita delle donne, dopo il grande dibattito degli anni Settanta e Ottanta, è ora di ritornare a considerare cos’è cambiato e cosa ha resistito nel tempo. Grazie!

  3. Soprattutto, penso sia importante concepire le relazioni in modo diverso, alla luce delle culture che si aprono le une alle altre attraverso il grande lavoro che riescono a fare le donne, che studiano, sono imprenditrici, insegnanti, artiste, scrittrici, politiche e continuano a vedere e sentire, oltre che organizzare, soluzioni diverse da quelle che, in ambito maschile, utilizzano un profitto di tipo speculativo che però perde in dignità delle persone, in riconoscimento di se stessi all’interno di una collettività senza la cui collaborazione ci si sente comunque menomati, poveri. Serve comprendere come la vita vada salvaguardata senza produrre baratri sociali e senza inquinare ai diversi livelli:fisici, socio-culturali, ideologici, religiosi e politici.
    Le metafore che usano le donne e la visione che danno delle relazioni sono importanti e segnano una direzione. Madre e figlia è la relazione tra terra e esseri che la abitano ma anche il rovescio della relazione tra noi e la salvaguardia del pianeta e delle complesse relazioni che in esso si infittiscono.Anche la terra ha in sé una continua ovulazione, un mestruo che si fa nascita e nemmeno la morte ha in sé qualcosa di definitivo e mostruoso.
    Grazie.

  4. Grazie di cuore a te, Loredana, ed a voi tutte, nel nome della madre, delle madri, mentre con commozione mi fa piacere segnalarvi un mio testo poetico, uscito come e-book, dal titolo “Poesie per mia madre, Elda Zupo2. Si trova nel sito seguente:
    http://www.larecherche.it
    Un buon 8 marzo a tutte voi (a tutte noi) e un carissimo saluto

  5. le madri sono pietre d’inciampo, sì. grazie per averlo scritto, Loredana. le madri lasciano nodi intricati da cui è difficile liberarsi, ma restano pur sempre modelli irraggiungibili, con le loro pienezze e pure i loro doni, a volte sfuggenti. che noi non abbiamo saputo accogliere, che loro non hanno saputo nutrire di abbracci.
    resta quel filo solidissimo, di empatia da donna a donna, fuori dal sangue, che percorre il sangue.
    sì, “tutte noi ci muoviamo nello spazio lasciato libero dalle nostre madri”.
    anche noi, da madri, a ripetere uguale moto alle nostre figlie.
    buon cammino a tutte.

  6. Ringrazio cartesensibili per l’ospitalità, resa ancora più gradita da una data così significativa. Ringrazio per i commenti partecipati che dimostrano che crediamo ancora nello scambio, riconfermando quel che dice Marge Piercy nella traduzione di Loredana Magazzeni : “Solo l’acqua delle relazioni rimane, / e ci attraversa”.
    Buon cammino anche a voi.

  7. Ringrazio cartesensibili per averci dato accoglienza in una data così significativa.
    Ringrazio tutte per la partecipazione, per avere ancora fede nello scambio, nella comune convinzione (secondo i versi di Marge Piercy tradotti da Loredana) che “solo l’acqua delle relazioni rimane, /e ci attraversa.
    Buon cammino a tutte.

  8. Scusate care, ho postato due volte lo stesso commento, perché poco pratica come sono, mi sembrava non fosse stato acquisito…
    Approfitto allora per dire, forse sempre per imperizia, che sul sito indicato da Mariella non sono riuscita a rintracciare le sue poesie sulla madre che invece molto avrei voluto leggere…

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