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Ogni volta che leggo i testi di Iole Toini resto sempre sospesa, come dentro un flash, poi il movimento che s’innesca mi porta in luoghi lontani tra loro, sia nel tempo che nello spazio, sono luoghi inattesi, spesso chiusi, addirittura abbandonati da lungo, dietro cortine di età e distanza, distanza presa da me stessa. Iole mi riporta là, dove qualcosa non doveva andare persa, dove ancora abita l’anima e vale la pena ripercorrere quei tratti di sé rimasti in bilico, sospesi in un vuoto di tempo. Per questo e ancora altro che considero punti di osservazione acuti, intensi, dalle sue letture del mondo offro uno scritto recentissimo, apparso nel blog personale di Iole: alveare . Il testo in questione mi ha riportato a Pratolini, al rione in cui facevano Quartiere i suoi ragazzi e ragazze , intorno agli anni 40, tra vie popolari e peripezie o peripli d’amore, colti nell’attimo in cui…
e tu, caro cuore che mi porti sconfinando, che sconfinando mi attraversi. tu che di me tieni il filo che salendo si fa dono di volo. io qui di te mi faccio dono.
Fe’.