aitch
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Tutto il libro merita una lettura partecipe e attenta, perché è una continua vigilia di senso da dare alla vita mentre è la vita che ci viene incontro e da tutto traendo auspici e lezione per un vivere più ricco e solerte nei confronti dei luoghi e delle persone perché tutto e tutti si fanno interiori, si sostanziano in noi e di noi e niente è possibile cancellare, annullare nell’indifferenza con cui noi stessi ci guardiamo nascosti dietro a make up che ci rendono sempre più uguali in superficie e nel profondo, annullando l’ampiezza dei mondi che ognuno di noi è. Per questo nulla deve andare perduto e si perde, di fatto, poiché ognuno di noi è un tratto di memoria della scatola nera che raccoglie l’intero volo. Chi-amare qualcuno è un segno, tanto quanto le epigrafi che Mia richiama ad ogni racconto, in memoria e comunione, un netto bisogno di vicinanza, forse anche quel chiamare, anche se sembra paradossale, anzi quel chiamarsi al telefono per avere una risposta è una segnalazione chiara di Mia Lecomte per dirci che è verso noi che dobbiamo ridisegnare e ricostruire il primo tratto di congiunzione, è verso di noi alla volta di un mondo che apre le porte a tutti gli altri, che dobbiamo viaggiare senza bagaglio se non la presenza, ogni volta viva e diversa, attenta e, nostro compagno di viaggio, l’amore, per ora anch’esso spaesato, impaurito, spelacchiato, ingrigito o arso vivo, tra le tante faccende che ci fanno scordare cosa sia davvero importante ed esplode spesso con modalità incomprensibili e terribili, proprio per svegliarci da quel torpore denso dentro cui siamo immersi da troppo tempo.Anche se non è semplice, niente lo è, nè nascere né morire, né tanto meno vivere, è questo nostro progredire, insieme, il tratto più forte, l’epicentro del terremoto che trasforma le nostre vite se è amore a promuoverlo.
Traggo dalla bellissima raccolta, che porto come dono di Natale un racconto: La salvezza (pag 53-59). Il libro, edito da quarup, è freschissimo di stampa e verde la sua parola è un agrifoglio brillante di lettura.
Mia Lecomte, poetessa e scrittrice, è nata a Milano nel 1966 e vive attualmente tra Roma e Parigi. Presente in numerose riviste e antologie in Italia e all’estero, fra le pubblicazioni si ricordano le raccolte poetiche Terra di risulta (2009), Intanto il tempo (2012) e For the Maintenance of Landscape (collected poems, 2012).
Studiosa di letteratura transnazionale italofona, è ideatrice e membro della Compagnia delle poete (http://www.compagniadellepoete.com/).
È redattrice del semestrale di poesia comparata «Semicerchio» e di alcune riviste letterarie online, e collabora all’edizione italiana de «Le Monde Diplomatique».
fernanda ferraresso
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aitch- t(h)ree feet of heart
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Da CRONACHE DA UN’IMPOSSIBILITA’, La salvezza- Mia Lecomte
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Mia Lecomte, Cronache da un’impossibilità- quarup editore 2015
Grazie di cuore, cara Fernanda, della tua preziosa nota di lettura sul più recente libro della cara Mia Lecomte.
Colgo volentieri l’occasione per inviare a te e alla redazione di CARTESENSIBILI i più sentiti auguri per l’Anno Nuovo, con un affettuoso saluto,
Mariella (Bettarini)
Sempre gentile, generosa e attenta Mariella carissima.Ricambio a mio nome e del nostro gruppo gli Auguri per un nuovo anno ricco di cambiamento e un tempo decisamente migliore,oltre lo sprofondo non può continuare il baratro…si affiorerebbe da un’altra parte comunque. Auguri e un abbraccio. f
da quei due ampi gradini – la Rosselli e la Genesi – con un po’ di timore, eppure poi d’un colpo, si salpa, risucchiati, alti subito, e mobili in questo corpo che scrive e di cui si può quasi percepire la voce. un naufragio nella terra di tutti che si fa corpo e mistero – che indica senza dire quel *mistero non ancora svelato*, che resta lì, davanti, muto.
Molto!
a me è piaciuta la continua interferenza e il cambio che in sé si produce scivolando su una parola che è chiave di volta e di volta in volta frana e si fa nuova, una svolta per poi chiudere il cappio senza lasciare via di fuga.
artefici e vittime di un futuro impossibile da controllare umanamente… è la realtà? intrigante, proprio intrigante