A COLPO D’OCCHIO- Silvio Lacasella: Felice Casorati – Musei Civici degli Eremitani (Padova)

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Com’era prevedibile, una parte delle  opere esposte al Museo Civico degli Eremitani – all’interno della mostra dedicata agli anni giovanili di Felice Casorati (aperta sino al 10 gennaio) – dà  chiara testimonianza del notevole talento di un ragazzo che,  pur impegnato negli studi di giurisprudenza  che lo porteranno a laurearsi  nel 1906, va esplorando in più direzioni un futuro non ancora ben definito.  Infatti, nelle prove d’esordio,  avvertendo dentro di  sé  un non comune sentimento  artistico, egli sperimenta tecniche e percorsi differenti. Però, in altri e non pochi casi, Casorati evidenzia la camminata sicura di un temperamento fiero e solitario, capace di inserire in quei primi dipinti una serie di accenti espressivi  determinanti per formare l’inconfondibile poetica del suo periodo più maturo. Quando cioè, assieme ad una spiccata predisposizione, coltiverà una maggiore consapevolezza visiva. Un arricchimento che passerà per Klimt e la Secessione, per il Kandinsky delle xilografie figurative, per l’Art Nouveau, per la stagione di ricongiungimento con la grande tradizione figurativa italiana del Tre e Quattrocento, ma anche per l’amato Botticelli. Anche se poi sentì il bisogno di affermare: ”Non ho mai potuto, non ho mai saputo accettare passivamente le esperienze fatte da altri, anche quando questi altri avevano tutta la mia ammirazione”.

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felice casorati

felice casorati- ritratto di camillo luigi bellisai

felice casorati- ritratto di camillo luigi bellisai

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Pensata da Virginia Baradel e da Davide Banzato la mostra, grazie anche ad un cospicuo numero di opere e documenti inediti, mette in risalto, come già avvenne nelle precedenti rassegne dedicate a Umberto Boccioni (2007) e a Ugo Valeri (2013), il ruolo decisivo che la città ebbe nella presa di coscienza culturale e artistica dei giovani pittori del tempo. Ciò accadde anche per Casorati (1883-1963) nei dodici anni in cui vi abitò, dal 1895 all’autunno del 1907. Inoltre, viene sottolineata l’importanza che ebbe, per la crescita di Casorati, la frequentazione, dal 1902 al 1906, dello studio di Giovanni Vianello (suo primo e unico maestro), dove,  tra l’altro, incontrò Mario Cavaglieri, stringendo un’amicizia destinata a durare nel tempo.  Un tessuto stimolante, dunque, tra passato e futuro. Eppure, ancora una volta, nel corso di una conferenza all’Istituto Vieusseux di Firenze nel 1953, l’artista ricorderà i primi passi con orgoglioso distacco: “Nulla avevo veduto, non dico della pittura europea, ma neanche di quella italiana. A Padova, rinchiuso in una minuscola soffitta, gelida d’inverno e soffocante d’estate, passavo momenti di perfetta felicità con i miei colori, la mia tavolozza (….). Le mie sorelle e mia madre erano i miei soli modelli”. In realtà completamente digiuno non poteva esserlo, ma  nell’affermarlo probabilmente sapeva di rafforzare l’ammirazione nei confronti del suo istintivo talento.

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felice casorati- ritratto di elvira

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singer sargent- madame x

Madame_X_(Madame_Pierre_Gautreau),_John_Singer_Sargent,_1884_(unfree_frame_crop)

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Peraltro, quella minuscola soffitta era sì in via Santa Sofia, al numero 37, proprio sopra l’abitazione, ma anche a poche centinaia di metri da Giotto e da Mantegna. Nella rassegna padovana la madre è presente alle pareti, seduta con naturale eleganza. Lo sguardo addolcisce il suo sorriso, dando grande serenità al volto: in lei vi è la gioia di posare per il figlio. La tela è del 1908: dalle prime prove sono passati pochissimi anni e già il colore è meno pastoso, la pennellata  più fluida e sapiente. Essa è stata dipinta quando il padre ufficiale aveva già trasferito la famiglia a Napoli. Ben altra strategia narrativa ispira il ritratto della sorella Elvira del 1907, esposto alla Biennale di Venezia dello stesso anno: qui Casorati si serve di lei per trasmettere un racconto, allontanandosi in tal modo dal verismo della rappresentazione. Elvira è sicuramente immersa in pensieri assai più misteriosi. Casorati la raffigura di profilo mettendone in risalto l’asperità dei lineamenti, grazie anche all’atmosfera buia dalla quale essa pare fuoriuscire.  A differenza della madre, non restituisce lo sguardo, quasi sapesse di essere osservata da occhi indagatori. Più che i ritratti del Pollaiolo, in alcune occasioni citato, è possibile trovare qualche assonanza con l’altrettanto misteriosa Madame X di Sargent.

Pensare che prima di lasciarsi avvinghiare dai tentacoli della pittura, senza mai compiacersi delle proprie qualità  – “Io purtroppo sapendo di essere ancora molto lontano da quell’ideale artistico che sogno, non mi sento completamente soddisfatto” scriverà nel 1909 –  il grande amore di Casorati fu il pianoforte. Una passione tormentata, ma travolgente, interrotta in modo brusco nel momento in cui si trasformò in foga emotiva, sino a provocargli un fortissimo esaurimento nervoso. Ed è proprio nei giorni di convalescenza trascorsi a Praglia che il padre gli regalerà la prima scatola di colori. Al momento giusto, nel luogo giusto. Non a Reggio Emilia o a Sassari, le precedenti residenze, ma a Padova .

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felice casorati- le vecchie comari

casorati vecchie comari

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In mostra tre straordinari dipinti: Le vecchie comari del 1908, Bambine sul prato del 1909 e Persone del 1910, realizzati in anni appena successivi al periodo padovano. La rassegna, infatti, allunga gli anni padovani sino al definitivo trasferimento a Torino nel 1918, dopo i lunghi soggiorni a Napoli (1907-1911) e a Verona (1911-1918), ma, soprattutto, dopo la tragedia familiare legata al suicidio del padre. Città, Torino, perfetta per Casorati, di “misteriosa e non palese bellezza, enigmatica e inquietante, in cui la nebbia è più luminosa del sole”. Queste tre opere contengono elementi decisivi per entrare nel suo mondo: ovvero, la lettura introspettiva dei soggetti rappresentati, la complessità dell’impianto compositivo, l’elegante andatura timbrica, la cadenza musicale delle luci e delle ombre, oltre a restituire visivamente lo stato d’animo dell’autore, spesso  velato dall’inquietudine.  Una mostra molto bella, articolata con intelligenza, accompagnata da un catalogo Skira contenente ottimi contributi critici: fosse stata illuminata meglio, sarebbe stata perfetta.

Silvio Lacasella

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felice casorati – persone

 

Casorati-3

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RIFERIMENTI IN RETE
http://padovacultura.padovanet.it/it/musei/il-giovane-casorati

http://mattinopadova.gelocal.it/padova/cronaca/2015/08/10/news/la-stagione-che-formo-casorati-1.11915886

http://fascinointellettuali.larionews.com/in-mostra-a-padova-il-giovane-casorati/

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