Raccontiamo a tutti che apriamo le frontiere, mentre chiudiamo i cancelli.
Questa smania di tenere lontani i migranti non la capisco, e mi resta oscura questa fobia inspiegabile.
Questo pensavo fino a qualche giorno fa, poi mi sono fermata a riflettere.
Cosa c’è di spaventoso in queste popolazioni in fuga: dalla loro vita, dalle loro radici?
Sono persone, che hanno affrontato la morte, lasciato la loro casa e la loro vita perché la guerra le stava distruggendo.
La fame stava minacciando le loro famiglie e anzichè rinunciare al futuro hanno messo gambe in spalla, sogni nello zaino e hanno pensato che affrontare a piedi deserti, digiuno ed un viaggio per cui nessuno garantisce niente ma richiede tutti gli ultimi risparmi messi insieme in una vita, è certo meglio di qualsiasi altra scelta. Meglio che restare fermi ad aspettare la fine: una qualunque.
Arrivano qui dopo settimane, mesi, addirittura anni! (leggete i “titoli di coda “di questo orrore che non è un film, ma vita vissuta, giù in fondo nei riferimenti in rete, c’è “imbrogliata” la vita nostra e loro)
Arrivano perché sono sopravvissuti: a malattie e pericoli.
E quale è il nostro problema?
Non hanno i documenti. Sono malati e di sicuro non avranno voglia di fare nulla.
Ora domando: dove si ritirano esattamente i documenti in un paese flagellato dalla guerra? … più o meno “civile” che la si possa definire resta sempre GUERRA!
Dove si può acquistare un biglietto aereo quando i militari controllano ogni mezzo che si muove all’interno dei”tanto cari” confini? Attraversarli significa pagare a peso d’oro, denaro e anche con la vita perché c’è gente che compra e vende tutto: uomini, donne, bambini! Organi vitali!
Domando anche: dove lo si può trovare un aereo che decolli quando il paese in questione non ha più alcun governo o economia, ma solo morte pestilenze e colpi di stato?
Questo lo chiedo perché, forse, quando li rispediamo indietro, dovremmo anche spiegare loro come si fanno le cose fatte bene, che non si può cioè pensare che aver sconfitto la morte dia diritto a chiunque di attraversare un intero mare su una barca di carta di riso e sperare di trovare nuove opportunità. E no, non è pensabile! NON E’ SPERABILE! Meglio scaraventarli in altre fosse allora!
Secoli fa paesi meno ignoranti ed ottusi del nostro, avevano capito che era con queste persone che si costruiscono i grandi stati.
Persone che hanno sconfitto qualunque pericolo o malattia cercando una nuova speranza, un lavoro, una possibilità di vita: umana e libera.
Sono persone che non si sono arrese, che hanno lottato e lotteranno ancora perchè quanto gli è costato guadagnarsi quel briciolo di vita noi non lo capiremo mai.
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“…ma cosa vuoi saperne tu? se ne stanno seduti lì giorni , mesi, si lamentano che non hanno la televisione in camera”.
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Ma chi è che li tiene fermi? Siamo noi che li teniamo nei centri di raccolta!
E anche se li lasciamo andare, non gli diamo alcuna possibilità. Che prospettiva hanno? Quando escono nessuno darà loro da lavorare perchè a loro volta i possibili datori di lavoro sono imbrigliati in un sistema che ha più a cuore la burocrazia che il benessere del paese.
Ci sono lavori che nessuno vuole più fare, non solo che nessuno sa più fare, loro ne sono ancora i fortunati custodi, e noi non sappiamo valorizzare nulla delle loro potenzialità.
Pongo l’ultima domanda: – chi, tra quelli che tanto si indignano all’arrivo di una “nuova ondata di profughi”, avrebbe il coraggio di mollare tutto, casa amici parenti , per cercare di mettere in piedi una nuova vita? Di stare in equilibrio sul niente che ci siè portati dietro a parte la propria vita, le proprie mani, se stessi?
Italiani avanti! Che anche per voi non è finita!
Abbiamo finito due guerre mondiali in pareggio solo perchè non abbiamo mai avuto la spina dorsale per salvarci da soli! Lo so, provoco e lo faccio perché non mi pare vero che non ci possano essere meno critiche e più possibilità, perchè in fonderia nessuno ci vuole più andare, in conceria nemmeno, con i suoi morti prima durante e dopo, ma la macchina sotto casa, le posate satinate e la lavatrice, le si vuole tutti. E nessuno aggiusta più niente. Non si può, non è cultura. Meglio buttare, meglio rottamare! Si rottama tutto da noi: lavoro, salute, scuola… Al massimo si ricicla la plastica per cui una bottiglia diventa un vestito e tutto ciò che compri ti pare nuovo mentre è tutto vecchio e pericoloso per giunta, pensate a tutte le industrie farmaceutiche e soprattutto le quotazioni in borsa, perché la nostra sanità è businness come tutto il resto e tutto si rifà, persino il fegato, il polmone, lo si reimpianta da quelli arrivati come clandestini e di contrabbando da quegli stessi paesi da cui non si accettano i profughi, arrivati ai limiti non del paese ma della nostra umanità cancellata.
Pensateci e guardate bene il mare, non va mai in vacanza il mare!
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veevera
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Solo non capisco perchè il nostro governo e l’Europa non si sono organizzati anni fa. Perchè queste persone è da anni che scappano dalle loro terre che mezza Europa, Cina e America continua a sfruttare.
Noi andiamo a sfruttarli a casa loro. Loro vengono maltrattati dai loro governi. Scappano e non li vogliamo.
La frase che tanto si urla da più parti “aiutiamoli a casa loro”….
Aiutiamoli?
Li abbiamo fatti scappare NOI!
per aiutarli a casa loro, anzi, per permettere che loro si “aiutino”, come è loro diritto,bisognerebbe smetterla di continuare con il neocolonialismo, con il neoliberismo, con il neo-terrorismo: tutti nei che sono buchi neri in cui li sprofonda la volontà di una politica finanziaria che usa ogni mezzo per avere saldamente, anche con la morte, e tutto ciò che la produce, il suo potere. Dove si situi non ha importanza: è un vuoto riempito con mazzette fumanti si stampa e una zecca che avvelena la mente e brucia l’anima. Questo muove tutti gli stati d’Europa,in corsa per distruggere quanto resta di una umanità ormai bruciata.ferni
Grazie di queste tue furiose parole. Sai, a volte penso, che il nostro mondo abbia proprio paura della vitalità enorme che questa gente in fuga si porta dentro, della forza enorme della loro disperazione. Per questo costruisce muri e cancelli. Ci siamo abituati a una vita di agi e abbiamo paura di non essere più capaci di percorrere a piedi chilometri e chilometri di deserto, di sopravvivere alla guerra. Siamo diventati troppo deboli e spaventati e quindi,cattivi – “captivi”, prigionieri delle nostre paure. Quello che dovremmo capire è che invece ognuno ha gambe e piedi per correre quando è necessario e che si può sopravvivere a tanto, se non a tutto. Allora possiamo vedere noi stessi e non degli estranei nella gente disperata che sfonda le nostre frontiere e ci costringe a interrogarci sulla precarietà delle nostre vite umane. Grazie.
l’altra metà dell’uomo è gretta, oscura, sporca di paura. Ci sono cancelli che quando vengono chiusi chiudono mente e interesse, l’egoismo sconfigge l’utile, lo toglie dall’umanità. Ho visto, sentito sul posto le ragioni che spingono verso questi viaggi e neppure quelle più gravi, però in certi villaggi si ‘smarriscono’ metà delle persone che partono. Eppure si continua a partire. Fossimo egoisti cercando di trarre benessere comune saremmo più umani, siamo solo stupidi e chiusi al ragionare, al capire, non siamo neppure così sicuri di ciò che siamo da considerare davvero forte e importante la nostra cultura.
Sono lieta per questa partecipata condivisione, siamo in sintonia, pensiero gesti e cuore,pensavo che avrei avuto coltelli e lanci di bombe addosso, fossero anche parolacce di cui ormai non si tiene conto, come se servisse adirarsi invece di condividere insieme le limitazioni a tutto quanto qualifica davvero la nostra umanità. Grazie a tutti, veevera
grazie Vee, fa davvero un grande piacere sentire che i giovani sono proprio quelli che le barriere non le costruiscono, che hanno sentito e vivono sulla loro pelle e nelle loro storie tutto quando è frutto di tanta connivenza che sta fuori della legalità proclamata e sostenuta. ferni
Spero che la mia generazione, che più di altre forse, si trova in fuga capisca e cambi lo stato non solo delle cose.
Non abbiamo guerre a spingerci oltre confine, ma il desiderio di prendere in mano la nostra vita e provare ad esserne padroni.
la merce umana è la più bistrattata, da sempre, pianeta, animali, anche essere umani e tutto questo credo sia un’apocalisse fredda che ha al suo vertice i poteri forti, quelli dei petroldollari, che considerano unico Dio il denaro, e la Politica spesso è sua servitrice, tradendo così la sua matrice più vera…