CINEMATOGRAFIA E DINTORNI- Adriana Ferrarini: Invito al ballo

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«Perché la danza è del mondo, non ci sono confini o frontiere,
siamo tutti veramente collegati.
Il movimento è sempre stato il modo più adatto di tradurre,
superando tutte le frontiere, ciò che le parole non sanno esprimere
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Maria Fux.

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Lunedì 29 giugno ai Giardini della Rotonda, Piazza Mazzini, Padova
una serata dedicata alla danza
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Alle h.19.30 Elena Randi presenterà il suo libro “I protagonisti della danza del XX secolo“, edizione Carocci, poi alle 21.30 verrà proiettato il film- documentario Dancing with Maria di Ivan Gergolet con Maria Fux e Martina Serban (I/Arg/Slo, 2014 – 75)

IL LIBRO

Loie Fuller, Isadora Duncan, Vaslav Nijinsky, Mary Wigman, Martha Graham, Alwin Nikolais, Merce Cunningham, Simone Forti e Pina Bausch: Elena Randi (professore all’Università di Padova, dove insegna Storia della Danza e Metodologia e Critica dello Spettacolo), con la passione e il rigore che la caratterizzano, ha scelto di raccontare questi nove grandi danzatori e coreografi perché ognuno di loro segna una tappa fondamentale all’interno della danza di ricerca nella sua epoca.

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Se Isadora Duncan e Vaslav Nijinsky, “il più grande ballerino di tutti i tempi”, sono noti anche ai non appassionati di danza, per le loro vite fuori dall’ordinario, meno nota è forse Loie Fuller, benché più volte ritratta da Toulouse-Lautrec, che inventa una danza in cui il fluttuare di ampi tessuti e il gioco di luci fanno assomigliare il corpo femminile a una farfalle o a un fiore.
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 sperlingphoto- loie fuller

Loie Fuller  sperlingphoto.
Mary Wigman, danzatrice tedesca osteggiata dal nazismo, crea invece coreografie essenziali, spesso senza musica, oppure accompagnate da strumenti a percussione, perché è il ritmo del corpo a dettare il tempo. Influenzata dal pittore Emil Nolde e dalle maschere primitive, in un celeberrimo assolo, la danza della strega – danzato interamente da seduta – aveva il volto coperto da una maschera, usata per cancellare l’individualità di chi danza ed esaltare così la universalità dell’essere umano.
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  figura di sogno-mary wigman- 1927

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La respirazione, e la zona del bacino, perché è lì che ha origine la vita, sono invece il nucleo generatore della danza di Martha Graham, che crea coreografie di forte impatto emotivo.
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foto barbara morgan- martha graham in “letter to the World – (the kick)”- 1940, ispirato a emily dickinson

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Alla sua danza dell’emotion si contrappone la danza della motion di Alwin Nikolais, ben diversa dal movement (gesto di uso quotidiano) perché è frutto di precise scelte spaziali, temporali e formali. nella sua danza, che egli definisce appunto a visual art of motion (arte visuale della motion), il corpo, nascosto in fasce di tessuto elastico non è più utilizzato in senso espressionista-emotivo, quanto esaltato nel suo aspetto estetico-percettivo.
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alwin nikolais- trio da vaudeville degli elementi-1978

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Centrata sul corpo, ma antipsicologica e antinarrativa è invece la danza del ballerino americano Cunningham che negli anni Cinquanta con il musicista Cage inizia le sperimentazioni volte a cancellare la linea di demarcazione tra arte e vita: è grazie a loro che nel 1952 viene prodotto il primo happening della storia, ovvero un “evento” dove le cose accadono nel qui e ora, senza una struttura predefinita, sostituendo così alla nozione classica di “spettacolo”, quella di “laboratorio” e “performance”.
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 merce cunningham- performance 1948

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Americana è anche Simone Forti che mette a punto uno stile di danza e coreografia basato sui movimenti quotidiani e sull’improvvisazione, esplorando i movimenti spesso senza senso e ripetitivi che compiamo ogni giorno.
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foto isabelle meister- simone forti- animazione, 1994- performance alla sala patino-geneva-accompagnamento  lamonte’s “2 sounds”, 2009 yi-chun wu/museum of modern art, new york

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Il rapporto – che è della danza così come di ogni forma di vera arte – tra fragilità e forza è infine il fondamento della danza e delle coreografie di Pina Bausch, con cui si chiude l’opera di Elena Randi che a passo di danza, o meglio, a partire dal corpo, investigato in tutte le sue possibilità espressive, ci conduce lungo le principali questioni e mode che hanno attraversato tutto l’ambiente artistico – non solo della danza – del secolo scorso .
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 pina bausch-luna piena, tanztheater wuppertal- 2006

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IL FILM

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Maria Fux è una celebre danzatrice argentina che a novant’anni, nella sua casa-studio di Buenos Aires, ancora danza e ancora insegna a danzare. Secondo Maria Fux non è solo seguendo la musica che si danza, ma imparando a seguire il proprio ritmo interno. Dunque tutti possono farlo. Nei suoi corsi ballano insieme danzatori di qualsiasi condizione ed estrazione sociale, uomini e donne con malattie fisiche e mentali, tutti alla scoperta di se stessi e degli altri. Perché «la danza è  l’incontro  di  un  essere  con  gli  altri». Maria Fux lavora sul limite e sulla diversità delle classi: tutti siamo diversi nel nostro limite. Ognuno di noi può ballare, perché la musica e noi abbiamo lo stesso ritmo, stretti in una relazione profonda. La musica sta nelle nostre mani, cullata da noi e nostra culla, ci protegge e noi la proteggiamo, ci conosce e noi la conosciamo. La danza di Maria è atavica, primitiva e spirituale, parte nel/dal ventre della madre, dalla terra ed entra nelle pieghe e nelle piaghe dei danzanti. Dal corpo nasce la poesia, il racconto (di sé) e la conoscenza (dell’altro).

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Adriana Ferrarrini

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RIFERIMENTI IN RETE

http://www.mymovies.it/film/2014/dancingwithmaria/

http://www.mediacritica.it/2015/02/28/dancing-with-maria-2/

https://flowersoflanguage.wordpress.com/2014/07/19/simone-forti-on-movement/

http://www.danaefestival.com/eventi/extradanae/

1 Comment

  1. grazie per questo sguardo allargato, grandangolare che abbraccia ciò che solitamente sfugge, l’essenziale della danza:quel movimento, come si cita fin dall’inizio, che tutto avvolge e tiene, collegando ogni evento, ogni storia, ogni attimo, oggni essere di questo pianeta-cosmico. Grazie. f

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