la tempesta di w. shakespeare- messa in scena strehler 1977-78-giulia lazzarini è ariel
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Una Ariel così non si era mai vista: leggera, fluttuante, eterea, vera creatura dell’aria. Sospesa ad un cavo aleggiava attorno a Prospero, innalzandosi di colpo e poi precipitando e serrandosi a lui, abbracciandolo, per poi risollevarsi di nuovo e “cavalcare i ricci delle nubi”. Con quella voce poi che pregava, sussurrava, implorava, esplodeva in spaventati rimbrotti e in sussurrati e accorate suppliche, una voce infantile dai toni acuti, a tratti quasi sferzanti, ma sempre dolcissima.1
Era il 1978 e il pubblico milanese, pur avvezzo alle magie del grande Strehler rimase incantato da quella Ariel sotto il cui tulle svolazzante si nascondeva un’attrice nota e amata che rivelava in quell’interpretazione tutto il suo talento. Giulia Lazzarini.
Sono passati quasi quarant’anni e ora in “Mia madre” di Nanni Moretti, Giulia Lazzarini ci ricompare davanti, non più a teatro, ma al cinema. E’ irriconoscibile: lo spirito etereo è ora una anziana signora, appesantita nel corpo, e segnata nel viso, senza più traccia di quella bionda e lieve leggiadria che era la sua bellezza. Nel film è una madre anziana, malata di cuore, prossima alla morte, che nel suo letto d’ospedale viene assistita dai due figli, uno amorevole e paziente, l’altra nevrotica e affrettata. Ma come inizia a parlare – sempre poche parole, brevi frasi – e a muoversi per quel poco che le permette la postura, legata com’è ai tubi che la tengono in vita, riappare l’incanto di quella voce esile, a tratti sussurrata, sotto la quale si intuisce una grande forze interiore, una levità che nello sguardo birichino e nel sorriso mite e affettuoso si esprime e ci incanta.
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Giulia Lazzarini disegna il ritratto realissimo di una donna anziana con le sue fisime, le debolezze, i timori, l’amore disarmato per i figli, la volontà di indipendenza, malgrado la malattia, l’intelligenza, malgrado l’infermità, e nello stesso tempo ci mostra cosa sa fare una grande attrice, cioè farci innamorare persino della vecchiaia, “l’odiosa vecchiaia che rende brutto anche l’uomo bello”, diceva Mimnermo, e della sua leggerezza svagata. “Noi vecchi tutti ci credono stupidi, ma invece siamo più intelligenti, perché abbiamo più tempo per pensare” così dice nel film.
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foto di scena- mia madre
Mi viene da sorridere a pensarci, ma come in Ariel non poggiava mai i piedi per terra, solo le punte, quasi che quelle estremità servissero ad altro – spingersi in alto, dare un calcio al vento – così anche ora solo in una scena le vediamo i piedi poggiati a terra, infilati in ciabatte, mentre esitante, tremolante e persa, cerca di traversare una strada ingombra di traffico in camicia da notte. Come se la sorte di Giulia fosse quella di mostrarci la virtù delle leggerezza, come se la sua natura fosse quella di un angelo piombato e perso nelle nostre indaffarate metropoli, per additarci la grazia, l’incomparabile grazia dell’arte.
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mia madre- foto di scena-giulia lazzarini
“Giulia o della semplicità. Giulia o della misura. Giulia o della facilità. Di tutte queste parole che mi vengono in mente per definire un’attrice che amo e che è stata la compagna fedele del mio lavoro per molti anni, l’ultima, “la facilità”, è la più giusta per il pubblico, la più inesatta per Giulia Lazzarini. Perché per Giulia niente è facile, tutto il teatro, tutto ciò che fa sulla scena le appare difficile, problematico, tutto le costa una grande fatica interiore. Tutto costa il prezzo di una lotta con se stessa e le cose. Ma alla fine, sempre, il risultato appare “il più facile” ed ha il peso della profondità sotto l’aspetto della leggerezza e della felicità dell’invenzione” Così diceva Strehler di lei.
Sul film di Nanni Moretti moltissime le recensioni in rete. Fra tutte suggerisco l’interessante articolo di Gianni Canova, secondo cui Mia madre è anche un film sui mestieri del cinema. Ci sono tutti, e si vedono all’opera: non solo regista e attori ma anche costumista, truccatrice, segretaria di produzione, sceneggiatore, aiuto regista, produttore esecutivo, direttore della fotografia, e via dicendo. Manca solo il musicista…”, e si concentra poi sulla colonna sonora del film.
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Adriana Ferrarini
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RIFERIMENTI IN RETE
http://promo.piccoloteatro.org/musiche/am06musica.htm
http://welovecinema.it/bnl-presenta/mia-madre/mia-madre-la-colonna-sonora/
Brava! Bello e commovente questo commento in cui viene messo giustamete in risalto la figura della brava attrice Giulia Lazzarini
molto bello! grazie