ISTANTANEE- Fernanda Ferraresso : inediti Paradigmi di Natàlia Castaldi

alessandro maffioletti – alvvinorockit

20_alvvinorockit.

Ne ho scelti pochi, pochissimi, suonano come paradigmi o calci sugli stinchi, come dice lei, ad un certo punto, in quella parte del discorso che si afferma come percorso in

(S o N o)
Un calcio alla letteratura diritto negli stinchi
un v a f f à n c ù l o / òh!
che alleggerisce il cielo

c’è una registrazione dei timbri, non solo delle voci, ma della vita, degli attimi in cui la vita ti marchia e ti sistema sulla carne, o nei geni, i suoi assiomi e Natàlia Castaldi li registra, li legge, li estrada o li percorre. Arriva a voler chiedere di avere una distaccata distanza tale da potersi fare strumento di uno sguardo freddo, micidiale, quello della morte, perché solo la morte non consente a niente e nessuno sconti o divagazioni, niente merletti, niente volo, al massimo strapiombi. E la freddezza è lucidità, tagliente, non scomposta, netta, apre la carne della parola e ne mostra gli eremi vuoti, le reliquie santificate ma vacue.

Ti aspetti allora che in quella fossa dove non esiste niente forse una forza, disumana, folle anche, attarversi l’aria, la pietra di quello che hai appena letto e senti che dopo quello c’è poco da aggiungere.E infatti c’è, Natalia c’è ancora, non la parola soltanto ma lei in carne e ossa in viva corporeità che giostra ancora con il fuoco della memoria e con il ghiaccio del tempo, fattosi secco, e anche questo fa male, ustiona, ferisce.

I bambini non fanno che lanciare gli oggetti, buttandoli dal seggiolone per ascoltarne il rumore e imparare così la gravità del cadere.

Anche noi facciamo la stessa cosa, lasciamo cadere brani di vita, persone, cose, ma. Noi non ci soffermiamo ad ascoltare, che significherebbe raccogliere, fare bottino di ricordi, tangibili, catalogabili, utilizzabili, in cui aggrapparsi a se stessi.

Gli adulti invece si lanciano direttamente nel vuoto, senza la prudenza istintiva dei bambini.
Gli adulti usano le mani con la consapevolezza diretta di causa ed effetto e a volte uccidono con le mani, altre amano e dopo aver amato odiano o posseggono fino al delirio estremo della fine.

Invece gli adulti sono piccoli, modesti, labili, affondabili. Sprofondano nella loro stessa materia, con-fondendosi, smemorandosi. E quando, ri-ferendosi, nel doppio significato del termine, si domanda

dove sarà la parola
rinchiusa in queste mura?

non è ad un luogo qualunque che pensa ma a quel corpo casa che indossiamo, largo o stretto, con spacchi o specchi, con strappi o sfilacciato ma che tutto ha in corpo d’essere e…essere è (uno) stato.

fernanda ferraresso

.

alessandro maffioletti

alessandro-maffioletti-thenewenglishalvvino.

1.

Vorrei che la parola fosse un corpo freddo | da osservare col distacco della morte, | un’estrema forma d’arte inchiodata al muro, | alla carta, | alla parete delle ossa; | scoprire nello sguardo di chi legge lo stesso cinismo che muove le dita, | quella furia fredda e calma, ossessiva e maniacale, di amare le cose fino a vederne la loro lenta distruzione. || Sarebbe tutto quello che resta, | la parola-reliquia delle ossessioni che l’hanno scomposta, | una morte fissa che sconfigge la vita nel suo finire. | L’ultimo possibile atto d’amore. ||

.

4. Il Rumore delle Mani

Sin da bambini si impara misurando le distanze attraverso l’intensità dei rumori e l’alternanza di silenzi e suoni.

la profanazione di una casa vuota
si legge nel silenzio delle dita
quando registrano la pesantezza
del dono nel tonfo di un oggetto
mentre cade

I bambini non fanno che lanciare gli oggetti, buttandoli dal seggiolone per ascoltarne il rumore e imparare così la gravità del cadere. In tutto questo sperimentare-vivere-imparare, le mani e l’udito tornano a essere complici nella lettura e nella spiegazione del mondo, creando una sorta di secondo linguaggio.
Gli adulti invece si lanciano direttamente nel vuoto, senza la prudenza istintiva dei bambini.
Gli adulti usano le mani con la consapevolezza diretta di causa ed effetto e a volte uccidono con le mani, altre amano e dopo aver amato odiano o posseggono fino al delirio estremo della fine.
Creano anch’essi un secondo linguaggio ma, in questi casi, privo di comunicazione, sordo alla conseguenza del gesto e dell’azione, chiuso in un atto impositivo che nulla ha a che vedere col danno innocente dei bambini.
Anche il rumore delle mani adulte può essere delicato come una carezza, può modularsi in suono con la sapienza dell’esperienza di una vita, con la memoria dell’infanzia giocosa, nell’attesa di una vecchiaia di pacata saggezza. Eppure, nonostante tutta la conoscenza pregressa di secoli e storia, di scoperte e traguardi di arte e scienza, sempre più mani si mortificano nel sangue sacrificale di infanzie tradite, di madri e mogli sgozzate, di generazioni depredate dall’uso criminoso di mani che, giorno dopo giorno, si impossessano del futuro.

.

dove sarà la parola
rinchiusa in queste mura?
Una finestra è quanto appare
di ciò che non ci appartiene.

Eppure sarebbero bastati mille anni
per dirci delle cose senza vita

*

che poi, supponendo l’aurora sopra
i massi e questo confine oltre la ringhiera
uno scintillio come si scrivesse
il c i e l o nella la parola v i t a

saremmo forse più liberi
che nel silenzio di questo vuoto?

*

si dovrebbe sempre dire “è solo
una poesia” per darle il giusto
valore,
quell’importanza fondamentale
che non provvede a nulla e non risolve niente.

*

poi arrivano quelli e dicono che l’io
dovrebbe essere soppresso
allora ci provo, ne invento uno nuovo.
Soffro con lui e ancora sono
nelle ferite che tremano
ai piedi freddi

[me ne infischio delle soppressioni]
la libertà è una conquista / che sanguina piano.

.

Natalia castaldi- inediti

da Paradigmi per una diversificazione della scrittura poetica: il ritmo e l’oggetto

http://carteggiletterari.org/2015/03/07/scritture-per-il-fine-settimana-natalia-castaldi-suggerisce-alcuni-inediti-di-natalia-castaldi/

.

alessandro maffioletti

Alessandro-Maffioletti-2344765.

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