ISTANTANEE- Anna Maria Farabbi: note di lettura su Vesto il vento di Comasia Aquaro

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La prefazione partecipata di Franco Loi apre questa opera: annuncia l’essenzialità precisa di Comasia Aquaro, la sua originalità che improvvisa invenzioni, il coraggio del titolo, la coincidenza della personalità dell’autrice con la bellezza del territorio di Martina Franca. Il suo è una specie di diario attorno alla vertigine, così Franco Loi tratteggia l’identità del libro.

 

In fondo, penso, l’arte è sempre un diario attorno alla vertigine.

Il lavoro che elogio a Aquaro è la ricerca certosina della pulizia del verso che mantiene tensione nella brevità fulminea.

Asciugo il vuoto al vento
divento leggero movimento
i gesti non m’appartengono
si danzano soli.

Questa velocità scarnificata riesce a creare una luce oggettiva sull’io nell’io, e attorno. L’autrice rinuncia alla proprio finale narrazione bibliografica, mettendo al posto delle sue pubblicazioni o riconoscimenti, una poesia autoritratto.

anna maria farabbi

 

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copertina

Comasia Aquaro, Vesto il vento- Lietocolle 2007

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