…oltre i salti e le catene ancora la madre

russbelt guerra carranza – centesimo sapiens

Russbelt Guerra Carranza - Centesimo Sapiens

 

Proverbi  8, 22-31

Così parla la Sapienza di Dio:
«Il Signore mi ha creato come inizio della sua attività,
prima di ogni sua opera, all’origine.
Dall’eternità sono stata formata,
fin dal principio, dagli inizi della terra.
Quando non esistevano gli abissi, io fui generata,
quando ancora non vi erano le sorgenti cariche d’acqua;
pri­ma che fossero fissate le basi dei monti,
prima delle colline, io fui generata,
quando ancora non aveva fatto la terra e i campi
né le prime zolle del mondo.
Quando egli fissava i cieli, io ero là;
quando tracciava un cerchio sull’abisso,
quando condensava le nubi in alto,
quando fissava le sorgenti dell’abisso,
quando stabiliva al mare i suoi limiti,
così che le acque non ne oltrepassassero i confini,
quando disponeva le fondamenta della terra,
io ero con lui come artefice
ed ero la sua delizia ogni giorno:
giocavo davanti a lui in ogni istante,
giocavo sul globo terrestre,
ponendo le mie delizie tra i figli dell’uomo».

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russbelt guerra carranza

RUSSBELT GUERRA CARRANZA.

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BANCHINA 2 – sul muro alto di ponente
ci fu un tempo…-recitava il libretto, ma poi mancano le parole
in cui la terra era …
…un luogo puro, pulito ogni suo…
luogo luminoso… guardo il campo, leggendo il frammento vedo un luogo lontanissimo.

 

nei primi giorni
nelle primissime ore dei primi giorni
e nelle notti che subito seguirono
un giorno dopo l’altro e da un attimo all’altro
mentre le cose nascevano
quando tutto ancora era nebbia e l’essere una primavera
quando ogni cosa era necessaria e niente aveva in sé il dubbio

quando ancora non c’era pane né seme per trarne farina
e mancava la macina o anche solo una pietra era ciò che era
una pietra sulla riva lungo il fiume che scorreva
e l’acqua inciampava farneticando la sua lingua
quando non c’era tempio e il tempo era appena nato anch’esso
senza conoscere la sua misura né poteva tenere congresso
quando la casa era tutto e dovunque
qualcosa sulla testa vasto come un cielo e fitto come la foresta
quando le stelle di corsa salirono bianche quanto il sale marino e lieve come
un fiato gassoso come il vento di una rosa sconosciuta
chiusa e raccolta dentro un bocciolo senza avere nemmeno un nome e una spina
quando l’uomo era una sostanza straordinaria fatta di cielo terra fiamma e aria
e la pioggia gli disegnava una veste e il sole gli cuciva un colore
il latte lo nutriva e non aveva ancora nome tra i nomi da inventare
quando premendo con il piede l’acqua di sorgente sgorgava
e quando sollevava un braccio con un frutto si nutriva
quando tutto l’infimo era maestoso e l’infinito dentro l’alveo del suo petto
quando la vela aveva la misura del suo occhio e sapeva distinguere ogni grano di vento
quando le tartarughe correvano alla pari delle onde e i lupi scrivevano la lunghezza delle nevi
quando i leoni leggevano i deserti e la notte era un blu di lapislazzuli
in quelle veglie ore di vigilie iniziatiche
per tutte le nascite l’uomo si perse
una parola dopo l’altra
pronunciando un altro mondo e
nascondendosi nel corpo del suo ascolto
.
fernanda ferraresso MAREMARMO-LietoColle editore 2014

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